Davvero acquistiamo le automobili che pensiamo ci assomiglino?
Due studiosi hanno dimostrato che mettiano in garage le automobili che pensiamo ci assomiglino. I risultati di un esperimento danno loro ragione.
Due ricercatori della University of Vienna sono giunti alla conclusione che le persone non acquistano una vettura sulla base dei contenuti tecnici, della garanzia offerta o dell’aspetto stilistico, ma in funzione di un concetto più irrazionale ed istintivo: la somiglianza fra i tratti somatici del viso e la composizione del trittico mascherina-fanali-paraurti. Stefan Stiegar e Martin Voracek hanno visto pubblicato il loro lavoro sullo Swiss Journal of Psychology.
I due hanno raccolto 30 immagini di altrettante automobili e dei rispettivi proprietari; ciascuna vettura è stata poi abbinata a 6 soggetti, fra i quali era raffigurato anche il proprietario. Il test è stato condotto grazie alla presenza di 160 volontari – divisi equamente fra uomini e donne, di età compresa fra 16 e 78 anni –, a cui è stato domandato di classificare i sei volti in funzione della maggiore o minore somiglianza con l’automobile raffigurata. E’ emerso che il proprietario è stato individuato con maggior frequenza, nonostante fosse impossibile individuare elementi relativi allo stato sociale.
I due studiosi hanno poi replicato lo stesso esperimento, cambiando volontari e girando la macchina di lato (anziché mantenendola di fronte). Anche in questo caso i proprietari sono stati riconosciuti con una percentuale superiore alla casualità, ma solo quando le vetture sono tornate in posizione frontale.