100 anni Alfa Romeo – Prima parte
Oggi è una giornata storica per Alfa Romeo e gli alfisti che si apprestano a festeggiare i 100 anni di attività della Casa del Biscione. Il 24 giugno del 1910 nacque la società Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, per iniziativa di Ugo Stella che rilevò l’ex stabilimento Darracq, situato in Via Gattamelata nella zona Portello di
Oggi è una giornata storica per Alfa Romeo e gli alfisti che si apprestano a festeggiare i 100 anni di attività della Casa del Biscione. Il 24 giugno del 1910 nacque la società Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, per iniziativa di Ugo Stella che rilevò l’ex stabilimento Darracq, situato in Via Gattamelata nella zona Portello di Milano. Come marchio fu scelta un’effige che racchiudeva i due simboli del capoluogo lombardo: la croce rossa in campo bianco e il biscione visconteo. Invece, il primo modello Alfa della storia fu la 24 HP, progettata da Giuseppe Merosi. L’auto era equipaggiata con un motore 4084 di cilindrata da 42 CV di potenza che permetteva di superare i 100 km/h di velocità massima. L’Alfa 24 HP nacque anche per l’impiego agonistico, tant’è che nel 1911 partecipò alla Targa Florio.
Nel 1913 la gamma fu ampliata con la 40-60 HP equipaggiata con il motore 6 litri da 70 CV, mentre l’anno successivo fu realizzata la prima Gran Prix. Un anno importante per la Casa del Portello fu il 1915, quando nel capitale della società fece il suo ingresso l’ingegnere napoletano Nicola Romeo che, quattro anni più tardi, affiancò il proprio cognome all’acronimo Alfa nella ragione sociale. Durante la prima guerra mondiale, la produzione fu concentrata sulle commesse militari e l’assemblaggio delle vetture riprese solo nel 1920 con l’Alfa Romeo 20-30 HP, caratterizzata dalla carrozzeria torpedo. In seguito, debuttarono la RL nel ’22 e la RM nel ’23, anno in cui arrivò la prima vittoria alla Targa Florio con il pilota Ugo Sivocci. In totale, Alfa Romeo ha vinto 10 edizioni della storica gara siciliana.
Dopo la conquista della Targa Florio, le vetture da gara della Casa del Portello furono caratterizzate dal simbolo del quadrifoglio che già campeggiava su alcuni modelli di produzione dal 1914. Invece, nel 1924 debuttò su pista la Gran Prix P2, il cui progetto portava la firma di Vittorio Jano che era giunto in Alfa solo l’anno prima. La vettura era mossa dal motore 2 litri da 140 CV, la cui potenza fu poi innalzata a 155 CV nel ’25 e a 175 CV nel 1930, anno in cui Alfa Romeo vinse l’edizione della Mille Miglia con il duo Nuvolari-Guidotti a bordo della 6C 1750 Gran Sport, riconoscibile per i tre fari rossi sulla calandra, la leva del cambio lunga e il volante nero. L’auto sviluppava 102 CV di potenza e raggiungeva i 170 km/h di velocità massima. Intanto, la gamma fu ampliata nel ’27 con la RL Super Sport e la 6C 1500.
Nel 1931 Alfa Romeo partecipò alla 24 ore di Le Mans con la 8C 2300 Le Mans, derivata dalla 8C 2300 stradale che debuttò lo stesso anno. La vettura era equipaggiata con il motore a otto cilindri da 155 CV che permetteva di superare i 200 km/h di velocità massima, mentre la carrozzeria – realizzata da Zagato – pesava 980 kg. La Casa del Portello vinse la gara di endurance più famosa al mondo con l’accoppiata Howe-Birkin e si ripeté anche nei tre anni successivi. Nel ’32, invece, Jano progettò la Gran Prix P3 Tipo B, affidata in gara a Tazio Nuvolari. L’anno dopo, in seguito alla Crisi mondiale del 1929, l’IRI assunse il controllo di Alfa Romeo e Ugo Gobbato fu nominato come direttore generale, il quale affidò il comando del reparto corse a Enzo Ferrari nel 1934, quando debuttò la 6C 2300.
Nel ’37, dopo l’introduzione dell’Alfa 8C 2900, Vittorio Jano lasciò la Casa del Portello che, l’anno dopo, al suo posto assunse l’ingegnere Orazio Satta. Inoltre, nel 1938 l’Alfa Romeo 8C 2900 B da 220 CV – carrozzata Touring – dominò la Mille Miglia con una storica tripletta. Nel ’39, invece, fu presentata la 6C 2500, ultima vettura Alfa prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Nel corso del secondo conflitto bellico, la produzione fu nuovamente convertita alle esigenze militari e, alla fine della guerra, lo stabilimento del Portello fu quasi distrutto. Nel 1945 fu riavviata la riconversione industriale post bellica con l’avvio della produzione, nel ’46, della 6C 2500 Sport e le monoposto 158 per le gare. Però, Alfa Romeo necessitava di una produzione di massa per sopravvivere, dato che al Portello furono prodotte solo 11.000 vetture dal 1910 al ’45. Un primo segnale della nuova Era fu l’assunzione nel ’48 dell’ingegnere Giuseppe Busso.