Chrysler: le caratteristiche dei primi motori MultiAir
Il MultiAir sbarca a Detroit, accolto con tutti i convenevoli in casa Chrysler. A pochi giorni dal NAIAS, il costruttore di Auburn Hills ha infatti presentato il piano di sviluppo per il breve-medio periodo relativo alla gamma motori. Con una premessa: entro il 2014, l’80 delle Chrysler, Dodge e Jeep prodotte dovrà ridurre i consumi
Il MultiAir sbarca a Detroit, accolto con tutti i convenevoli in casa Chrysler. A pochi giorni dal NAIAS, il costruttore di Auburn Hills ha infatti presentato il piano di sviluppo per il breve-medio periodo relativo alla gamma motori. Con una premessa: entro il 2014, l’80 delle Chrysler, Dodge e Jeep prodotte dovrà ridurre i consumi del 25% rispetto ai valori odierni.
Per rispettare questa previsione – vincolante nei patti d’acquisto –, le vetture d’oltreoceano più compatte utilizzeranno la tecnologia MultiAir applicata al 1.4 FIRE, declinato in due versioni: l’aspirata eroga 100 cavalli e 130Nm di coppia, mentre la variante turbo fornisce 170 cavalli e 231Nm di coppia. Questo per il basso di gamma.
Salendo con le cubature, Chrysler Powertrain ha adattato il 2.4 WGE (World Gas Engine) per supportare il MultiAir, dando origine ad un propulsore da 190 cavalli e 237 Nm di coppia, di tutt’altro spessore rispetto alla più modesta unità di partenza. E’ inoltre allo studio il WGE sovralimentato, ma è prematuro ipotizzare un suo debutto sul mercato.
Il costruttore del Pentagono ha infine presentato il nuovo V6 3.6, appartenente alla famiglia Pentastar, la cui scheda tecnica prevede un 280 alla voce “cavalli” per 353 Nm di coppia. Quest’unità può quasi essere definita come una versione “beta”, un livello zero, perché in futuro verrà affinato con MultiAir, iniezione diretta e sovralimentazione.
A partire dal 2010, inoltre, Chrysler introdurrà gradualmente – partendo dalle vetture appartenenti al segmento D – il cambio a doppia frizione DDCT (Dual Dry Clutch Transmission), sviluppato per reggere fino a 350 Nm di coppia migliorando i consumi del 10% rispetto ad una trasmissione a frizione singola.
(Ringraziamo il nostro lettore “arna ti” per la segnalazione)