Lamborghini Gallardo LP 570-4 Superleggera: dati tecnici e foto in pista
Come consuetudine, anche all’indomani della nostra prova in pista della nuova Lamborghini Gallardo LP 570-4 Superleggera torniamo sul modello con tutte le informazioni ufficiali e una seconda ondata di foto sul suo conto. Perché la seconda edizione della Superleggera è interessante? Per la stupefacente caratura tecnica, certo, ma soprattutto perché con il suo lancio, le
Come consuetudine, anche all’indomani della nostra prova in pista della nuova Lamborghini Gallardo LP 570-4 Superleggera torniamo sul modello con tutte le informazioni ufficiali e una seconda ondata di foto sul suo conto. Perché la seconda edizione della Superleggera è interessante? Per la stupefacente caratura tecnica, certo, ma soprattutto perché con il suo lancio, le recenti dichiarazioni fatte dal management della casa assumono uno spessore molto, molto concreto.
Lamborghini è sempre più orientata a conferire una grande importanza al rapporto peso-potenza delle sue supercar. E negli anni venturi migliorerà questo valore non tanto aumentando la cavalleria dei suoi già prestanti plurifrazionati, quanto piuttosto lavorando di lima sui chili superflui. La Superleggera ha nel nome e nell’anima la nuova filosofia, e apre la strada ai modelli di futura generazione del Toro su questo particolare campo.
In secondo luogo, la più recente delle Gallardo punta molto anche sulla cura aerodinamica: splitter, minigonne, fondo piatto e spoiler nascono grazie alle esperienze maturate nel Super Trofeo. Terzo aspetto cruciale della trasformazione della Gallardo in un mostro mangiacordoli è il lavoro sulle sospensioni: il già evoluto schema a doppi triangoli beneficia qui di numerosi affinamenti. A seguire tutto il dettaglio della vettura.
Lamborghini Gallardo LP 570-4 Superleggera: le foto in pista
La Gallardo Superleggera misura 4,39 m in lunghezza, 1,90 m in larghezza e solo 1,17 m in altezza. Le tante modifiche apportate alla carrozzeria mirano esclusivamente a migliorare l’aerodinamica: il paraurti frontale, caratterizzato dal profilo sporgente delle prese d’aria, è nato dagli studi effettuati in galleria del vento, come del resto le altre appendici.
Questo nuovo componente in particolare, regala una maggiore deportanza all’avantreno della vettura e al contempo riesce a ottimizzare con il suo design la portata d’aria ai radiatori. L’introduzione del fondo piatto, l’utilizzo delle minigonne, del nuovo diffusore posteriore in carbonio e dell’ala a geometria fissa hanno contribuito ad accrescere il carico a terra addirittura del 40% rispetto alla LP 560-4.
Veniamo al discorso peso, che per una macchina che si chiama Superleggera è evidentemente l’aspetto fondamentale: la vettura condivide con il modello di partenza la carrozzeria in alluminio, con struttura di tipo Space Frame. L’obiettivo di ridurre il peso di 70 kg, passando da 1410 a 1340 kg a secco -e raggiungendo l’eccezionale rapporto peso/potenza di 2,35 kg/CV- è stato ottenuto grazie a numerosi accorgimenti.
Sia il lunotto sia i voletti laterali sono in policarbonato ad alta resistenza. Il cofano motore è realizzato interamente in fibra di carbonio e incorpora la scenografica superficie trasparente in policarbonato che permette di ammirare il maestoso V10. La fibra è stata utilizzata anche per ala posteriore, minigonne, diffusore, sottoscocca e gusci degli specchietti.
Dalle prime pionieristiche esperienze su questo materiale, risalenti agli anni ’80 e condotte sulla Countach, di strada ne hanno fatta tantissima: oggi a Sant’Agata Bolognese esiste un centro di competenza per i materiali in fibra, dove gli specialisti sviluppano unicamente le virtù di questo materiale.
I componenti in fibra di carbonio totalizzano 40 dei 70 kg in meno che la Superleggera vanta rispetto alla LP 560. Anche negli interni la fibra recita la parte del leone: sono di questo materiale il rivestimento del tunnel centrale, i pannelli porta, la plancia ed i gusci dei sedili.
Allo stesso modo, la scelta dell’Alcantara per il rivestimento dell’intero abitacolo non è casuale: questo materiale è sensibilmente più leggero della pelle. La Superleggera comunque, non rinuncia allo stretto indispensabile in termini di comodità: climatizzatore ed alzacristalli elettrici sono di serie. Sempre parlando di interni, l’abitacolo è completamente nero, cielo e tappetini compresi.
Uniche concessioni cromatiche sono per finiture secondarie e cuciture dei sedili, che spezzano con sobrietà il tenore monocromatico richiamando la tinta della carrozzeria. A proposito, i colori per gli esterni sono sei: Verde Ithaca, Giallo Midas, Arancio Borealis, Grigio Telesto, Nero Noctis e Bianco Monocerus.
Il motore, dal canto suo eroga 570 CV a 8000 giri e 540 Nm a 6500 giri/min. Per ottenere i 10 CV aggiuntivi, i tecnici hanno estremizzato i parametri della gestione elettronica del motore. Risultato: il 5.2 V10 sviluppa una potenza specifica di 109,6 CV/litro. Tra le particolarità di questo “corsa lunga” con basamento in alluminio, vanno annoverati il sistema di lubrificazione a carter secco e l’angolo di bancata pari a 90°, due soluzioni che hanno contribuito a tenere il baricentro molto in basso.
Il collettore d’aspirazione è ovviamente a geometria variabile e immancabilmente anche gli alberi di distribuzione (azionati a catena) sono a fasatura variabile. L’albero motore poi è del tipo “common pin”: in altri termini, le bielle di ogni coppia di cilindri “contrapposti” sono mosse dal medesimo perno di manovella, una costruzione che porta ad intervalli d’accensione alternativi di 54° e 90°. Sequenza che ha una grossa responsabilità nella determinazione del sound inconfondibile e rabbioso di questo dieci cilindri.
L’esito di cotanta meccanica sono performance esaltanti: la Superleggera accelera da 0 a 100 in 3,4 secondi e da 0 a 200 in 10,2 secondi (!), raggiungendo una velocità massima di 325 km/h. Per quanto può valere, secondo la casa il valore del consumo combinato è stato ridotto di 3,5 litri (-20,5%) rispetto alla precedente Superleggera: ora Lambo dichiara un valore di 13,5 l/100 km.
Il miglioramento è stato ottenuto, tra l’altro, con l’utilizzo del sistema di iniezione diretta stratificata che immette il carburante in camera di combustione con una pressione massima di ben 100 bar. Il rapporto di compressione è di 12,5:1. E veniamo al capitolo trasmissione: il cambio robotizzato a sei marce e.gear della Superleggera, offre tre modalità di funzionamento ed il “Thrust mode”, programma che assicura la massima accelerazione portando il regime intorno ai 5000 giri e controllando al contempo il pattinamento delle ruote.
Il sistema di trazione integrale permanente è del tipo a giunto viscoso centrale ed offre un differenziale posteriore autobloccante al 45%. Nel funzionamento normale la ripartizione di coppia segue un rapporto 30:70 tra asse anteriore e posteriore, mentre la distribuzione dei pesi è in un rapporto 43:57 tra avantreno e retrotreno.
La trazione integrale, introdotta da Lambo nel 1993 con la Diablo VT, assicura anche alla Superleggera una motricità in uscita di curva che teme pochi confronti. Proseguendo con la nostra scoperta della Superleggera, non possiamo non parlare di sospensioni, altra caratteristica fondamentale per la qualità dell’esperienza di guida.
In questo comparto si trova uno schema dall’ascendenza corsaiola, basato su doppi bracci in alluminio, con ammortizzatori e barre antirollio dalla taratura specifica su questa Superleggera. Anche qui è stato prezioso il travaso di know-how dal Super Trofeo. Ulteriore particolarità della vettura sono le ruote: i cerchi da 19″ sono in alluminio forgiato e, insieme alle colonnette ruota in titanio -estremamente resistenti-, consentono un risparmio di ben 13 kg.
I pneumatici Pirelli PZero Corsa, hanno dimensioni di 235/35 all’anteriore e 295/30 al posteriore e sono stati sviluppati appositamente per il nuovo modello. L’impianto frenante conta su pinze a otto pistoncini davanti e a quattro dietro. Il diametro dei dischi -autoventilanti- è di 365 mm all’anteriore e 356 al posteriore.
A richiesta sono disponibili i freni carboceramici, più leggeri (12 kg meno dell’impianto in acciaio) e performanti. In questo caso, il caliper anteriore ha sei pompanti ed il diametro dei dischi davanti sale a 380 mm. Fra gli altri optional vanno ricordati l’ala posteriore di maggiori dimensioni, le cinture di sicurezza a quattro punti, l’estintore e la gabbia protettiva “On-track Tubular Frame Unit”.
Per i clienti più “viziati” non manca la possibilità di attingere ad altre idee meno concrete e più capricciose: sono disponibili fra l’altro i tappetini in moquette, diversi volanti in pelle pregiata, il vano motore rivestito in carbonio. Non mancano tre pacchetti di accessori: il pacchetto portaoggetti, il pacchetto carbonio (che comprende la console centrale, il cruscotto, la leva del freno a mano, gli inserti del volante, e le maniglie interne delle portiere), ed il pacchetto LED (che prevede invece diodi per l’illuminazione di vano motore e abitacolo).
Tra le possibilità più tecnologiche poi figurano il sistema multimediale di navigazione, il lifting system, il telecomando aprigarage e la Rear View Camera montata sotto l’ala posteriore. Poi, se proprio non doveste averne abbastanza, c’è sempre il programma Ad Personam che vi aprirà le porte su possibilità teoricamente infinite…