Sciopero Taxi a Milano: i tassisti contro Uber
Sciopero Taxi a Milano: i taxisti si fermano contro Uber, proteste e cortei contro la discussa App di NCC.
Milano, sciopero Taxi contro Uber: le proteste dei taxisti milanesi continuano ad infervorarsi contro l’App di noleggio con conducente più discussa degli ultimi mesi. I taxisti milanesi hanno creato dei veri e propri cortei, ammassandosi attorno alle auto di Uber accusandoli di abusivismo ed illegalità, con la Polizia che in alcuni casi è dovuta intervenire per calmare gli animi e prendere le generalità di alcuni autisti di Uber. Tutto questo dopo che durante l’incontro in prefettura con i rappresentanti sindacali dei taxisti che però non hanno trovato un accordo che potesse soddisfarli, decidendo così di attuare uno sciopero selvaggio senza regolamentazioni. Il Prefetto di Milano ha così deciso, e comunicato, che da ora in poi non saranno più tollerate violazioni alle norme di legge, sia da parte dei noleggiatori, sia da parte dei taxisti.
Proprio i taxisti milanesi che hanno interrotto in questo modo il servizio hanno commesso un reato perseguibile penalmente, con il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza che ha intimato alla categoria di riprendere immediatamente il servizio, intendendo intraprendere subito delle attività di verifica e di sanzione delle varie violazioni. L’interruzione del pubblico servizio potrebbe infatti costare anche la licenza ai taxisti. A scatenare il tutto, oltre all’ormai da tempo discusso Uber, sarebbe però stato il nuovo servizio Uber Pop, il servizio di Ridesharing che Uber ha da poco lanciato in fase di prova a Milano.
Intanto a seguito di questi fatti, domani arriverà a Milano Maurizio Lupi, Ministro dei Trasporti, per incontrare i sindacati dei taxisti e cercare di risolvere questa faccenda. Nell’occhio del ciclone, oltre ad Uber, anche l’assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran, del quale i taxisti chiedono le dimissioni.
UberPop: a Milano Taxisti e Comune contro il servizio di ridesharing
Uber ancora nell’occhio del ciclone con i taxisti che lo reputano illegale e intanto arriva UberPop: ecco le reazioni del Comune di Milano e dei taxisti.
Uber, il servizio di noleggio con conducente diffuso, e criticato, in tutta Europa, è stato nuovamente attaccato dai taxisti milanesi. I guidatori dei taxi del capoluogo lombardo hanno infatti manifestato in piazza i propri dissensi verso Uber. Il problema principale sollevato dai taxisti è il fatto che i servizi di noleggio con conducente devono ricevere la chiamata e partire da una base, una rimessa dove sostano i veicoli, non potendo circolare alla ricerca di clienti come invece possono fare i taxi rispondendo alle chiamate più vicine. In giro per milano sono spuntati alcuni striscioni, uno dei quali, quello che abbiamo fotografato, su viale Forlanini, la via di collegamento con l’aeroporto di Milano Linate.
Lo striscione riporta attacchi sia a Uber, ritenuto illegale, sia alle istituzioni che, a detta dei manifestanti, sarebbero state corrotte per tacere sui presunti illeciti del discusso servizio di noleggio con conducente. Questo proprio nei giorni in cui Uber ha presentato il nuovo servizio low cost UberPop, un servizio di ridesharing che utilizza auto private. Il servizio è abbastanza semplice: dopo alcune verifiche, praticamente chiunque potrà offrire dei passaggi agli iscritti all’applicazione di UberPop, proponendosi come autista e condividendo la propria auto ed i prorpri viaggi con altre persone.
Tutto questo con un costo di 49 centesimi al minuto, con gli iscritti ad Uber che possono scegliere direttamente dalla loro applicazione se richiedere una delle classiche berline del servizio, oppure se risparmiare ed utilizzare UberPop, viaggiando su automobili di livello inferiore. Questo servizio è ancora in fase di beta testing, con Uber che non ha ancora comunicato ufficialmente eventuali date di lancio verso tutti i clienti, e ricalca quanto già visto in molte capitali europee, dove, in alcuni casi, è stato giudicato irregolare e sospeso. Questo perché UberPop viene definito come servizio di Taxi abusivo visto che i guidatori non hanno nessuna licenza ma ricevono pagamenti per il trasporto di passeggeri. UberPop è infatti diverso rispetto ad altri servizi, come ad esempio BlaBlaCar, in quanto i guidatori di UberPop possono girovagare per le strade di Milano dando passaggi a pagamento per tutta la giornata lavorativa, mentre BlaBlaCar offre passaggi in auto da una città, una via, o un paese, ad un altro, chiedendo unicamente un contributo per dividere le spese di viaggio.
Anche il Comune di Milano si è espresso in merito, definendo UberPop come un servizio abusivo, con gli autisti che rischierebbero multe salate, la sospensione della patente fino a 12 mesi ed il sequestro del veicolo. Marco Granelli, assessore alla Sicurezze ed alla Coesione Sociale del Comune di Milano, e Pierfrancesco Maran, assessore della Mobilità del Comune di Milano, hanno diramato questo comunicato stampa, prendendo posizioni ufficiali contro UberPop:
In merito al servizio Uberpop, presentato oggi da Uber, è importante sottolineare che si tratta di un progetto irresponsabile. Questa novità espone tutte le persone che decideranno di farsi pagare per fare il tassista abusivo – magari in buona fede – alla confisca del veicolo, a una sanzione amministrativa (da 1.761 a 7.045 euro) e alla sospensione della patente da quattro a dodici mesi, così come previsto dal Codice della Strada.
Bisogna distinguere in maniera chiara un’organizzazione di car pooling, che porta ad un’equa condivisione delle spese tra i passeggeri anche tramite app (come BlaBlaCar), da iniziative a fini di lucro (sia per la app, sia per l’autista), che nulla hanno a che vedere con la sharing economy, ma che oggi sono solamente un’evidente violazione delle leggi in corso.
Il problema è che a pagarne le conseguenze non è la multinazionale ma tutti coloro che, con l’illusione di guadagnare qualche euro, commettono una grave violazione del Codice della Strada cui conseguono le pesanti sanzioni previste.
Uber, UberX, SideCar e Lyft: il noleggio con autista, all’americana.
UberX, SideCar e Lyft: le nuove iniziative di noleggio autista che spopolano oltreoceano messe a confronto con la realtà italiana del carsharing.
Negli ultimi mesi, complice la crisi che attanaglia un po’ tutti e porta le persone a cercare di risparmiare dove possibile, in giro per il mondo sono nate diverse iniziative di carsharing, carpooling e di condivisione degli spostamenti. In Italia gran successo per Car2Go ed Enjoy, di fatto entrate nella vita quotidiana dei milanesi. Più controverso Uber, il noleggio con conducente che conosciamo anche per lo strascico di polemiche e questioni legali sorte subito dopo il lancio a Milano e Roma. Questioni legali che sono sorte anche oltreoceano dove Uber ed altri concorrenti hanno dovuto fare i conti con regolamenti e leggi locali che non sempre consentivano l’erogazione dei servizi.
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Cosa succede negli Stati Uniti? Da sempre all’avanguardia su tutto ciò che unisce automobile e tecnologia, siamo andati a dare un occhio a cosa accade negli USA.
Uber non lascia e raddoppia con UberX
UberX è il servizio low cost di Uber. Lanciato inizialmente in California, i clienti possono prenotare una corsa su un’automobile di livello medio invece che su una berlina di lusso. Visto il successo, UberX è stato attivato in tutte le principali città americane e nelle prossime settimane debutterà a Singapore.
Non solo: UberX potrebbe presto sbarcare anche in Europa replicando, almeno per quanto riguarda l’Italia, le proteste generate dal fratello maggiore Uber. Con prezzi competitivi e spesso minori rispetto a quelli di un taxi, UberX ha di fatto aperto un nuovo mercato dei trasporti, nel quale non hanno tardato ad arrivare anche altri interessanti servizi.
Si chiama Sidecar ma non è un triciclo
Sidecar è un particolare servizio che permette ai propri utenti di scegliere un prezzo limite, la tipologia di veicolo ed anche il guidatore. Così ognuno può trovare la migliore soluzione per i propri spostamenti, con i guidatori che hanno una sorta di libero mercato delle tariffe. Più concorrenza tra gli autisti per abbassare i prezzi favorendo di conseguenza un servizio ancor più economico ai clienti.
In questo caso l’applicazione fornisce informazioni dettagliate sull’auto e sul guidatore, mostrando foto e caratteristiche di entrambi, con il cliente che può valutare la propria esperienza lasciando un feedback per i futuri passeggeri.
Lyft: per autisti occasionali e passeggeri abituali
Tra le altre applicazioni che stanno spopolando in America c’è anche Lyft, un servizio che consente quasi a chiunque di diventare un autista, scegliendo le proprie ore di lavoro a seconda del tempo che si ha a disposizione e ospitando dei passeggeri sulla propria auto durante gli spostamenti.
Vista la particolarità dell’iniziativa, Lyft ha avuto alcuni problemi legislativi, ma continua a fornire i propri servizi in alcuni stati americani. I pagamenti non sono infatti effettuati secondo una tariffa, ma tramite delle donazioni fatte dai passeggeri a seconda del servizio offerto e di altri parametri, l’80% delle quali va direttamente al guidatore.
Blablacar: poche parole, tanto risparmio. In Italia.
Anche in Italia stanno nascendo i primi servizi di carsharing, con alcune comunità già affermatesi che offrono passaggi tra le principali città italiane. Da notare che in questo caso non si parla di noleggio o autista, ma di persone che condividono un percorso: chi guida non è quindi un professionista. Sembra una considerazione da poco, è invece importante sottolinearlo per le questioni legali sollevate dalle associazioni di categoria dei taxisti.
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Tra i servizi offerti in Italia, BlaBlaCar è un sito nel quale i guidatori immettono il tragitto che percorreranno, impostano un prezzo e pubblicano l’annuncio con orari ed itinerario: bastano pochi click per contattare il conducente e condividere il viaggio. In linea con questo servizio anche Roadsharing, un sito europeo che offre la condivisione dei viaggi in auto anche per gli utenti italiani.