Alfa Romeo 4C il video in pista e le prime impressioni di guida
Com’è l’Alfa Romeo 4C? L’abbiamo provata in pista e possiamo dirvi che…
La Alfa Romeo 4C è molto probabilmente l’auto più interessante dell’anno, quella che ha suscitato maggiore interesse perchè sportiva, perchè Alfa Romeo, perchè inaspettata e rivolta ad un pubblico molto molto ampio in relazione alle prestazioni e al rapporto qualità prezzo. Su questo incide anche il suo posizionamento, il fatto che da decenni ormai gli alfisti aspettassero un prodotto di questo tipo, l’appeal del marchio, la storia dell’intero brand Alfa Romeo e infine i suoi contenuti tecnologici, in primis il suo telaio in carbonio efficace, leggerissimo e esclusivo.
Per questo abbiamo deciso di seguire con attenzione la storia e l’arrivo del modello così come il lancio alla stampa con il nostro Live Test. Tra le cose che ci hanno più stupito troviamo, in ordine di importanza, la solidità strutturale degli interni e della carrozzeria così come le finiture e gli assemblaggi; in ultimo il funzionamento della climatizzazione. Tutti aspetti che siamo abituati a veder trascurati su auto così sportive che ricercano la leggerezza come fine ultimo di ogni scelta progettuale. Ci ha poi stupito per il grado di messa a punto del suo assetto, il bilanciamento dei pesi e la capacità di adeguarsi non solo all’uso in pista al limite, ma anche ad un utilizzo più stradale o meno professionale. Il sottosterzo infatti è contenuto ma rassicurante e si evidenzia solo nelle fasi di guida meno decise.
L’intervento del traction e del sistema di stabilità sono sempre puntuali e, per mettere in crisi il posteriore, serve un’azione decisa sullo sterzo con pendolo e trasferimenti di carico importanti e molto precisi. Infine ci ha stupito per il peso finale; 890kg a secco sono un dato di assoluto livello soprattutto se confrontato con la diretta concorrenza inglese, che negli anni è lievitata di peso, senza però fornire un proporzionale aumento di potenza e di prestazioni del motore. Insomma, il dato che colpisce è proprio come l’Alfa Romeo e il gruppo FIAT, finora tanto lontani da concetti come la sportività estrema, la ricerca della leggerezza e delle prestazioni al limite, tanto meno avvezzi a realizzare auto a trazione posteriore e motore centrale (ma quì la partnership e il know how di Ferrari è risultato strategico), enormemente lontano dalla mitica Alfa Giulia TZ (tubolare Zagato) e senza una storia recente in questo segmento, abbia letteralmente fatto centro al primo colpo, realizzando un’auto tanto azzeccata, ben costruita e perfettamente allineata verso le esigenze di questo tipo di cliente finale come è appunto la 4C.
Una piccola opera sartoriale quella di Alfa Romeo che rinverdisce i suoi fasti sportivi e regala al pubblico di appassionati un altro modello di cui essere fieri e parlarne con orgoglio. Del resto gli “alfisti” sono un popolo a parte, orgogliosi e legati al Marchio come pochi altri automobilisti sanno essere. Non resta che sperare che la 4C sia solo il primo di una nuova gamma di modelli del Gruppo Fiat e che l’entusiasmo generato dalla 4C venga in futuro alimentato da modelli altrettanto azzeccati e ben realizzati.
La guida in pista
Nella guida l’auto si dimostra molto molto veloce in inserimento di curva, precisa in frenata dove l’anteriore si carica di parte del peso e segue la traiettoria impostata in modo fedele e impeccabile. Per ottenere il massimo è necessario essere molto precisi nei movimenti dello sterzo e accordare l’inserimento al trasferimento di carico in modo da sfruttare l’aumento di aderenza sull’anteriore generato dalla decelerazione.
Nei rapidi destra sinistra, così come nelle esse a media e bassa velocità, è facile innescare un sovrasterzo quando si ricerca una forte velocità di inserimento e si effettua la frenata con lo sterzo già molto ruotato. In questi casi per mantenere l’auto in traiettoria e limitare i movimenti del posteriore è importante accordare i movimenti dello sterzo con quelli del freno e dell’acceleratore, aspettare che le sospensioni si riestendano e sia meno marcato il rollio prima di ruotare completamente lo sterzo dalla parte opposta.
Insomma l’auto permette limiti elevatissimi e il peso contenuto asseconda anche le velleità più marcate del pilota, ma è sempre importante far danzare l’auto in modo coerente e “sinuoso” se si vuole procedere veloci e senza controlli della stabilità attivi verso tempi in pista di ottimo livello.
Nel caso siate invece amanti delle lunghe spazzolate di traverso, della guida in drift o delle continue correzioni dell’assetto, ricordate che la 4C è un’auto dalla potenza e coppia comunque contenuta e dalla grande aderenza sull’asse posteriore. Per innescare eventuali sovrasterzi nelle curve da seconda e terza marcia basta forzare molto la velocità a centro curva, poi una volta con l’auto in appoggio potete alleggerire un poco la pressione sull’acceleratore per poi affondare rapidamente il pedale in modo da ottenere un sovrasterzo in uscita facile da controllare grazie al peso limitato, alla grande direzionalità dell’anteriore e buon lavoro dell’insolito McPherson posteriore.
In inserimento di curva invece un rapido “destra sinistra” del voltante in fasi di frenata o legato a un rapido rilascio dell’acceleratore può garantirvi un allargamento del posteriore piacevole e facile da controllare. Questo perchè anche in condizioni limite la 4C risulta molto docile, comunicativa e progressiva nei suoi movimenti, così anche quando l’assetto viene messo in crisi la risposta del posteriore non è mai secca o violenta, ma sempre progressiva e ben calibrata. Inoltre il peso contenuto e i buoni angoli che regolano la cinematica delle ruote, rendono le reazioni dell’auto piuttosto prevedibili e anche dopo forti angoli di imbardata o sovrasterzi molto accentuati si riesce sempre a riallineare l’auto. Interessante anche il comportamento del retrotreno, dominato da una sospensione con schema McPherson molto evoluta, dotata di bracci molto lunghi, di puntone trasversale per la regolazione della convergenza che aiuta a mantenere gli angoli il più possibile costanti durante l’escursione.
Il braccio verticale infine è molto corto e dotato di una interessante molla bassa e dalla particolare costruzione che permette di contenere i movimenti trasversali di tutto il cinematismo posteriore (vero limite dinamico dello schema McPherson). Tutto questo resta ovviamente e rigorosamente confinato all’utilizzo in circuito, in modalità Race e con i controlli di stabilità e di trazione disabilitati. Tornando al comportamento del posteriore abbiamo apprezzato anche la sua capacità di “copiare” gli avvallamenti dell’asfalto anche in condizioni limite. Infatti in uscita da un curvone da da quarta marcia percorso ad alta velocità e con forte accelerazione laterale ci è capitato che la ruota posteriore esterna (già caricata dal “peso” della forza centrifuga e dalla “responsabilità” della trazione) subisse un ulteriore schiacciamento generato da un avvallamento stradale. Nonostante questo il telaio e la sospensione hanno “ben digerito” anche questo ulteriore carico verticale senza innescare scompensi alla vettura o perdite di traiettoria.
Lo sterzo molto reattivo sin dai primi movimenti garantisce un ottimo feeling di guida e un controllo sempre immediato e naturale dell’auto, merito dello schema di sospensioni anteriori a triangolo sovrapposto. Probabilmente nel caso di utilizzo in pista o da parte di utenti più esigenti è possibile migliorare ancora la risposta e il comportamento dell’anteriore intervenendo e regolando gli angoli caratteristici (in particolare la convergenza e poi il camber). Buono l’impianto frenante che non mostra segni di fading o affaticamento anche dopo numerosi giri tirati, ma il nostro test in questo senso non ci permette di fornire dettagli sulla durata dell’impianto a medio e lungo raggio.
Sul comportamento delle sospensioni infine abbiamo riscontrato anche un discreto assorbimento delle buche e imperfezioni stradali su strada rettilinea, altro aspetto questo piuttosto riuscito in considerazione del tipo di auto e del comportamento in queste situazioni della diretta concorrenza.
Come nasce l’Alfa Romeo 4C
L’Alfa Romeo 4C è una vettura sportiva che richiama in modo coerente, innovativo e rispettoso delle tradizioni la storia tecnico sportiva del marchio; infatti molteplici sono gli elementi che fanno riferimento a storiche vetture del biscione. Trattandosi di una vettura due posti trazione posteriore e motore centrale è impossibile non pensare alle gloriose Giulia TZ (Tubolare Zagato) progettata dagli Ingg. Orazio Satta Puliga e Giuseppe Busso e costruita dal 1963 al 1965. Questa vettura, costruita in collaborazione con Autodelta e Zagato, impiegando la base meccanica della Giulia TI (motore 1570 cc bialbero con potenze da 112 a 160 HP), grazie al peso contenutissimo (660 KG) e all’ottima aerodinamica era in grado di offrire prestazioni eccezionali con velocità massime di 215 km/h. La successiva TZ2 , costruita in soli 9 esemplari, migliorava ancora le prestazioni riducendo il peso a 620 kg e incrementando la potenza del motore a 170 HP grazie alla testata a doppia accensione.
La moderna 4C richiama queste gloriose vetture interpretando in chiave moderna i medesimi elementi d’ispirazione e impostazione del progetto: rapporto potenza/peso elevatissimo, telaio e sospensioni ad alte prestazioni ed eccellente aerodinamica. Il motore proviene dalle vetture di serie di attuale produzione, è un moderno 4 cilindri sovralimentato da 240 Hp derivato da quello che equipaggia le Giulietta Quadrifoglio Verde e le ultime serie della 159, con potenza specifica di 137 HP/litro. La cilindrata di 1750 cc è storicamente una caratteristica della casa sin dagli anni ’20, quando Nuvolari vinceva a bordo della rosse Alfa Romeo 1750 6C Gran Sport, vetture progettate da Vittorio Jano con motore 6 cilindri in linea derivate dal 6C 1500. Con tale vettura nel 1930 il pilota mantovano vinse nel 1930 la Mille Miglia con una velocità media , per la prima volta, superiore ai 100 km/h.
Alla fine degli ’60 Alfa Romeo riprende questo “numero magico” sviluppando le vetture serie 1750, derivate Giulia, Notevoli furono gli sforzi degli ingegneri per superare le difficoltà tecniche legate all’incremento di cilindrata e potenza del bialbero in alluminio che, in origine, era il 1300 della Giulietta del 1954. Particolare cura richiesero il raffreddamento dei cilindri, le tenute della guarnizione della testata, gli spinotti dei pistoni e le valvole di scarico che erano raffreddate al sodio, come per la Giulia, ma rivestite di stellite per resistere alle notevoli sollecitazioni termo-meccaniche.
Parlando unicamente del layout, il riferimento più diretto va al prototipo “Scarabeo” del 1966 un modello con motore centrale, trasversale. Per il trattamento di stile, invece, abbiamo ripreso il mood board della 8C Competizione. Lo stile di tutte le vetture presenti nel moodboard si caratterizza per i volumi pieni e forti che si raccordano con superfici evolutive a punti di tensione che conferiscono forza ed energia. In questo siamo andati a ripercorrere: i volumi pieni ed estremi della Disco Volante, le sezioni caratteristiche della Giulietta Sprint Speciale e soprattutto la marcata e sensuale muscolatura della 33 Stradale. Proprio la 33 Stradale è il riferimento storico più diretto.
Come la 33 Stradale, 4C gode di un’impostazione meccanica fantastica.
Quindi realizzare il suo stile è stata un’operazione molto vicina a quella di un sarto specializzato che crea una tuta attorno a un atleta. Sicuramente il fatto di aver considerato 4C più come un corpo e la sua carrozzeria più come a una pelle, ci ha portato a interpretarla in modo più naturale e istintivo. Certi volumi, certi passaggi della carrozzeria fluiscono in modo naturale sottolineando un layout che garantisce proporzioni atletiche che esprimono forza e dinamicità. Questo abbiamo cercato di fare con 4C. Finora abbiamo parlato di ispirazione, di riferimenti, di principi… Ora entriamo nel dettaglio del suo stile. La vettura è sostanzialmente divisa in due parti principali: la parte posteriore, estremamente compatta, muscolosa e carica di energia e la parte anteriore ─ che comprende la fiancata sino alla presa d’aria laterale ─ che invece propaga l’energia del volume posteriore in segni lunghi e dinamici.
La linea grafica che ha origine all’interno della presa d’aria laterale corre sotto l’abitacolo e si proietta in avanti. Crea così il lungo muscolo anteriore che supporta il gruppo ottico e più al centro, sul cofano, la “V” estremamente tridimensionale che confluisce al centro del frontale e genera così lo “Scudetto Alfa Romeo”. Quest’ultimo, integrato dalle due prese laterali dà vita al “Trilobo”: l’elemento che più di ogni altro distingue a prima vista un’Alfa Romeo. Sui muscoli anteriori trovano posto i proiettori in questa sorta di configurazione “naked”, resa necessaria per eliminare etti e grammi dove possibile.
Il Telaio
La moderna 4C, costruita negli stabilimenti Maserati, ha un telaio monoscocca completamente realizzato in fibra di Carbonio, dal peso di 65 kg, integrato da strutture ausiliarie in alluminio per quanto riguarda la parte anteriore e posteriore della vettura e la gabbia di rinforzo del tetto.
La tecnologia utilizzata per la realizzazione della monoscocca proviene dalla Formula 1, essa è denominata Pre-Preg (pre-impregnato e formato da fibre unidirezionali) ed è abbinata ad una lavorazione denominata “cocura” che permette di ottenere un unico pezzo, senza assemblaggi: si tratta di un brevetto Dallara, per la prima volta impiegato in vetture prodotte in serie; fino a questo momento infatti tali soluzioni erano state utilizzate solo per vetture supersportive di tutt’altro calibro, prezzo e volumi di vendita, come per esempio la Lamborghini Aventador o, seppur con standard di diverso livello, Ferrari LaFerrari e McLaren P1.
L’alluminio, nella riduzione del peso, ha un ruolo rilevante pari a quello della monoscocca in carbonio: rappresenta il 38% del peso complessivo della vettura stessa che non raggiunge i 900 kg (895). Questo viene utilizzato secondo un processo denominato Cobapress che combina i vantaggi della fusione con quelli della forgiatura ottenendo pezzi ad altissima densità. Il peso ridotto, ancor di più della potenza elevata del motore, permette alla vettura prestazioni elevate ed un comportamento stradale ottimale: il rapporto peso/potenza è di 3,85 kg/CV[7] mentre la distribuzione dei pesi è 40% all’anteriore e 60% al posteriore. Per quanto riguarda la carrozzeria esterna si utilizza un composito realizzato con tecnologia SMC un poliestere rinforzato con fibra di vetro che ha un peso specifico di 1,5 g/cm³ (2,7 g/cm³ dell’alluminio) a bassa densità ed alta resistenza. L’impianto frenante ha quattro dischi forati autoventilanti, con pinze BREMBO in alluminio a quattro pistoncini sull’asse anteriore. Le campane dei freni sono realizzate in alluminio, per risparmiare circa 2 kg di peso su ogni ruota.
Chi saranno i proprietari
La vettura, a differenza degli altri modelli della gamma, viene distribuita in tutto il mondo. La distribuzione avviene tramite importatori intermediari nei paesi fuori dalla copertura Alfa Romeo o direttamente dall’Alfa Romeo nei paesi dove l’azienda italiana è presente con una propria filiale. Con la 4C inizia inoltre un’importante collaborazione commerciale con i concessionari Jeep per importare direttamente i veicoli in nuovi mercati non precedentemente coperti dalla rete vendita diretta, aprendo così all’Alfa Romeo mercati importanti come per esempio quello della Russia, dove Alfa Romeo era assente da tempo.
I primi mille esemplari del modello vengono commercializzati in una versione speciale denominata Launch Edition (con parti in carbonio a vista, aerodinamica dedicata, dotazioni speciali e solo due colori disponibili: rosso Alfa o bianco Dallara) con già decisi quanti modelli verranno assegnati ad ogni parte del mondo: 500 per il mercato NAFTA (Nord America), 400 per il mercato EMEA (Europa, Africa e Medio Oriente) e 100 per il mercato APAC (Asia). Gli ordini per i primi 500 esemplari della launch edition sono stati avviati in occasione dell’apertura del salone di Francoforte, da quella data sono arrivati in meno di dieci giorni ben 980 richieste per accaparrarsi questa prima ed esclusiva versione. La produzione annua dell’auto dovrebbe attestarsi sui 3.500 esemplari almeno per il 2014, con possibile aumento dei volumi a partire dal 2015.