Fiat MV Agusta: il matrimonio è solo un (bel) sogno
MV Agusta, una delle più blasonate case motociclistiche italiane, potrebbe diventare di proprietà Fiat: come stanno le cose?
“Secondo i “bene informati”, dalle parti di Torino e Schiranna starebbe bollendo in pentola qualcosa di clamoroso. Nel mirino del neonato gruppo FCA (Fiat, Chrysler Automobiles) infatti sembra che sia finita la MV Agusta di Giovanni Castiglioni.”
“FCA, vuole (vorrebbe) acquistare la MV Agusta. L’indiscrezione è di quelle gustose e non solo perché riunirebbe due pezzi importanti della storia dei motori, dello sport e dell’industria, nonché due simboli del made in Italy.”
Quelli che leggete sopra sono estratti di alcuni quotidiani nazionali: il tema è caldo, anzi caldissimo come sanno i nostri amici di Motoblog…. Una delle più blasonate case motociclistiche italiane, la cui storia è intrecciata a doppio nodo con il mondo delle corse, potrebbe diventare di proprietà della neonata FCA, un gruppo che si sta plasmando solo ora e che ha promesso molto, forse anche troppo, per il futuro. Molti già interpretano questa prospettiva come la “risposta italiana” (ma FCA ha ormai le proprie sedi legali e finanziarie all’estero) all’acquisizione di Ducati da parte di Audi/VW.
Del resto FCA sta cercando di rilanciarsi ed MV, forte della nuova piattaforma motoristica a tre cilindri, sta avendo successo come non mai, con indici di crescita davvero promettenti: l’offerta MV è passata dai 5 modelli del 2011 ai 14 modelli del 2014, con vendite incrementate dai 3274 esemplari commercializzati nel 2010 alle 7500 unità del 2013 (per il 2014 il target è di raggiungere le 10.000 unità). In poche parole, dal 2010 al 2013 le vendite di MV sono aumentate del 129% (mentre fra il 2012 ed il 2013 la crescita è stata del 15.5%). Tutto questo grazie ai nuovi modelli inseriti nel segmento touring, motard, naked e supersport.
FCA da parte sua ha già manifestato la volontà di dedicarsi con maggiore impegno ai brand premium del gruppo, come Alfa Romeo, Maserati e Jeep; e certamente MV Agusta è un marchio premium nel suo ambito, più di quanto lo sia Ducati ad esempio. Quindi, anche sotto il profilo della compatibilità con la “mission” di FCA, questa presunta acquisizione sembra essere fattibile. Per MV ci sarebbe inoltre l’enorme potenzialità commerciale della rete FCA, presente praticamente dappertutto nel mondo. Un matrimonio che “s’ha da fare” quindi? Non proprio…
Il senso di questo scetticismo è presto spiegato: l'”anoressia” di nuovi modelli dell’ex Fiat-Group era prevalentemente dovuta alla volontà di preservare il più possibile le risorse economiche in vista della, allora non certa, fusione con Chrysler. Quest’ultima, insieme alla nascita di FCA, ha praticamente svuotato la casse del (ex) gruppo italiano. Senza contare che, senza Chrysler, Fiat ha chiuso il bilancio 2013 con un buco di 911 milioni di euro, peggio che nel già nero 2012 (sotto di 787 milioni). Sempre nel 2013 Fiat ha bruciato cassa per 1,6 miliardi di euro, mentre quest’anno deve rendere ai suoi creditori 5,6 miliardi di euro ed altri 3,7 nel 2015.
Numeri che nei giorni dell’ufficializzazione del bilancio sono valsi un sonoro -5,7% in Borsa, diffidenza da parte di analisti ed azionisti e profonde critiche da tutti i principali quotidiani economici di riferimento. Tutto questo con una gamma prodotti ancora da definire e su cui non avremo alcun ragguaglio fino al 6 maggio, giorno in cui verrà ufficialmente svelato il nuovo piano industriale del gruppo. Nel frattempo i numeri del mercato non sono certo eccezionali per i brand Fiat, anzi.
Se la situazione economico-finanziaria alle spalle di Fiat (e della stessa FCA) fosse stata quella, ben più solida, del gruppo VW, allora la questione Fiat-MV avrebbe avuto una sua credibilità: del resto il colosso tedesco ha tasche così piene e profonde da potersi permettere di produrre auto su cui rimette denaro, come la Bugatti Veyron o la Volkswagen Phaeton; entrambe “capricci” del patron Ferdinand Piëch, lo stesso che bramava da tempo il marchio Ducati per via di un’innata passione per le due ruote e per la volontà di non lasciare campo libero ai cugini bavaresi di BMW Motorrad.
Ma Torino (anzi Amsterdam) non è Wolfsburg e sono altre le necessità e le possibilità economiche nel neonato gruppo italo-americano: Fiat in particolare deve fare i conti con priorità molto differenti e non può permettersi di “giocare con le due ruote”. Alla luce di quanto descritto, appare evidente come dietro ai “no comment / non c’è nulla di ufficiale” rilasciati da Fiat ed MV Agusta sulla questione non ci sia realmente alcun retroscena. Per il momento…
Nel video, il nostro confronto in pista tra Mercedes C63 AMG e MV Agusta F3