Ecoincentivi: un’arma a doppio taglio
Gli ecoincentivi sono un’arma importante per l’industria automobilistica italiana. In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, l’erogazione degli incentivi alla rottamazione ha rappresentato una boccata d’ossigeno per il mercato automobilistico non solo italiano, ma anche europeo. Lo scopo degli ecoincentivi non è solo di natura commerciale. Infatti, l’intento dei governi è quello
Gli ecoincentivi sono un’arma importante per l’industria automobilistica italiana. In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, l’erogazione degli incentivi alla rottamazione ha rappresentato una boccata d’ossigeno per il mercato automobilistico non solo italiano, ma anche europeo. Lo scopo degli ecoincentivi non è solo di natura commerciale. Infatti, l’intento dei governi è quello di svecchiare il parco automobilistico nazionale, favorendo l’acquisto di vetture a basso impatto ambientale.
Proprio quest’ultimo punto ha provocato le ire degli estimatori delle auto storiche, come i componenti della redazione di “Auto & Moto Storiche”. L’autorevole rivista dedicata a vetture e motocicli d’epoca ha lanciato una sorta di ‘campagna anti rottamazione’, tra l’altro sottoscritta anche dal forum “autoabbandonate“. Il motivo di questa contromossa è semplice: tra le tante auto avviate alla demolizione, molte meriterebbero una seconda chance. Perché tra le vittime degli ecoincentivi non ci sono solo vetture ottime per la pressa.
Come testimoniano le foto scattate dai membri del forum nel retro delle concessionarie o nei piazzali dei demolitori, attendono l’ultimo viaggio molte auto in perfette condizioni estetiche e/o meccaniche, vetture di un certo valore storico di cui varrebbe la pena anche un sommario restauro nonché automobili portate allo sfascio da eredi senza scrupoli o vetture che sul proprio contachilometri segnano solo un migliaio di km.
I membri più attivi di “autoabbandonate” monitorano bene il flusso delle auto incentivate. A farne di più le spese sono soprattutto le vetture italiane antecedenti gli anni ’80. Sono tante le automobili marchiate Fiat, Lancia e Alfa Romeo che pian piano stanno abbandonando le strade per affollare, una sopra l’altra, gli immensi spazi degli sfasciacarrozze. Molte Fiat Uno, Ritmo, 127 e via discorrendo sono già scomparse dalla circolazione con le varie “campagne rottamazioni” che sono state promosse dai differenti governi di centro-sinistra e centro-destra dal 1997 a oggi.
Però sembra che gli ecoincentivi 2009 siano quelli che più degli altri stanno uccidendo le auto simbolo degli anni ’70 e ’80. Facendo un giro nelle periferie, non è difficile trovare Alfa Romeo 33 e 75, Fiat Panda prima serie e Regata, Lancia Delta e Thema in attesa di essere “cubizzate”. Impressionante l’alto numero di A112 avviate alla rottamazione, sia in versione standard che Abarth. Come fa un certo effetto vedere – mimetizzate tra le altre – alcune vetture di prestigio come Maserati Biturbo e Jaguar XJ, il cui valore è anche superiore ai 1500 euro offerti dallo Stato ma, spesso, sono i loro costi di ripristino a convincere i proprietari a lasciarle al proprio definitivo tramonto.
Non sono solo le vetture di casa nostra a far piangere gli appassionati di auto storiche e “vecchie”. Hanno ormai preso la rotta della rottamazione anche auto qualunque come le Citroen BX e Visa, le Ford Fiesta e Sierra, le Peugeot 205 e 405 o, ancora, la Renault 4, le varie Opel Kadett, nonché le Audi 80 e Volkswagen Polo degli anni ’80. Tutto ciò fa capire che anche gli ecoincentivi alla rottamazione, come tutte le armi, sono a doppio taglio.