Tesla Model S: dagli Stati Uniti il jailbreak per l’impianto multimediale
La vicenda ha spaccato i proprietari del modello: alcuni ritengono che tale accorgimento possa migliorare l’esperienza d’uso, mentre altri ritengono che non valga la pena mettere in gioco la garanzia.
Chi sale a bordo di una Tesla Model S resterà certamente sorpreso nel vedere il gigantesco monitor touch screen da 17 pollici. È posizionato sul tunnel centrale, in senso trasversale. Serve per comandare e gestire il raffinato sistema multimediale, per regolare la climatizzazione e per impostare il sistema di navigazione. Sono inoltre previste alcune applicazioni, per mezzo delle quali interfacciarsi con il proprio smartphone. Tale piattaforma dovrebbe soddisfare i gusti ed i voleri di quasi tutti gli automobilisti.
I CASI DI INCENDIO? RISOLTI CON UNA MODIFICA AL SOTTOSCOCCA
Non dei più ‘smanettoni’, che hanno già trovato un modo per sottoporla a jailbreak. Cosa significa? Jailbreak è un’operazione con cui fondamentalmente si viola il sistema operativo di un iPhone o di uno smartphone Android, di modo ché si possano installare app non previste in maniera nativa. Un appassionato statunitense ha così collegato il proprio laptop al sistema multimediale di bordo. Si è servito di un cavo ethernet ed ha poi installato applicazioni provenienti da terze parti, come ad esempio il browser internet Firefox. La vicenda ha scatenato un acceso dibattito fra gli utenti del forum Tesla Motors Club.
Alcuni sostengono che l’esperienza d’uso possa migliorare in maniera significativa, mentre altri ritengono che non vada la pena invalidare in tal modo la garanzia. E dalla casa madre? I tecnici del marchio hanno immediatamente notato l’anomalia, segnalando al proprietario che sono ristabilisce la condizione originaria verrà invalidata la garanzia.
In Norvegia continua a macinare record di vendita
Era lo scorso ottobre quando scrivemmo che la Tesla Model S conquistò una fetta significativa del mercato automobilistico norvegese. Torniamo oggi sull’argomento per fornirvi nuovi dati, ancor più clamorosi e sorprendenti. Il sito Hegnar.no rivela infatti che la berlina elettrica è stata acquistata a marzo da ben 1.493 persone, valore tre volte superiore rispetto al già notevole risultato del settembre 2013.
CHIUSA L’INCHIESTA SUGLI INCENDI: LA MODEL S E’ ORA PIU’ SICURA
Il numero va ovviamente contestualizzato. Scopriamo in tal modo che l’elettrica californiana non ha solo venduto più di qualsiasi altra vettura, ma ha scavato un vero e proprio solco rispetto alla concorrenza. Un esempio? A marzo ‘solo’ 624 automobilisti hanno optato per la Volkswagen Golf, mentre la Nissan LEAF (quarto modello più venduto nel mese) rincorre a distanza di oltre 1.000 esemplari. Ancor più significativi i numeri del periodo gennaio-marzo. La Model S è stata scelta da 2.056 persone, la Golf da 1.577 e la LEAF da 1.559. Gli spunti di riflessione non sono comunque esauriti.
NEGLI STATI UNITI E’ PIU’ CARA USATA CHE NUOVA!
Nell’intero 2013 solo 1.983 persone hanno scelto l’elettrica Tesla, quando nei primi 3 mesi del 2014 sono già 2.056. La Tesla Model S ha inoltre ritoccato un primato in vigore dal dicembre 2006, quando la Subaru Forester venne commercializzata in 1.328 esemplari e stabilì in tal modo il record di vendite mensili. La berlina elettrica ha inoltre venduto da sola più che l’intera gamma Ford (1.825 unità totali).
Tesla Model S: a settembre è il modello più venduto in Norvegia!
La particolarità del mercato ed i suoi numeri estremamente contenuti rendono l’episodio meno simbolico di quanto non sia in realtà. Noi invece lo consideriamo quale vero e proprio spartiacque, in quanto non era mai capitato che un’automobile elettrica primeggiasse in maniera tanto lampante ed autoritaria. E’ successo in Norvegia, a settembre, quando 616 automobilisti hanno deciso di comperare una Tesla Model S. La berlina elettrica ha dunque raccolto il 5.1% degli ordini complessivi, secondo quanto riferito dall’Opplysningsraadet for Veitrafikken – ente specializzato nell’elaborazione dei dati di vendita.
Il governo del paese scandinavo si è dimostrato particolarmente attento e motivato nel sostenere le automobili a zero emissioni, dal momento che i suoi acquirenti possono godere di incentivi all’acquisto, dell’esenzione dalla congestion charge, dell’utilizzo gratuito dei mezzi pubblici e di parcheggi gratuiti. Non stupisce quindi che nel mese di settembre la quota di mercato delle automobili elettriche sia aumentata dal 5.2% del 2012 all’attuale 8.6%, percentuale maggiore rispetto alle ibride: queste ultime non godono di alcuna facilitazione e si sono fermate al 7.3%.
Il successo e l’affermazione di Tesla sono talmente convincenti da aver spinto General Motors a creare una specifica squadra di lavoro. Steve Girsky, vice-presidente dell’azienda, ha infatti rivelato che alcuni suoi tecnici stanno studiando attentamente le caratteristiche dell’azienda e della Model S, dedicando particolare attenzione alle metodologie utilizzate per lo sviluppo dei nuovi modelli, per l’ingegnerizzazione, per la produzione e perla formazione del personale. Non è infatti segreto che GM stia lavorando in maniera più che attiva per realizzare un’elettrica dall’autonomia superiore a 200 miglia (322 chilometri).
In California entra nella flotta Hertz
La Tesla Model S è stata recentemente selezionata da Hertz quale nuova componente della famiglia Dream Car, automobili a noleggio di tenore particolarmente spiccato. Il servizio è disponibile negli Stati Uniti e limitato per ora agli aeroporti di Los Angeles e San Francisco, nonostante vi siano ben 35 siti nazionali in cui ritirare le vetture di lignaggio più elevato. Fra queste vanno segnalate le Aston Martin V8 Vantage, Mercedes SLS AMG ed SRT Viper, la Range Rover Sport e varie Ferrari, Porsche o Lamborghini. La berlina elettrica sarà in versione con pacco batterie da 85 kW.
Il suo motore sviluppa quindi una potenza di circa 365 CV, eroga 440 Nm e garantisce uno 0-100 km/h in 5.4 secondi, per una velocità massima di 201 km/h. E’ tuttavia possibile richiedere la configurazione Performance. Il pacco batterie resta invariato, ma il motore sale a 420 CV/600 Nm e la berlina si rivela ancor più frizzante: per lo 0-100 km/h bastano 4.2 secondi, mentre la velocità massima aumenta a 210 km/h. L’autonomia dichiarata ammonta a 480 chilometri, quando l’ente nazionale statunitense per la protezione ambientale (EPA) ha certificato un comunque più che ottimo valore di 426 chilometri.
Il primo esemplare italiano della Model S è stato consegnato ieri al legittimo proprietario. Secondo quanto rivelato nei mesi scorsi, la gamma sarà inizialmente composta da tre versioni ed avrà prezzi compresi fra i 72.600 euro della 60 kWh ed i 97.750 euro della 85 kWh Performance; la Tesla Model S 85 kWh sarà invece proposta ad 83.150 euro. Il centro di distribuzione europeo è stato realizzato a Tilburg, nei Paesi Bassi.
Tesla: le vendite a gonfie vele
Analizzare l’andamento del mercato californiano rappresenta un’attività dalle conclusioni spesso sorprendenti. Può capitare ad esempio che una realtà particolare e di nicchia qual è Tesla venda in 6 sei mesi più automobili di marchi generalisti quali Buick, Fiat, Land Rover, Lincoln o Mitsubishi, oppure che la stessa azienda raccolga in giugno più clienti di Cadillac, Chrysler e Porsche. La notizia è riportata da Slate e contribuisce ad aumentare la considerazione nei riguardi del marchio californiano, la cui Model S è risultata uno fra i modelli più sicuri mai testati dall’ente nazionale per la sicurezza stradale (NHTSA).
Il sito riferisce che Tesla ha rosicchiato nei primi sei mesi del 2013 una percentuale dello 0.6% (4.714 esemplari), dato particolarmente significativo in quanto ottenuto dalla sola Model S – la Roadster è uscita di produzione a gennaio 2012 – e con una rete vendita non certo sviluppata come realtà ben più consolidate ed integrate. Nel mese di giugno la berlina elettrica è stata acquistata da ben 1.097 automobilisti, valore che aziende premium o semi-premium guardano con invidia: Chrysler ha infatti targato 737 automobili, Porsche 806 e Cadillac 904, mentre la pur tonica Audi non è andata oltre i 2.467 esemplari.
Di più: la Model S ha sopravanzato vetture di gran blasone quali le Ford Taurus, Dodge Challenger e Chevrolet Tahoe, nonostante il prezzo d’acquisto (63.570 dollari) sia decisamente superiore. I numeri pubblicati dalla California New Car Dealers Association rivelano inoltre che il 50% delle Tesla Model S vendute a livello nazionale è stato targato nel Golden State.
Due incidenti negli Stati Uniti
Sono trascorsi pochi giorni da quando l’ente nazionale per la sicurezza stradale statunitense (NHTSA) ha indicato la Tesla Model S come una fra le automobili più sicure mai testate. Questa certificazione ha evidentemente tranquillizzato una 34enne di Murfreesboro (Tennessee), colpevole di uno scenografico incidente proprio mente guidava la sua berlina. Il sito Wgnsradio riferisce infatti che la 34enne ha smarrito il controllo dell’automobile ed è finita dritta dritta contro una palina della linea telefonica, provocandone il collasso. La ragazza si è giustificata additando l’impianto audio: stava infatti litigando con la radio quand’è uscita di strada.
Gli agenti hanno però scoperto un’altra verità. Un funzionario del 911 le ha infatti chiesto patente e documenti, ma in tutta risposta la 34enne li ha sporti al vigile del fuoco che lo accompagnava. Morale? Il risultato dell’alcol test si è rivelato positivo. Le teorie dell’NHTSA sono confermate da un altro episodio, verificatosi ad aprile nella cittadina californiana di Camarillo. Una 71enne stava infatti parcheggiando la sua Model S quand’è piombata nel ristorante Lure Fish House, distruggendone parte del muro laterale. Secondo Vcstar la goffa guidatrice avrebbe – a suo dire – accusato un problema al pedale del freno, che una volta premuto avrebbe causato un’improvvisa accelerazione. Ci azzardiamo a supporre che la signora non conosca bene la sequenza dei pedali…
Cambiamo automobile ed area geografica. A Sharjah, emirato degli Emirati Arabi Uniti, il proprietario di una Ferrari F12berlinetta è andato a sbattere dopo appena 100 chilometri. La vicenda è resa ancora più “”comica”” dall’espediente utilizzato per guadagnare in qualche modo la strada di casa: il pneumatico posteriore sinistro è rimpiazzato da una ruotina misera misera…