Abarth 500C e Punto Evo: la nostra prova in pista
Abbiamo provato i due nuovi Scorpioni, Abarth Punto Evo e Abarth 500C, nel circuito di Balocco, il centro sperimentale dove Fiat esegue sviluppo e collaudi delle sue vetture. Su percorsi diversi, ognuno per far risaltare le caratteristiche delle due vetture: più stretto e “curvoso” quello riservato alla Abarth 500C, più veloce e tecnico il tracciato
Abbiamo provato i due nuovi Scorpioni, Abarth Punto Evo e Abarth 500C, nel circuito di Balocco, il centro sperimentale dove Fiat esegue sviluppo e collaudi delle sue vetture. Su percorsi diversi, ognuno per far risaltare le caratteristiche delle due vetture: più stretto e “curvoso” quello riservato alla Abarth 500C, più veloce e tecnico il tracciato dove abbiamo guidato la Abarth Punto Evo. Le due auto sono già in vendita in Italia dallo scorso weekend, a 21.000 euro il Cinquino e 19.400 la Punto.
“Stiamo investendo molto nel marchio – ha spiegato Harald Wester nel corso della presentazione – e i risultati ci confortano: ora Abarth è presente su 3 continenti, in 16 paesi con 300 officine specializzate e 140 preparatori ufficiali. Abbiamo un fatturato di 12 miliardi in Europa, 10 negli USA e 4 in Giappone per un totale di 26 miliardi; comunque il 40% delle vetture sono state vendute in Italia. Conosciamo bene il nostro target (basti pensare che uno su tre ha acquistato per la propria Abarth un kit prestazionale) e con la 500C andiamo a coprire una fascia di mercato che era totalmente assente nei nostri showroom: il pubblico femminile. In Europa, infatti, il 60% delle vetture cabrio viene acquistato da donne”.
Sulla Abarth 500C debutta la prima livrea bicolore mai vista su una 500: si è scelto di realizzare un dualismo estetico che parte dalla livrea esterna (optional) fino ai colori degli interni (sedili e plancia) ed altri dettagli. Dal punto di vista tecnico e funzionale, invece, debutta un nuovo cambio a 5 rapporti con comando elettroidraulico e interfaccia pilota realizzata con palette dietro il volante. Derivato dal MTA (Manual Transmission Automated), consiste in un cambio meccanico “tradizionale” sul quale il leveraggio manuale è sostituito da un attuatore controllato elettronicamente da una “TCU” (Transmission Control Unit) che ottimizza i cambi marcia e l’efficienza meccanica. Lo stesso robotizzato debutta il prossimo anno anche sulla Abarth 500 coperta.
Questo cambio, peraltro, vuole essere anche un richiamo a Karl Abarth che ha iniziato la sua attività nel 1949 proprio realizzando un cambio sportivo con comandi al volante per la Fiat Topolino. Un richiamo diretto, insomma, alla storia della casa che da 60 anni realizza preparazioni sportive e che negli anni si è saputa anche imporre nel mondo delle competizioni. Peccato solo che non sia stato adottato il a doppia frizione TCT già visto sulla Alfa Romeo Mito. Il sistema Abarth Competizione montato sulla 500C prevede sia la modalità “auto” per un maggior confort, sia la modalità “manual” per la massima soddisfazione di guida. Ad entrambe le modalità si può sovrapporre il settaggio “sport” con ripercussioni sulla velocità di cambiata.
Il motore è un 1.4 Turbo T-Jet che eroga ben 140 cavalli (5 in più della Abarth 500) e consente uno 0-100 km/h in soli 8,1 secondi e una coppia di 206 Nm a 2000 giri in modalità Sport per una velocità massima di 205 km/h. Tramite il pulsante Sport (che agisce sulla mappatura della centralina, sulla pressione del turbo e sul carico al volante) si può anche usufruire della funzione overboost. Come ausilio nel passaggio da prestazioni assolute del motore e dinamica di guida, è stato adottato il TTC (Torque transfer control) che migliora il trasferimento della coppia alle ruote, migliorando il comportamento in curva.
E’ tempo di salire a bordo. “Sportivizzati” gli interni con diversi dettagli estetici come i pedali in stile racing ma anche con altri elementi funzionali come l’indicatore analogico della pressione del turbo. Al posto della tradizionale leva del cambio ci sono 4 pulsanti che consentono di utilizzare il cambio. Con “1” si inserisce il rapporto, con “A/M” si sceglie fra automatico e manuale mentre “R” indica ovviamente la retromarcia e “N” la folle. Il resto si fa con le palette poste dietro al volante e solidali con esso, in modo da consentire una posizione sempre corretta delle mani. Accoglienti e contenitivi i sedili sportivi mentre le plastiche e gli accoppiamenti sono curati e di qualità, caratteristiche che da sempre contraddistinguono la nuova 500 in tutte le sue declinazioni.
Avviato il motore, si nota subito il sound del motore, più presente nell’abitacolo grazie al minor filtraggio del tetto in tela. Con il pulsante “1” ingraniamo la marcia. Facciamo i primi chilometri in modalità automatica: il cambio se la cava bene, i passaggi da un rapporto all’altro sono abbastanza fluidi e adeguatamente veloci, pur senza intaccare il confort di guida. Con il tasto Sport inserito le cose cambiano e migliorano sensibilmente i tempi di cambiata, sebbene diminuisca il confort: salendo con le marce sembra quasi che la 500C resti un momento senza fiato ma poi con un bel botto allo scarico riprende subito grinta, pronta a sfruttare il rapporto successivo. Ottima, invece, la scalata che quasi non si avverte. In modalità manuale, si nota lo stesso comportamento con la differenza di poter scegliere a piacimento l’istante della cambiata. Chiaro, non si tratta di un moderno cambio a doppia frizione ma le prestazioni sono assolutamente adeguate.
Curva dopo curva, la Abarth 500C fa sembrare di essere a bordo di un go-kart: lontana dall’efficacia di una vettura nata per essere sportiva ma con delle prestazioni e un comportamento dinamico che offrono una guida davvero divertente! Ad ogni minima pressione sul gas corrisponde una risposta sempre pronta e grintosa senza spazi inerti nella corsa del pedale ed anche l’azione del freno è aggressiva, ma sempre ben modulabile. Il 1.4 turbo spinge parecchio ed è capace di far nascere un bel sorriso sul volto di chi sta conducendo questa 500C in piena accelerazione.
Dal punto di vista dinamico emergono le pecche di questa Abarth che, sebbene resti divertente, non è comunque da considerare una vettura sportiva. Le sospensioni (anteriore a ruote indipendenti del tipo Mc Pherson, posteriore “a ruote interconnesse” semindipendenti con assale torcente) non offrono tutto il sostegno di cui si potrebbe aver bisogno, cercando di sfruttare completamente l’appoggio degli pneumatici su ruote da 16” (o 17” come optional). Non si fa tanto scomporre in entrata (con staccate cattive a ruote sterzate) o in uscita di curva (i 140 cv vengono ben contenuti), è il momento della percorrenza delle curve dove si sentono i limiti. Stiamo parlando, chiaramente, di una guida aggressiva, non certo quotidiana; quando si va alla ricerca dei limiti di aderenza delle gomme, il rollio (seppur contenuto) scarica le ruote interne e il lavoro delle sospensioni su quelle esterne diventa difficoltoso.
In sostanza: una gran bella vettura (la colorazione bicolore rende di più dal vivo, che in foto), curata ed efficace. Volete sapere se mi piacerebbe possederla? Sì. Se la porterei in pista? No. Infine, una piccola nota sulla colorazione “bi”: la fascetta sottile è un semplice adesivo e pure con fondo bianco (si nota perciò una sbavatura di colore nei bordi) …peccato.
Abbiamo lasciato volutamente per ultima la Abarth Punto Evo. E’ qui che il gioco si è fatto davvero divertente! Il motore è il 1.4 Multiair con 165 cavalli (salgono a 180 con il kit “esseesse”), coppia massima di 250 Nm (25,5 kgm) a 2250 giri/min, per un accelerazione 0-100 in soli 7,9 secondi. Non male per un motore di questa cubatura. L’efficienza del Multiair è cosa nota: assicura un incremento di potenza (fino al 10%) e coppia (fino al 15%), oltre ad una sensibile riduzione di consumi (fino al 10%) ed emissioni di CO2 (sino al 10%). Basti pensare che le emissioni di Co2 della 500C si attestano a 155 g/km mentre la Punto si fissa a 142 ma con diversi cavalli in più. Interessante anche il peso che si ferma prima dei 1.200 kg.
Qui il cambio è di tipo tradizionale a 6 rapporti ma in compenso si guadagna il manettino, del tutto simile al sistema DNA di Alfa ma con due sole posizioni, Sport e Normal. Agisce su motore, freni e sterzo, consentendo due diversi comportamenti della vettura, in base allo stile di guida più adatto alla situazione o ai desideri. Modifiche sensibili, tanto da far avvertire un comportamento completamente differente del pedale del gas (senza “buchi” nella risposta in Sport) ma anche sull’azione dello sterzo (più pesante e preciso in modalità sportiva). A tutto ciò si aggiunge anche il sistema Start&Stop che, oltre alle classiche funzioni, fa riavviare il motore quando lo si imballa durante le fasi di partenza.
Dal punto di vista estetico, si notano diverse differenze rispetto alla versione Fiat e, se sulla 500C sono soprattutto dedicate al look, sulla Punto sono tutte votate alla funzionalità. Il paraurti anteriore è stato allargato incorporando anche l’accoppiamento con i codolini laterali e la mostrina nera anteriore è stata sagomata in profondità per dare spazio ai convogliatori laterali, che indirizzano e correggono la scia del aria migliorando sensibilmente il flusso aerodinamico laterale, prendendo spunto dalla versione rally. Il posteriore gode di un paraurto completamente rivisto che incorpora gli sfoghi laterali ed e particolarmente caratterizzato dal nuovo diffusore che canalizza in modo ottimale il flusso d’aria. Rispetto alla versione precedente, lo stesso diffusore è stato appositamente scontornato per darne maggiore risalto e un collegamento estetico con lo splitter anteriore.
Lo spoiler è stato completamente rivisto sia nel colore (ora è nella stessa tinta di carrozzeria per rendere più continua e dinamica la linea della vettura), sia soprattutto nel volume: infatti, la nuova forma allungata e rastremata migliora le prestazione nei valori di cx e CZ rendendo la Abarth Punto EVO ancora più stabile. Il baffo porta logo è stato completamente rivisto ed e diventato più sportivo grazie alla sua griglia. Allo stesso modo il badge iconografico non è più tondo come nella vettura precedente ma è tornato quello storico già incorporato nella 500.
Anche gli interni sono stati completamente rinnovati. I materiali utilizzati vogliono richiamare per aspetto e finitura il tipico manto stradale dei circuiti automobilistici, portando così la sensazione della pista all’interno dell’abitacolo. La consolle centrale dei comandi è sdoppiata, con il modulo della “radio” caratterizzato da una superficie di colore nero (purtroppo rimasto lucido), al centro della quale è posizionato il display LCD. Al di sotto, in un pannello separato, sono posti i comandi della climatizzazione, mentre nella zona superiore ci sono le bocchette dell’aria con un vano portaoggetti. Sulla Punto Evo, a differenza della 500 cabrio, l’indicatore della pressione del turbo è digitale ma resta comunque intuitivo.
Qui per sentire il rombo bisogna abbassare i finestrini, l’abitacolo è ben insonorizzato: un vantaggio nella guida quotidiana ma un dispiacere quando si guida in pista. Bene il cambio anche se la corsa della leva è piuttosto lunga e “impuntarlo” non è cosa impossibile ma tutto sommato si dimostra efficace. A stupire è il motore che spinge davvero bene, con una coppia corposa sin da bassissimi giri: significa poter guidare con le mani sul volante senza dover stringere troppa amicizia con il cambio. L’erogazione è pulita, senza buchi o incertezze e consente una guida aggressiva. Fortunatamente, altrettanto efficace è il freno che quando viene spremuto seriamente fa anche scoprire un sistema ABS abbastanza permissivo.
A livello dinamico, la versione Abarth conferma i pregi della Punto Evo (mutuati dalla Grande Punto). Il sistema fisico composto da struttura, pesi e bilanciamenti è di un’efficacia rara, dove la ciliegina sulla torta è uno sterzo diretto e precisissimo. Tradotto, significa poter sfruttare completamente la Abarth Punto Evo anche nella guida in pista: staccate violente, ingressi in curva sporchi, sovrasterzi provocati (non senza difficoltà, visto il buon bilanciamento dell’insieme) e sottosterzi non rari ma controllabilissimi.
Qui, alle due domande di prima in stile Marzulliano (“fatti una domanda e datti la risposta”) dico “sì” e “sì”.