Perché il termine Ferrari è spesso bannato dai motori di ricerca cinesi?
Troppe disavventure e scandali hanno obbligato i funzionari del partito ad un metodo drastico: in situazioni di particolare delicatezza il termine Ferrari viene bannato dai motori di ricerca. I genitori dei ‘prinicipini’ ringraziano.
L’incidente mortale verificatosi a Pechino mercoledì 13 febbraio è uno fra i tanti episodi di cronaca sul quale i funzionari del partito hanno applicato una forma di momentanea censura. Dello schianto è rimasto vittima un giovane di 21 anni, mentre il conducente ed un terzo passeggero hanno riportato lesioni guaribili in poche settimane. La patina di mistero e sospetto che aleggia sulla vicenda è determinata da una ragione per certi versi incomprensibile: nell’incidente è stata infatti coinvolta una Ferrari. Quindi? Cosa giustifica l’applicazione della tagliola?
Le automobili del Cavallino sono considerate quelle preferite dai figli delle elite, dai ‘principini’, da chi insomma ha maggiori possibilità nel dar origine a comportamenti e disavventure che un colpo di censura può tener nascosti all’opinione pubblica. I burocrati del partito possono in tal modo mantener sconosciuti episodi potenzialmente nocivi. Nel novembre 2012 un ex-collaboratore del presidente Hu Jintao fu al centro di uno scandalo, esploso quando il 23enne figlio andò a sbattere con la propria 458 Italia per le strade di Pechino. Il ragazzo non sopravvisse.
Le autorità ‘silenziarono’ i motori di ricerca per coprire anche le bravate del 24enne figlio di Bo Xilai, che scorrazzava per le strade di Pechino a bordo del suo esemplare. In quel periodo nessun curioso è tuttavia riuscito ad informarsi sulle bravate del ragazzo, perché il termine ‘Ferrari’ restituiva un immediato messaggio d’errore quando digitato all’interno di un motore di ricerca.