Pedestrian alert system: le case automobilistiche chiedono che la sua adozione venga posticipata
Le principali case automobilistiche si schierano contro la NHTSA e auspicano che l'adozione dell'avviso sonoro per ibride ed elettriche possa slittare al settembre 2018. La precedente proposta era stata bocciata.
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L’ente nazionale statunitense per la sicurezza stradale (NHTSA) ha ricevuto nei giorni scorsi una lettera firmata dalle Alliance of Automobile Manufacturers e Association of Global Automakers, nella quale viene domandato di posticipare l’adozione del sistema che avvisa i pedoni all’approssimarsi di una vettura ibrida o elettrica. Tale dispositivo avrebbe dovuto esordire nel 2016, ma i due gruppi auspicano che la sua piena implementazione possa slittare al settembre 2018.
Da parte sua l’NHTSA non ha rispettato la scadenza del 4 gennaio, fissata dal Congresso ed indicata quale spartiacque entro cui elaborare una precisa legislazione. La missiva è entrata oggi nella disponibilità di AutomotiveNews. Scopriamo quindi che i due gruppi domandano alla NHTSA tempi chiari e precisi, ed allo stesso tempo lamentano che
le aziende produttrici hanno poco tempo per sviluppare e mettere in produzione i sistemi richiesti, il tutto rispettando la data del 1 settembre 2018. I sistemi dovranno sottostare alle normative della NHTSA in materia di richiami e riparazioni, quindi devono saranno necessariamente sviluppati per resistere all’utilizzo più severo anche in ambienti difficili. Uno sviluppo attento ed approfondito rappresenta una necessità, specie se i componenti devono essere non solo compatibili fra loro ma anche affidabili.
I due gruppi chiedono quindi di poter considerare il 1 settembre 2017 come termine ultimo a partire dal quale introdurre gradualmente il dispositivo. Nel 2013 l’NHTSA ha cercato di stabilire il rumore minimo prodotto da automobili ibride ed elettriche, ma le case automobilistiche – le due alleanze rappresentano tutti i big, fra cui ad esempio BMW, Chrysler, Ford, GM, Mercedes, Toyota e Volkswagen – si opposero sostenendo che il limite sonoro fosse troppo elevato e che l’apparecchio avrebbe determinato costi troppo sostenuti. L’agenzia sostiene d’altro canto che il dispositivo costi 35 dollari a vettura, per una spesa complessiva nel primo anno pari a 23 milioni di euro.
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