Ferrari California T: la nostra prova
Dopo i primi “assaggi” degli scorsi giorni, la prova su strada della nuova Ferrari California T: la Rossa di Maranello dall’uso “quotidiani”, destinata alla conquista di nuovi clienti.
Quando giro la chiave per spegnere il motore della “mia” California T rosso corsa metallizzato il trip computer, sulla sinistra del cruscotto accanto al vistoso contagiri centrale su fondo giallo, segna 231,6 km ma la sensazione è di averne percorsi solo qualche decina: niente ansie, niente tensioni, solo il piacere di una passeggiata che lascia la voglia di continuare.
E questa è già la prima nota significativa da offrire al lettore interessato a questa ultima nata nella famiglia del Cavallino, tanto Ferrari e tanto diversa. E poi, i chilometri sfilano via senza contarli con tante cose da provare, da interpretare e anche da scoprire, primo fra tutti l’inedito effetto turbo dai tempi di risposta praticamente istantanei, tenendo fra le mani un volante che riporta l’immagine della F1, e sotto il piede dell’acceleratore 560 cavalli erogati dal nuovo 8 cilindri 3855 cc, pronti a reagire istantaneamente allo slancio e all’arresto senza che le ruote si spostino di un millimetro da dove tu vuoi che siano.
Già dopo la prima mezz’ora di guida con l’aiuto di un cambio automatico a 7 marce tanto veloce e immediato in accelerazione e in rilascio da farti rinunciare all’uso delle palette manuali, ti rendi conto del vero segreto e della probabile unicità di quest’auto: prestazioni, comfort e senso di padronanza della guida sono a livelli da non temere confronti. Non è retorica o facile letteratura dell’auto e io stesso non sono neppure un fanatico del ruggito lacerante di un’auto da guidare come fosse un cavallo selvaggio da domare. Molti di voi staranno già facendo le boccacce ma a coloro che hanno scritto o detto che questa “è la Ferrari del voglio ma non posso” dico subito di lasciar perdere questo articolo (e questa macchina) che non è per loro.
Una cosa è certa: non sono il solo a pensarla così, a preferire cioè un buon mix di “alte prestazioni garantite in condizioni di grande versatilità per l’uso quotidiano”. Sono parole del responsabile marketing prodotto della Ferrari, Nicola Boari, che rispecchiano pienamente il carattere di questo modello sul quale, confesso, non è facile scovare un difetto degno di nota o di vera critica. Perfino il prezzo di 189.700 euro chiavi in mano, “solo 3.500 euro più della vecchia California“, non appare esagerato per il dorato mondo dei grandi numeri e dei grandi valori cui la nuova California T è destinata.
Sono di nuovo alla base di Borgo La Bagnaia, al km 56 della Siena Grosseto, che fino al 10 giugno sarà la sede del debutto stradale dedicato alla stampa dell’ultima nata del Cavallino. Dopo la prima apparizione al salone di Ginevra questa è ormai l’ultima tappa prima dell’ingresso ufficiale sul mercato della spider California T, diretta evoluzione della California che dalla fine del 2008 a oggi è diventata la Ferrari più venduta di sempre con oltre 10.000 esemplari. Basterebbe questo a spiegare la diversa filosofia e la diversa missione del nuovo modello, davvero “un’altra Ferrari”, pur mantenendo in ogni singolo dettaglio l’irrinunciabile spirito e DNA della marca.
Fra pochi giorni ormai sarà definitivamente in vendita, pronta a conquistare nuovi clienti come è più di quanto abbia fatto la precedente edizione pur meno sofisticata e del tutto diversa da questa. Clienti che per il 70% dei primi 10.000 non avevano mai acquistato una Ferrari e non certo per motivi di denaro. E che, secondo le analisi del marketing di Maranello, percorrono il 30% di km in più rispetto ai possessori degli altri modelli, la usano almeno il 50% in più quotidianamente e nel 65% dei casi con un passeggero accanto. Alla luce di simili segnali non restava altro che rilanciare al massimo quell’idea così vincente con una interpretazione tanto inedita quanto capace di sorprendere una volta di più.
Lontano dai rigori di Maranello e della pista di Fiorano, che sarà pure eccitante ma richiama troppo l’atmosfera della competizione, della telemetria, dei cronometri e dei box, questa volta i colleghi ed io respiriamo un’altra aria. Quella di chi compra una Ferrari fatta su misura per essere usata (e goduta) come… un’automobile. O quasi. Meglio ancora, per viaggiare a tetto scoperto (ma se arriva la pioggia com’è accaduto bastano 14 secondi per coprirsi) su splendide strade come queste della Toscana senese, fra mille curve collinari e qualche dritto che invita a velocissimi sorpassi dei mezzi da lavoro che ti precedono lentamente, grazie a quell’accelerazione che in 3,6 secondi ti porta già ai 100 orari e in 11,2 ai 200 se fosse possibile raggiungerli. Inutile parlare della velocità massima, 316 Km/h dichiarati sulla scheda tecnica della quale non mi permetto di dubitare.
Ma parlando di prestazioni entra in gioco anche il comfort e quindi il sistema di sospensioni. Altro capitolo che meriterebbe lunghi dettagli è quello delle sospensioni che su strada rivelano la loro efficacia annullando le classiche asperità di un fondo normalmente più che percepibile. Basti citare allora la centralina di controllo degli ammortizzatori, più sensibile e veloce, e il nuovo software guidato da 3 sensori sul corpo vettura, brevetto Ferrari inutile dirlo. In più, sul lato sinistro del volante il “driver” trova il pulsante per il “disaccoppiamento” delle sospensioni che permette di scegliere il livello di comfort preferito indipendentemente dalla posizione (sport, comfort o tutto staccato) del “manettino” come sempre a destra sul volante. Per quanto mi riguarda ho scelto di viaggiare quasi sempre in “comfort” con i vantaggi già descritti.
Già che siamo in tema di carta d’identità, vale la pena a questo punto ricordare i 145 cv/litro di potenza e la impressionante coppia massima di 755 Nm a 4750 giri in 7ma marcia (una specie di overdrive ma con ancora un buon margine di potenza disponibile), da mettere a confronto con quelli relativi ai consumi di 10,5 lt/100 km (di omologazione) comunque inferiori del 15% rispetto alla precedente versione il cui motore 4,2 disponeva di 70 cv in meno e di una coppia massima inferiore del 49%. Maggiori prestazioni con minori consumi dunque senza contare un buon 20% in meno in fatto di emissioni di Co2 a 250 g/km pari, dice la scheda, a 0,44 gr/cv.
Sono proprio queste ultime cifre ottimali, almeno per ora, l’obiettivo fissato a Maranello per raggiungere il quale era necessario “ripescare dalle glorie passate come la GTO del 1984 e la F40 del 1987, la tecnologia del turbo” ricordano con orgoglio i tecnici della Ferrari “naturalmente con metodi e soluzioni del tutto particolari soprattutto nei tempi di risposta, nel contenimento del regime massimo mantenendo un suono adeguato, tali da garantire un comportamento del motore praticamente identico a quello di un aspirato”.
A proposito del sistema di sovralimentazione ecco un’altra novità: la California T offre uno strumento del tutto inedito e originale al centro della plancia: si chiama TPE (Turbo Performance Engineer) e ha 5 funzioni due delle quali (a parte l’ora, la temperatura esterna e la pressione del turbo) indicano in percentuale la prontezza di risposta del motore a seconda del numero di giri (TR, turbo response) e la percentuale di massima efficienza (TE, turbo efficency) in relazione ai consumi. Già sperimentato invece, ma sempre utile quando si guida in manuale, il dispositivo luminoso sul bordo superiore del volante che segnala in rosso i limiti di giri per marcia.
Sono solo “alcuni” cenni essenziali per raccontare questa macchina unica nel suo genere ma spero di aver trasmesso almeno le sensazioni più dirette. Lascio invece al lettore l’opinione sul design e l’architettura complessiva che ognuno interpreta a modo proprio, e aggiungo solo la buona volumetria del portabagagli pur in presenza dello spazio per il tetto ripiegato, con l’ulteriore vantaggio della comunicazione con lo spazio disponibile dietro le poltrone anteriori. Quasi dimenticavo: anche per California T gode del programma di assistenza di 7 anni, naturalmente trasferibile agli eventuali successivi proprietari. Fra i tanti, un ultimo valore aggiunto.
(continua: chi saranno i nuovi clienti?)
Ferrari California T: missione nuovi clienti
Americani e inglesi i maggiori clienti. Proprio l’ultimo esemplare uscito di recente da Maranello è stato acquistato da un cliente americano che l’ha voluta, come molti altri degli ultimi acquirenti, in attesa della nuova T. Il 70% delle California vendute sono andate a clienti di conquista che non avevano mai comprato Ferrari: è questa la missione del modello destinato ad essere una vettura di uso molto più esteso delle altre. Per questo non è previsto alcun limite di produzione negli anni a parte il tetto annuale delle 7.000 complessive fissato da Montezemolo. Come dire che al massimo si tratterà di aspettare ma la potranno avere tutti quelli che la vorranno.
Come si usa in questi casi, avete la possibilità di lasciare nei commenti domande e dubbi. Girerò le più interessanti ai responsabili Ferrari presenti in loco in modo da creare un filo diretto tra lettori e casa automobilistica. A voi la parola!
(continua: il suono del motore)
Ferrari California T: il suono del motore
La richiesta è arrivata con un messaggio su Facebook, e la esaudiamo subito: com’è il suono del motore? A voi il giudizio dopo aver visto, ma soprattutto sentito, l’audio di questo nostro breve filmato.
(continua…)
Ferrari California T: il video ufficiale