Gennaio 2006 – benino l’Europa – bene la Fiat
Buon inizio d’anno per il mercato automobilistico Europeo: secondo i dati ACEA (pdf), le vendite in gennaio sono salite del 2,6% rispetto all’anno precedente (aumento in parte spiegato dal giorno lavorativo in più rispetto al 2005).I due mercati che trainano l’aumento sono Germania (+10,8%) e Italia (+10,7%). Ottimo il dato per il gruppo Fiat, che
Buon inizio d’anno per il mercato automobilistico Europeo: secondo i dati ACEA (pdf), le vendite in gennaio sono salite del 2,6% rispetto all’anno precedente (aumento in parte spiegato dal giorno lavorativo in più rispetto al 2005).
I due mercati che trainano l’aumento sono Germania (+10,8%) e Italia (+10,7%).
Ottimo il dato per il gruppo Fiat, che ha venduto 105.303 auto contro 89.331 nel gennaio ’05 (+17,9%), con una risalita notevole della quota di mercato, da 7,3% a 8,4% (quasi arrivata all’obbiettivo dell’8,5% che Marchionne si era dato per il 2008 …).
A livello di marchi si fa sentire molto l’ingresso a listino della Grande Punto (Fiat +16.000 auto, +23,2%), mentre ricomincia a salire Alfa Romeo (12.500 auto vendute, +6,2%).
Sale ancora di più il gruppo Volkswagen-Audi (+19,4%), sempre leader del mercato, con una quota che sale dal 16,9% al 19,5%. In particolare crescono molto il marchio VW (+25,5%) e il marchio Seat (+21,8%), mentre Audi sale del 10,8%.
In leggera discesa gli altri grandi gruppi Europei, con alcune eccezioni: in negativo di Renault, che continua a soffrire (-17,0%) e DaimlerChrysler (-8,3%); in positivo del gruppo BMW, che continua a salire (+6,1%) grazie ad una ottima performance del marchio BMW (+12,6%), che mitiga la perdita di un quarto delle vendite di Mini.
Tra le case giapponesi si nota la cattiva performance del marchio Toyota (-10,8%), che ha sofferto l’attesa per l’arrivo sul mercato delle nuove RAV4 e Yaris. Ottima performance, invece, per Suzuki (+41%), le cui vendite immagino siano spinte dalla nuova Gran Vitara e dalla Swift, di cui si vedono sempre più esemplari in giro.
Rimangono quasi ferme, invece, le case Coreane, dopo le performance notevoli del 2005.