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Mazda 787B: il Test Drive di Autoblog

Mazda 787B provata in un test drive

20 anni dopo la vittoria nella corsa più impegnativa del mondo – una 24 ore di durata – la Mazda 787B n. 55 è tornata come ospite d’onore all’edizione Le Mans 2011. Guidata per due giri dimostrativi sul leggendario circuito de la Sarthe Giovedì 9 Giugno e Sabato, 11 Giugno, ha dato i brividi ai numerosissimi spettatori di Le Mans, con il revival dell’indimenticabile rombo del suo motore a 4 rotori. Questa vettura originale — completamente restaurata – ha fatto anche da apri-pista alla tradizionale parata dei piloti che ha girato il centro della città di Le Mans Venerdì scorso, 10 Giugno.

“Essere qui a Le Mans di nuovo quest’anno è stata davvero una meravigliosa opportunità. E’ la mia “prima volta” su questa macchina e devo dire che un sacco di personalità, tanto che ho provato ad instaurare un rapporto con lei nel corso dei due giri!!” ha dichiarato Patrick Dempsey, l’attore, pilota di Mazda RX-8 e proprietario di un team nel campionato Americano Grand-AM series.

Dempsey è stato il primo a guidare la 787B giovedì, prima di unirsi alla parata dei piloti di venerdì per la gioia degli entusiasti spettatori. E’ stato anche presente alla conferenza stampa Mazda insieme a Seita Kanai,Vice Presidente esecutivo di Mazda , e a molti membri e piloti della squadra vincente del 1991 come ad esempio il Presidente della ACO (organizzatori di Le Mans), Jean-Claude Plassart.


Mazda 787B
Mazda 787B
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LA TECNICA

La Mazda 787/787B è uno sport prototipo costruito secondo i regolamenti FIA di Gruppo C, per gareggiare nella 24 Ore di Le Mans e nel Campionato mondiale sportprototipi. La particolarità della vettura sta nel propulsore che la spinge, si tratta di uno speciale motore rotativo, chiamato motore Wankel, qui in una versione quadrirotore denominata R26B; è passata alla storia essendo stata la prima vettura a vincere la 24 ore di Le Mans (1991) con l’ausilio di questo tipo di motore.

Mazda 787B
Mazda 787B
Mazda 787B
Mazda 787B

Il telaio della vettura è costituito da una monoscocca in fibra di carbonio, anche la carrozzeria adotta materiali compositi in kevlar carbonio, stesso discorso per l’impianto frenante, il tutto permette al prototipo un peso contenuto di soli 830 kg. Il motore di tipo Wankel è costituito da quattro rotori in linea, dotati ognuno di 3 candele di accensione, la cilindrata unitaria è di 654 cc per un tolale di 2.616 cc, equivalenti secondo il criterio di correzione a 4.708 cc di un normale motore a pistoni. Il propulsore è in grado di sviluppare 700 CV a 9.000 giri/min , tutto sommato un regime contenuto per prudenza, dato che gli ingegneri Mazda rivelarono che oltre tale soglia la potenza aumentava drasticamente, potendo arrivare a 930 CV con un limite portato a 10.500 giri/min; la coppia motrice del motore raggiunge un picco di 608 Nm a 6.500 giri/min.

Mazda 787B
Mazda 787B
Mazda 787B
Mazda 787B

LE IMPRESSIONI DI GUIDA

A guidare la 787B per noi di Autoblog è stato Giovanni Mancini, direttore della rivista italiana Elaborare e unico pilota e giornalista italiano presente all’evento, ad aiutare Mancini nella prestigiosa selezione è stato il suo recente passato agonistico, avendo corso in auto per circa 10 anni laurendosi anche campione italiano Classe N4 nel Campionato Italiano Velocità Turismo (CIVT) nell’anno 2004.

“Per me – ci dice Giovanni Mancini – è stato un grandissimo onore essere scelto da Mazda come unico italiano giornalista/pilota a provare un’auto speciale come la 787B, il prototipo quadrirotore Wankel con cui Mazda ha vinto la 24 ore di Le Mans nel 1991. Promotore di queste idee geniali è Franz Danner di Mazda Europe, ideatore di iniziative spettacolari quali il “Mazda Open Race di Adria” e l’“Ice Race” che si svolge sulle piste innevate di Are. Questa volta si è superato, riesumando dal museo di Tokio la mitica numero 55, totalmente revisionata, per riportarla a Le Mans venti anni dopo la gloriosa vittoria. L’occasione ha permesso inoltre (finalmente…) a Johnny Herbert di salire sul podio che disertò nel ’91 a causa della disidratazione. Per l’occasione sono stati anche selezionati un ristrettissimo numero di giornalisti (con excursus agonistici), ciascuno in rappresentanza di una diversa nazione. Accade così che insieme a Marilù Granieri (PR di Mazda Italia) ci ritroviamo catapultati a Palma De Mallorca, dove la 787B è giunta direttamente da Le Mans dopo la parata.

Dopo la presentazione tecnico-storica di Pierre Dieudonné in aula si scende in pista. A questo punto, Franz rimette tutto a noi sottolineando che l’auto dovrà rientrare in settimana nel museo in Giappone e che questa è l’unica ed originale! Non senza qualche timore reverenziale ci dirigiamo tutti verso la pista dove la 787B è già nella pit lane. Terminata la ricognizione del circuito, effettuata con una Mazda stradale, mi accingo a salire nell’abitacolo. Salire a bordo non è agevole, ma con una piccola contorsione riesco ad infilarmi dentro. L’ingegnere di macchina dopo avermi spiegato poche cose mi aiuta ad allacciare le cinture, infila il volante sul piantone e mi chiude il leggerissimo sportello in carbonio. Fornisco corrente ruotando il classico stacca batteria posto sul cruscotto e spingo il pulsante “start”.

Il quadrirotore si avvia immediatamente. Il rumore del Wankel al minimo già mi inebria. Do’ un paio di accelerate leggere per vedere come risponde, la prontezza è impressionate. I comandi sul cruscotto sono molteplici, alcuni dei quali si interfacciano con l’elettronica. Il cambio è un classico innesti frontali a cinque marce. Ingrano la prima, stacco la frizione gradualmente e il mito rientra in pista. Il circuito è lento e permette subito di prendere confidenza con la tenuta di strada e la risposta dell’assetto e dei micidiali freni in carbonio. Emerge subito una grande sincerità dei comandi e una notevole prontezza di risposta al cambio di direzione, caratteristiche possibili grazie al peso di soli 850 kg. Dopo le prime curve allungo la prima marcia tirando a 6.000 giri/m, zona in cui si esprime la coppia massima di 62 kgm proprio verso i 6.500 g/m. L’accelerazione è fulminante mi ritrovo dopo all’imbocco del rettifilo con la seconda innestata e per allungare il motore fino a oltre 8.500 giri. Impressionante!! I 700 cavalli si sentono davvero. L’accelerazione è forte e sempre progressiva, senza picchi di potenza: sembra quasi un motore elettrico che spinge allo stesso modo da 2.500 giri fino ai 7.000/8.000.

La 787B divora l’asfalto, quando tiro la terza ed arrivo alla staccata. Al rilascio dell’acceleratore si avverte l’esplosione del combustibile allo scarico che tuona in tutto l’autodromo. Avverto la fiammata laterale dello scarico, anche se non riesco a vederla. Mi rimetto tra le curve strette del tracciato dove impegno la vettura e la “stuzzico” con le marce basse (prima e seconda) dando e togliendo l’acceleratore, cercando di innescare sovrasterzo e sottosterzo per capirne i limiti di tenuta. Il secondo giro è già più divertente, ma il cambio non è molto preciso negli innesti. Cerco di sintonizzarmi sulla sua capacità di accelerare, godendomi la spinta dei quadrirotori Wankel da 650 cc e l’impagabile musicalità racing di sottofondo. Al terzo giro provo a forzare ancora di più, ma il peso della responsabilità mi fa rallentare il passo al quarto giro quello finale perché questa auto merita di essere riconsegnata alla storia ancora integra. Vedo la bandiera a scacchi sventolare ed il sogno è finito!”.

Mazda 787B
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LA CURIOSITA’

Sabato, come riscaldamento prima della gara, l’Inglese Johnny Herbert è tornato per la prima volta al volante della sua vettura vincitrice, per due giri di emozione pura. Dopo aver condotto la 787B a tagliare il traguardo nel 1991, non gli fu possibile unirsi ai co-piloti del suo team sul podio, a causa della debolezza provocata dalla disidratazione. Quest’anno invece, dopo aver spiritosamente messo in scena una finta debolezza, è stato invitato a salire i gradini del podio di Le Mans e a festeggiare la sua vittoria e la vittoria di Mazda; la prima ed unica vettura Giapponese a vincere la 24 Ore di Le Mans!

Mazda 787B
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