Kia Sportage 2.0 CRDi VGT: la nostra prova su strada
Delle precedenti generazioni si è portata appresso solo il nome Sportage, a testimoniare continuità e contiguità con un passato ormai svanito. Svanito fra le nebbie della crisi economica (il crack finanziario asiatico del 1997) e societaria che avrebbe poi portato al matrimonio i marchi Kia e Hyundai, realtà allora traballanti ed oggi quinto gruppo automobilistico
Delle precedenti generazioni si è portata appresso solo il nome Sportage, a testimoniare continuità e contiguità con un passato ormai svanito. Svanito fra le nebbie della crisi economica (il crack finanziario asiatico del 1997) e societaria che avrebbe poi portato al matrimonio i marchi Kia e Hyundai, realtà allora traballanti ed oggi quinto gruppo automobilistico mondiale. La nuova Sportage rappresenta il compendio della fusione. Venne presentata nel 1996 come primo e timido fuoristrada cittadino – formula ignota persino ai progettisti -, aggiornato otto anni dopo con il passaggio alla sospensione posteriore Bi-Link in luogo del precedente ponte rigido; questa decisa evoluzione non le permise comunque di varcare l’anticamera del successo. La terza generazione introduce nuovi attributi, e abbraccia la formula del crossover trasformandosi in passista con trazione anteriore o integrale. Crescono le ambizioni ed aumentano anche i motivi per comprarla. Quattordici anni dopo la Kia Sportage porta a termine il suo percorso di maturazione.
Gran parte della sua inedita piacevolezza va attribuita all’estetica, personale ed accattivante, che caratterizza un corpo vettura più slanciato rispetto alla precedente generazione: la nuova Sportage è infatti lunga 4,40 metri (+9 cm), larga 1,85 (+5,5 cm) ed alta 1,63 (-6 cm), e spartisce numerosi dettagli stilistici con la Sorento nonostante tragga ispirazione dal prototipo Kue. Per rendere più equilibrata la linea i designer hanno scelto di offrire solo cerchi in lega di grosso diametro – 17 pollici standard, 18 in opzione -, privilegiando l’aspetto emotivo piuttosto che la razionalità. Anche l’abitacolo può sentirsi penalizzato dalle concessioni visive, in quanto il profilo arcuato del padiglione sottrae spazio utile sopra la testa. Nulla di preoccupante, ma si ha quasi l’impressione di guidare una coupè rialzata. Questo piccolo “equivoco” non nasconde le qualità di un vano interno spazioso e versatile, conformato per accogliere cinque occupanti con relativi bagagli: il vano carico misura infatti 564 litri con sedili alzati e 1.353 litri con sedili abbassati.
ASSEMBLAGGI OTTIMI E MATERIALI MENO
La Kia Sportage da noi provata dispone del motore 2.0 CRDi VGT a gasolio ed è proposta in allestimento “base” Active. Virgolette quanto mai opportune, in quanto l’allestimento comprende già di serie ABS, TCS ed ESP, sei air-bag, luci diurne a LED, sensore pioggia, impianto audio con ingresso USB e Aux, volante e pomello del cambio in pelle, cerchi in lega da 17 pollici, cruise control e connettività Bluetooth. Presente anche il climatizzatore semi-automatico – efficace nel funzionamento e comodo da utilizzare -, la cui unica pecca è nell’eccessiva semplicità del disegno. Senza navigatore satellitare e condizionatore automatico il mobiletto centrale appare piuttosto povero, specie nella zona inferiore dove sono collocate le porte d’accesso per i lettori multimediali. È una critica da incontentabili, ce ne rendiamo conto, perché altrimenti la plancia sarebbe perfetta: nessun riflesso, comandi intuitivi e a portata di mano, quadro strumenti di facile lettura, assemblaggi ineccepibili che non provocano alcuno scricchiolio. Nutriamo qualche riserva solo nel commentare le plastiche, dure – ma robuste – e con la spiacevole tendenza a catturare la polvere. Convincente anche il posto guida, cui manca solo un appoggio per il piede sinistro.
MOTORE PIACEVOLE E ROTONDO. ASSETTO TURISTICO
Parlare di innovazione e mutamento risulta fin pleonastico senza aver affrontato qualche curva. La nuova Sportage smarrisce i crismi della fuoristrada e rinnega un passato di marce ridotte e meccanica rude. Si trasforma in veicolo da asfalto – città o autostrada che sia -, ben ammortizzato e dall’assetto morbido e permissivo. Il 2.0 litri da 136 CV (323 Nm di coppia a partire da 1.2800 giri) asseconda questo comportamento mostrando una notevole rotondità d’utilizzo: la cattiveria e l’allungo sono fuori dalle sue corde, sacrificate in favore della ripresa. E dei consumi, pari a 8l/100km nonostante i pochi chilometri all’attivo (circa 550) ed un utilizzo poco coscienzioso. Anche la frizione si rivela morbida e poco affaticante, mentre il cambio manuale a sei rapporti soffre per qualche impuntamento a freddo e per il comando spugnoso. Come facile immaginare la Kia Sportage mostra qualche impaccio nell’affrontare le curve, quando il rollio diventa piuttosto marcato; d’ogni modo l’elettronica non è mai costretta ad intervenire. Chi volesse un’ulteriore garanzia di sicurezza può scegliere la trazione integrale a controllo automatico – solo per i motori 2.0 -, realizzata in collaborazione con Magna Powertrain e denominata Dynamax AWD. Questo inedito sistema regola la frizione posteriore con maggiore rapidità e ripartisce in NewtonMetri in modo più efficace.
PREZZZI E DOTAZIONI
La Kia Sportage 2.0 CRDi VGT Active 2WD è proposta a 23.950 euro. Con ulteriori duemila euro si può scegliere la versione Class, che integra vetri oscurati, cerchi in lega da 18 pollici, sedili in pelle e tessuto, climatizzatore automatico bizona e sensori di parcheggio posteriori. Sono invece necessari 21.950 euro per la Sportage a benzina più economica, con motore 2.0 GDI aspirato (163 CV, 194 Nm) e allestimento Active 2WD. Nei prossimi mesi debutteranno i motori 1.6 benzina e 1.7 diesel da – rispettivamente 135 CV (167 Nm) e 115 CV (255 Nm).
