Vadim Kogay a Monza. E’ la peggior gara di sempre?
Vadim Kogay è già stato definito ‘the legend of pay driving’, in quanto autore della manche più tribolata ed infelice che il circuito di Monza abbia avuto la sfortuna di ospitare.
” thumb=”” url=”http://www.youtube.com/watch?v=O4HSpx3aBq8″]
Uno fra i video più cliccati degli ultimi giorni ci porta inevitabilmente ad ironizzare sulle gesta del russo Vadim Kogay, imprenditore 45enne di Karaganda, già definito ‘the legend of pay driving’ in quanto autore della manche più tribolata ed infelice che il circuito di Monza abbia avuto la sfortuna di ospitare. Kogay corre per la scuderia tedesca Rinaldi Racing, nel campionato Blancpain ed a bordo di una Ferrari 458 GT3. Possiamo dedurre quale sia il suo apporto nell’economia (…) della squadra, ma Kogay non è tuttavia un pilota alle prime armi: ha iniziato a correre nel 2012 ed ha partecipato lo scorso anno al campionato GT Open.
KOGAY AVRA’ IMPARATO A GUIDARE A MOSCA, DOVE CI SI DIFENDE COSì DALLE MULTE…
Eppure il filmato svela un’altra realtà. Kogay inizia la propria ora di gara in maniera conservativa, ma dopo circa 19 minuti si trova nella scia di una Audi R8: sfrutta la maggiore velocità e le passa davanti, ma sbaglia clamorosamente la traiettoria in fondo al rettilineo e si lascia scavalcare. Il suo team è in quel momento secondo di categoria. Trascorrono pochi minuti e Kogay va largo, figuraccia ripetuta alla Parabolica del giro seguente. Altri cinque minuti ed il russo sbaglia di nuovo l’ingresso alla chicane in fondo al rettilineo, mettendo a dura prova le sospensioni della sua Ferrari 458 GT3.
Kogay decide a questo punto di alzare il piede e si concede 20 minuti di tranquillità, ma dopo 45 minuti di gara esce di pista ed è obbligato ad attendere l’intervento dei commissari. Giusto il tempo di rimettere le ruote sull’asfalto e Kogay va ancora largo, attirandosi i rimproveri (e l’ironia) dei commentatori per la traiettoria scelta per rientrare in pista. Non è ancora finita. Il 45enne russo ha ancora tempo per concedersi un’ultima escursione, rompendo il paraurti e suscitando le risate di chi siede in cabina di commento.