Studiosi trovano la chiave d’accesso per violare Bentley e Porsche. Una corte li ferma
Flavio Garcia e due collaboratori sono riusciti a violare il sistema di sicurezza previsto da alcune automobili del gruppo Volkswagen, Audi, Porsche e Bentley incluse. Le conclusioni della loro ricerca sono però rimaste vittima di un ostracismo: non potranno essere pubblicate.
Un tribunale inglese ha vietato la pubblicazione di uno scottante articolo accademico, il cui contenuto avrebbe permesso di ottenere le chiavi d’accesso per violare i sistemi di sicurezza previsti da alcune automobili. La vicenda è raccontata dal The Guardian ed ha suscitato vivo scalpore, considerato il rilievo delle potenziali ‘parti lese’: i codici di sicurezza finiti nell’occhio del ciclone sono infatti utilizzati da Audi, Bentley, Porsche e Lamborghini. L’ingiunzione ha colpito Flavio Garcia, docente di informatica presso la University of Birmingham, capace di ottenere l’algoritmo studiato in Volkswagen per verificare l’identità della chiave d’accensione.
Il professore è stato aiutato da una coppia di crittografi olandesi ed avrebbe dovuto illustrare il proprio studio all’Usenix Security Symposium (14-16 agosto) di Washington DC, manifestazione dedicata a ricercatori, professionisti ed esperti nel campo della sicurezza dei sistemi e delle reti informatiche. La corte gli ha però imposto un brusco altolà. Volkswagen sostiene infatti che l’algoritmo Megamos Crypto garantisce la sicurezza di numerose automobili sue e di altri gruppi, lamentando ovviamente implicazioni riguardanti la sicurezza; lo stesso gruppo tedesco ha poi domandato ai ricercatori di pubblicare lo studio in versione ‘edulcorata’ – privo cioè dei codici –, ricevendo però una risposta negativa.
La corte ha quindi stabilito che ‘la diffusione dei codici potrebbe consentire ad organizzazioni criminali di violare la sicurezza delle automobili e rubarle’. D’altra parte gli studiosi hanno risposto sostenendo che ‘gli automobilisti devono essere informati su quanto debole sia la sicurezza di alcuni modelli’. Loro obiettivo non è favorire comportamenti illeciti, ma instaurare un dibattito ed aumentare i livelli di sicurezza.