Top Gear: il gran capo della BBC ritiene che Clarkson non sia intoccabile
Danny Cohen toglie il suo supporto a Clarkson, che viene definito “non più intoccabile”. “Non ci sono show o personaggi che siano più grandi della BBC”, ha sentenziato il manager.
Jeremy Clarkson non va ritenuto un asset intoccabile e per cui tutto viene sacrificato, ma un dipendente non più influente della società per cui lavora. Lo ha precisato nei giorni scorsi Danny Cohen, direttore della BBC, bacchettando così il presentatore dopo le criticatissime battute di stampo razzista pronunciate durante l’episodio numero 2 della diciannovesima stagione di Top Gear (programma trasmesso dalla BBC 2).
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Cohen è intervenuto all’Edinburgh International Television Festival ed ha ritirato il suo supporto al conduttore, passando da una posizione più garantista (“Jeremy non è razzista”) ad una più critica: il manager 40enne ha ammesso di pensarla in maniera differente rispetto al passato. A Cohen è stato poi domandato se Clarkson vada ritenuto intoccabile.
Sono stato chiaro a sufficienza, tanto in pubblico quanto in privato: il suo linguaggio mi ha deluso. Jeremy conosce il mio pensiero e sa che questo potrebbe influire sulla maniera in cui lo show verrà pensato. Molte persone ritengono che io mi sia arrabbiato troppo. Non sono d’accordo e non penso che la mia reazione sia stata eccessiva. Jeremy non vede problemi nelle parole usate. Non c’è uno show o una persona che vadano ritenuti più grandi della BBC
La questione scoppiò nel maggio 2014, quando il The Daily Mirror accusò il presentatore di aver intonato il motivetto razzista “Eeny, meeny, miny, moe…”. Clarkson rispedì le accuse al mittente e precisò di non aver cantato la versione razzista del motivetto, prima biascicando la parola incriminata (nigger) e poi sostituendola con teacher. Il presentatore si definì mortificato e giurò di fare tutto il possibile per risolvere la situazione.