Renault Mégane SporTour: il test di Autoblog
Renault Mégane SporTour: la prova su strada di Autoblog. Com’è e come va la familiare francese
Sulla breccia da quasi due anni, la nuova Renault Mégane SporTour ha segnato insieme a tutto il resto della gamma Mégane un sensibile salto in avanti rispetto al modello che è andato a sostituire. Il discusso frutto della matita di Patrick Le Quement è stato rimpiazzato nel 2009 da una proposta molto più rassicurante e attenta a caratteristiche quali il dinamismo e la fluidità delle linee, che certo non erano il forte della Mégane di seconda generazione.
La vettura che abbiamo avuto in prova nelle scorse settimane, una SporTour 1.5 dCi 110 CV nell’allestimento Attractive, equipaggiata con il nuovo cambio doppia frizione sei marce EDC, si propone sul mercato con tutte le doti di praticità e abitabilità che da sempre contraddistinguono la familiare francese, ma aggiunge quel pelo di appeal in più che nemmeno al più tranquillo dei padri di famiglia potrà dispiacere.
Formula classica per una vettura che deve piacere a un pubblico classico, quella proposta dalla Renault. Che ha comunque inserito nel pacchetto soluzioni tecniche d’avanguardia tra cui per l’appunto il moderno cambio doppia frizione, unità capace di esaltare l’economia d’utilizzo senza penalizzare quel pizzico di coinvolgimento al volante che non guasta mai.
Renault Mégane SporTour: il test di Autoblog
Estetica e interni
Le gradevoli linee morbide della carrozzeria sono riprese fedelmente nell’abitacolo, dove tutto l’insieme è stato pensato per apparire quanto più possibile avvolgente, raccordato e stilisticamente omogeneo. A trasmettere una piacevole sensazione di benessere agli occupanti, ci mettono del loro anche i materiali impiegati nella realizzazione degli interni.
L’esemplare che abbiamo provato, non era dotato di rivestimenti in pelle o altre soluzioni particolarmente pregiate, ma è riuscito comunque tramite piccole attenzioni a meritare buone considerazioni complessive. Plastiche di qualità scadente (a meno di andare a cercare con occhio e polpastrello indiscreto negli anfratti più nascosti) non ce ne sono. E gli inserti laccati lucidi, il design moderno del quadro strumenti, la corretta profilatura della corona volante (in pelle), insieme all’esemplare posizione di guida hanno contribuito all’impressione generale, più che buona.
Se all’abitacolo della Mégane SporTour manca qualcosa, non è dunque il livello della finitura o quello dell’assemblaggio. Si poteva fare di più invece in fatto di vani e piccoli ripostigli: fatto salvo il pozzetto sotto il bracciolo centrale (comunque troppo profondo per gli oggetti più piccoli), non è facile “svuotare le tasche” e trovare un posto per tutto.
Al di là di qualche piccola distrazione comunque, il comfort in viaggio è assicurato. La Mégane SporTour con dCi e doppia frizione è una stradista ineccepibile. Silenziosa, molto comoda, dotata di un efficace clima bizona, non lesina centimetri ai suoi occupanti, che anche dietro viaggiano senza alcun tipo di sacrificio. Immancabile poi su un modello del genere un bagagliaio degno di tal nome: soglia d’accesso bassa, piano di carico piatto, centimetri cubi a volontà. E soluzioni intelligenti, come il sedile passeggero abbbattibile, che permette di caricare oggetti di dimensioni quasi impensabili.
Telaio
Il DNA tecnico della SporTour è in tutto e per tutto quello della nuova famiglia Mégane. Davanti, la francese monta un avantreno tipo pseudo MacPherson collegato alla nuova culla dalla cosiddetta conformazione “a corna”, un’architettura che limita gli spostamenti laterali del motore rispetto alla struttura garantendo, in tal modo, una sensibile riduzione dei trasferimenti di carico nella guida impegnata. La rigidità trasversale dell’insieme è tre volte superiore rispetto a quella della vecchia Mégane GrandTour.
Dietro trova posto invece un retrotreno ad assale flessibile a geometria programmata. L’elemento, caratterizzato da un profilo chiuso, risulta più compatto, leggero e rigido rispetto ad un retrotreno a bracci multipli. La differenza fondamentale nell’impostazione dello chassis rispetto alla berlina consiste nell’irrigidimento della barra antirollio anteriore, pari per la precisione al 6%.
L’intervento si è reso necessario per ottenere le stesse prestazioni della berlina in termini di rollio, nonostante la massa più elevata. Le molle di sospensione hanno un coefficiente di flessibilità identico a quello della berlina davanti, e superiore del 10% al retrotreno.
Anche il compromesso tra precisione di guida e comfort è stato ottimizzato, grazie alla separazione delle funzioni di filtraggio e pilotaggio per quanto riguarda il retrotreno, dove sono stati adottati nuovi supporti bi-materiale. Per finire, il servosterzo elettrico è stato migliorato sul piano della reattività e della precisione, oltre che su quello del feeling di guida. Quattro le gommature disponibili: 15″ 195/65, 16″ 205/55, 17″ 205/50, 17″ 225/45.
Motore e cambio
La Mégane SporTour dispone di un’ampia gamma motorizzazioni, tutta omologata Euro 5. Due sono benzina -1.6 aspirato 110 CV e 1.4 TCe 130 CV- e tre turbodiesel, 1.5 dCi 90 CV, 1.5 dCi 110 CV e 1.9 dCi 130 CV. L’unità da noi testata, il 1.5 nel suo powerstep più potente, è dotata di serie di filtro antiparticolato ed abbinato come standard ad un cambio manuale sei marce.
Nel corso dell’anno passato, in accoppiata al dCi 110 CV, ha debuttato il “nostro” doppia frizione EDC sei marce. Con questo layout meccanico, la Mégane SporTour assicura un consumo dichiarato di 4,4 l/100 km ed emissioni di CO2 pari a 114 g/km. Grazie al serbatoio da 60 litri, dichiara la casa, l’autonomia raggiunge i 1200 km con un pieno.
La trasmissione Efficient Dual Clutch, secondo Renault, riesce a ridurre i consumi anche del 17% rispetto ad una tradizionale trasmissione automatica, un miglioramento quantificabile in un risparmio di circa 30 g di CO2/km. L’EDC Renault è un cambio con doppia frizione a secco azionato da attuatori elettrici, che dispone anche di una modalità di innesti manuali alla leva, che fa a meno dunque dei paddles al volante. I suoi ingranaggi sono azionati da quattro alberi: due primari concentrici (ciascuno collegato ad una frizione) e due secondari.
La selezione dei rapporti è realizzata tramite sincronizzatori, analogamente alle trasmissioni manuali. Sincronizzatori e frizioni sono pilotati dagli attuatori elettrici di cui sopra. L’obiettivo dei tecnici Renault è stato quello di centrare valori di consumi ed emissioni paragonabili a quelli ottenuti dai modelli con cambio manuale, raggiungendo inoltre un tempo di cambiata pari a 290 ms. La trasmissione EDC è inoltre dotata di un sistema di assistenza alle partenze in salita.
Su strada
La Mégane SporTour 1.5 dCi 110 CV, dicevamo in precedenza, è una stradista nel senso migliore del termine, una di quelle macchine con cui fai mille chilometri d’un fiato senza accorgertene. Merito dell’insonorizzazione, riuscita soprattutto alle andature medie ed elevate, della grande elasticità del dCi, e dell’ergonomia dell’abitacolo. L’unico appunto su questo piano va fatto all’isolamento delle sospensioni, che con la gommatura da 17″ (bella da vedere ma non in grado di garantire le morbidezze di un materasso…) trasmettono le sconnessioni più brusche all’abitacolo, soprattutto dall’asse posteriore.
Il quattro cilindri sistemato nel cofano si fa perdonare i decibel di troppo che libera ai bassi regimi con tutti i tratti migliori che un diesel moderno può avere: elastico da subito, aiutato da un turbo molto progressivo e gradevole nell’intervento, assecondato da una trasmissione che fa uso di tutte le più recenti tecnologie. Le prestazioni assicurate dal 1.5 dCi da 110 CV risultano dunque ampiamente adeguate per fronteggiare tutte le situazioni di guida su strada, e si uniscono a valori di consumo davvero apprezzabili per un’auto di questa mole.
Immaginare una combinazione così riuscita con un vecchio convertitore di coppia, solo qualche anno fa, sarebbe stato semplicemente impossibile. Certo, chiedere alla SporTour uno spunto da fermo capace di incollare al sedile è francamente troppo (la casa dichiara 12,1 s sullo 0-100), ma la generosità del diesel francese permette pure di togliersi qualche soddisfazione quando la strada prende le pieghe giuste.
L’EDC, pur non in grado di eguagliare il comportamento di un vero cambio manuale, si lascia usare in modalità sequenziale con molto meno imbarazzo rispetto ad altri dual clutch della concorrenza. I tempi degli innesti si rivelano sufficientemente ridotti, e nel misto non c’è mai la spiacevole sensazione di dover impostare la scalata prima di una curva: la guida allegra insomma, non è poi così penalizzata. Per la cronaca, la sesta non è nemmeno delle più lunghe, anzi.
Anche lo sterzo offre una buona precisione, pur scontando la freddezza congenita dei comandi a servoassistenza elettrica, e il telaio rivela la sua natura genuina quando lo si mette alla frusta. Gli effetti collaterali tipici di un’auto di questo tipo emergono solo in prossimità del limite, che, anche grazie alla gommatura, è davvero elevato. Il rollio risulta molto ben frenato, e il sottosterzo emerge solo in manovre volutamente “provocatorie”. L’impostazione dell’ESP, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non è delle più “bacchettone”, anzi, la sua soglia d’intervento appare piuttosto elevata. Viste le qualità del telaio, viene da dire che se lo sono potuto permettere.
Prezzi
La gamma italiana della Mégane SporTour parte dai 19.100 euro della 1.6 Attractive e raggiunge quota 25.050 per la 1.5 dCi 110 CV EDC GT Line. La vettura da noi provata, la 1.5 dCi 110 CV EDC GT Attractive, è proposta a 22.350 euro. Naturalmente sono i diesel a farla da padrone sul nostro mercato: il gradino d’ingresso della gamma a gasolio è costituito dalla 1.5 dCi 90 CV Attractive, proposta a 20.100 euro e disponibile con il solo cambio manuale cinque marce.
Pregi e difetti
Piace
Finitura
Dimensioni e versatilità bagagliaio
Tenuta di strada
Non piace
Pochi vani portaoggetti nell’abitacolo