Piano industriale Fiat 2010-2011: approfondimento su prodotti e fabbriche
Torniamo ad occuparci del piano presentato da Fiat al Governo e ai sindacati martedì scorso e veniamo a focalizzare l’attenzione sui futuri modelli che ha in serbo Marchionne per il prossimo biennio. Oltre ad aver ufficializzato lo stop alla produzione di auto a Termini Imerese, il manager ha esposto un interessantissimo piano prodotti, menzionando una
Torniamo ad occuparci del piano presentato da Fiat al Governo e ai sindacati martedì scorso e veniamo a focalizzare l’attenzione sui futuri modelli che ha in serbo Marchionne per il prossimo biennio. Oltre ad aver ufficializzato lo stop alla produzione di auto a Termini Imerese, il manager ha esposto un interessantissimo piano prodotti, menzionando una lunga serie di novità.
Tra le maggiori -che avrete certamente notato ieri nelle slide ufficiali da noi pubblicate- figurano i due modelli di alta gamma destinati allo stabilimento ex-Bertone di Grugliasco, la sostituta della Fiat Idea, che sarà proposta anche in variante sette posti, un SUV Fiat su meccanica Jeep (probabilmente Wrangler) ed infine le tre proposte Lancia su base Chrysler più attese: una segmento D prevista nel 2011 anche in una variante cabriolet, ed una segmento E, l’erede della Thesis.
Non solo: nel 2010, oltre all’Alfa Romeo Giulietta e al nuovo Doblò arriveranno i tre modelli Abarth di cui dicevamo ieri, la 500 TC, la 500C e la Punto Evo. A parte le nuove Panda e Ypsilon poi, ci saranno nel 2011 un crossover Fiat su base Chrysler e l’erede della Phedra per quanto riguarda Lancia: si tratterà ovviamente di un grande monovolume su base Grand Voyager.
Per quello che riguarda gli stabilimenti poi, Marchionne ha detto che a condannare Termini Imerese sono stati i costi insostenibili. “Produrre un’auto lì ci costa fino a mille euro in più”, ha dichiarato il manager, affermando che nell’attuale fase di crisi non è più possibile accollarsi un onere così pesante. Come da slide, Marchionne ha poi evidenziato l’enorme divario in termini di produttività tra Italia (cinque fabbriche, 22.000 dipendenti, 650.000 auto l’anno), Polonia (uno stabilimento, 6100 dipendenti, 600.000 unità) e Brasile (un impianto, 9400 dipendenti, 730.000 unità l’anno).
In virtù di questi numeri, rientra tra gli impianti a rischio anche Pomigliano. Come anticipato martedì, un’ipotesi di lavoro di Fiat è quella di trasferirvi in futuro la produzione della Panda, rendendo così quello campano il secondo stabilimento in Italia. Ma l’operazione richiederebbe grandi investimenti: ci vorrebbero risorse tanto grandi da poter spingere ad optare per la neo-acquisita fabbrica serba di Kragujevac, capace di 200.000 unità l’anno.
Via | Quattroruote (Ringraziamo il nostro lettore “HF” per la segnalazione)