Mazda 3 facelift: la nostra prova su strada
Autoblog prova su strada la rinnovata gamma della Mazda 3: leggi le nostre impressioni di guida
La seconda generazione della Mazda 3 si rinnova in occasione del restyling di metà carriera per affrontare “a denti stretti e guardia serrata” una sfilza di agguerrite concorrenti, pronte a contendersi il primato commerciale nel secondo segmento più importante del Vecchio Contintente. Ma la 3 è anche il modello fondamentale per il costruttore giapponese a livello mondiale.
Basta elencare qualche cifra per rendersene conto: includendo la prima generazione del mezzo, la hatchback di Hiroshima è stata sin’ora scelta in oltre 3.000.000 di unità, di cui più di 613.000 in Europa. Ma è stata anche la Mazda più veloce della storia a raggiungere il traguardo del milione di unità prodotte. Il facelift della 3 è stato strutturato per implementare le prestazioni di guida, rendere aerodinamicamente più efficiente una carrozzeria accattivante (ora disponibile anche con la nuova tinta Autumn Bronze) e migliorare la qualità degli interni ed il grado di sicurezza.
Gli interventi più consistenti a cui è stata sottoposta l’architettura dell’auto riguardano l’irrigidimento della struttura del sottoscocca mediante nuovi rinforzi, atti ad aumentare la stabilità del veicolo, riducendone al contempo la rumorosità. Ottimizzati anche gli ammortizzatori per implementare stabilità di marcia e comfort. Ma ci sono anche un servosterzo rivisto, paraurti anteriori ridisegnati ed una copertura inferiore del sottoscocca più ampia del 10%; interventi che garantiscono un CX migliorato di 0.1 e pari a 0.27 per la hatchback e 0.29 per la berlina. I consumi di carburante sono stati invece ridotti dall’1.5 al 3.7%, con emissioni di CO2 più basse dall’1.3 al 3.5%. Abbiamo provato la rinnovata gamma della 3 nel corso della presentazione europea del modello. Ecco le nostre prime impressioni di guida.
Design: personale e sportivo
Osservando le linee della Mazda 3, il primo pensiero che ti viene in mente è che “non c’entra nulla con la VW Golf”: nonostante la segmento C tedesca sia la rivale dichiarata della 3 (celebre in questo senso lo slogan “Golf, ti aspetto fuori” di qualche anno fa), quest’ultima propone linee atletiche nel frontale, con gruppi ottici affilati ed un’ aggressiva calandra. La fiancata si caratterizza per passaruota muscolosi e per un’ incisa nervatura che sale verso lo coda, dando origine alla fanaleria ad andamento orizzontale. Tutto ciò è in netto contrasto con la filosofia stilistica della rivale di Wolfsburg, più educata e digeribile, a tratti anche banale se volete. Meno riuscita la versione berlina della 3: non perché il terzo volume non sia piacevole in termini assoluti, quanto perché da l’idea di “qualcosa di aggiunto a posteriori” per accontentare i mercati a stelle e striscie.
Il dinamismo degli interni si esprime attraverso la strumentazione disposta su due livelli. Tachimetro e contagiri, analogici e circolari, spuntano dalla plancia a livello delle bocchette d’aerazione. Nella parte più alta di quest’ultima si colloca una cospicua palpebra che mette in ombra le informazioni del radionavigatore satellitare, ed il display del climatizzatore. L’architettura della porzione della plancia compresa fra le bocchette d’aerazione quadrangolari ed i comandi del climatizzatore, può avere un aspetto zeppo di comandi o minimalista: ciò dipende dalla presenza o meno del sistema di navigazione satellitare Tom Tom, introdotto con il restyling. Se l’auto lo equipaggia, il suo cospicuo schermo prende il posto di tutti i bottoni e le manopole presenti nella porzione riservata ai comandi della radio.
Vita a bordo: comoda e ben fatta
Accomodarsi al posto di guida della Mazda 3 significa comprendere che stile e funzione possono parlare la stessa lingua: nonostante l’elaborata architettura del ponte di comando, disposto su più livelli ed inclinazioni, tutto rimane facilmente a portata di mano. La costruzione è decisamente di sostanza: materiali ed assemblaggi donano una piacevole percezione di qualità; quella solidità che ti aspetti da un mezzo fatto per durare nel tempo. La plastiche utilizzate per tutta la porzione superiore della plancia sono morbide e piacevoli al tatto. Ben fatti anche i pannelli portiera, fabbricati con materiali leggermente meno convincenti al tatto ma comunque consistenti fra le mani.
Lo spazio per il guidatore ed i passeggeri è buono: dietro al volante è facile trovare la giusta posizione di guida grazie all’ampia gamma di regolazioni. Piacevole ed arioso anche il lato passeggero. Un filo più sacrificato chi siede al centro del divanetto posteriore. Ma lo spazio per le gambe rimane comunque sufficiente. Bagagliaio regolare e ben sfruttabile, con quello della berlina decisamente molto generoso in termini di volumetria. Ottimo il sostegno assicurato dai sedili, specie quelli sportivi della versione MPS, parzialmente rivestiti in morbida pelle.
Un abitacolo per architettato ma non esente da difetti: la particolare finitura della porzione della console che accoglie i comandi di radio e clima, e si continua sul tunnel centrale della trasmissione, sembra facilmente graffiabile; mentre i comandi per il riscaldamento dei sedili, collocati dinanzi alla leva del cambio, avrebbero potuto essere posizionati meglio. Non bellissime le maniglie delle portiere, solide ma visibilmente fabbricate in plastica. Last but not least il pomello del cambio svitabile. Nulla di serio quindi: ingenuità che non compromettono l’ottima impressione iniziale ma che il costruttore avrebbe potuto risolvere facilmente. Da invece qualche problema in più la visibilità del display del clima e quella del navigatore satellitare con schermo da 4.1” che gli sta accanto, entrambe posizionati sotto l’ampia palpebra che sovrasta la console centrale. Il Tom Tom integrato in plancia con touch-screen da 5.8” non può purtroppo essere abbinato all’allestimento MPS o agli altoparlanti della Bose.
Su strada: sterzo preciso e comportamento rassicurante
L’impressione di guida generale a bordo dei vari modelli della 3 potrebbe essere sintetizzata nella formula “Zoom-Zoom”, cara al costruttore giapponese: ciò significa uno sterzo molto diretto e preciso, che ricorda a tratti quello della MX-5. Purtroppo però il comando, pur consistente nella sua servoassistenza, pecca in comunicatività; MPS inclusa. Soffre inoltre di torque steering con i propulsori più ricchi di coppia motrice (un difetto che affligge anche la MPS, dotata di LSD). L’assetto? Quasi perfetto per l’utilizzo stradale: nonostante riesca a limitare ottimamente rollio e beccheggio, anche nelle frenate più violente, si dimostra sempre confortevole, a prescindere dalla misura dei cerchi in lega montati. Potrebbe essere leggermente più silenzioso nelle risposte più secche.
A livello di isolamento acustico il lavoro svolto dai tecnici Mazda ha dato i suoi frutti: l’auto è abbastanza insonorizzata e vanta motori ben incapsulati. Qualche fruscio aerodinamico c’è, ma nulla di inaccettabile. Provengono specialmente dagli specchietti retrovisori e dalla porzione del cofano motore e diventano ancora più avvertibili sulla MPS, dotata di aerodinamica specifica. La frenata è potente e ben modulabile e non lascia adito ad ulteriori osservazioni.
Meno bene il cambio. Nonostante una frizione comunicativa, la leva tende in certi casi a qualche impuntamento; più quando si sale di marcia che nelle scalate. Tuttavia il parco auto a nostra disposizione era nuovissimo e, probabilmente, qualche unità doveva ancora “slegarsi” al meglio. Il motore di accesso alla gamma, il 4 cilindri 1.6 aspirato da 105 CV è un po’ “fiacco”, anche se permette alla 3 di avere un prezzo d’acquisto estremamente interessante. Più convincenti il nuovo 1.6 turbodiesel da 115 CV ed il 2.0 benzina da 150 CV, entrambe molto più godibili per i maggiori valori di potenza e coppia massima in gioco. Specie il “mille e sei” a gasolio appare, per brio, abbastanza idoneo alla stazza dell’auto. Ma non chiedetegli accelerazioni al fulmicotone: piuttosto godetevi la buona elasticità di marcia.
La più equilibrata? A nostro avviso la 2.2 turbodiesel da 150 CV e 360 Nm di coppia massima; il suo quattro cilindri è pastoso e potente quanto basta per togliersi anche qualche prurito di bella guida. Ancora meglio il 2.0 da 185 CV e 400 Nm, a tratti quasi ridondante. Peccato che all’aumentare della coppia aumenti anche la sensazione di torque steering: specie mettendo il gas “a tavoletta” nelle fasi di sorpasso con i rapporti più bassi, lo sterzo sembra tirare sin troppo dove desidera, dispensando in certi casi sensazioni non piacevolissime.
Il 2.3 turbo è molto, molto veloce. L’impressione che dona è quella di un turbobenzina alla vecchia maniera: gli effetti della sovralimentazione, nonostante la generosa cilindrata, sono visibili specialmente a partire dai 2500 giri. Sotto questa soglia manca invece quell’elasticità che ci si aspetterebbe da un motore di tale potenza e coppia, rispettivamente 260 CV e 380 Nm. Comportamento ancora più strano se si considera la rapportatura del cambio, non lunghissima. Dai 2500 rpm il motore cambia faccia, spingendo con decisione ed accusando poco turbo-lag. Dai 4000 la spinta si fa esaltante fino a limitatore, accompagnata da una sonorità decisamente molto gradevole, capace di mettere il sorriso sulle labbra. Sorriso che si ridimensiona se si butta un occhio ai consumi. Tutti i propulsori elencati sono Euro 5.
Nella guida a limite con controlli inseriti, l’intervento degli ausili elettronici è puntuale e non molto invadente. A controlli staccati la 3 accusa una comportamento sottosterzante a limite, con la coda che non allarga e non aiuta a chiudere la traiettoria. Bisogna togliere il gas ed aspettare che le gomme riprendano trazione e l’auto si ricomponga. Rassicurante ma poco coinvolgente: specie perché questo telaio potrebbe reggere regolazioni dell’assetto decisamente più spinte ed appaganti, auspicabili sulle versioni più sportive come la Sport e la MPS. Da segnalare la funzionalità dei fari alla xeno che regolano il fascio luminoso in funzione del raggio di sterzo ed il sistema RVM che monitora l’angolo morto dello specchietto retrovisore.
Considerazioni finali e dotazioni di sicurezza
Complessivamente la 3 ci ha convinto sia per quanto riguarda le doti stradali che per la qualità costruttiva. Il buon confort e la sensazione di sicurezza che infonde, la rendono una proposta estremamente interessante, specie alla luce del competitivo rapporto qualità/prezzo; un fattore che potrebbe fare la differenza nella scelta finale di un veicolo di segmento C. La dotazione di serie risulta completa delle principale tecnologie per la sicurezza: fra esse segnaliamo l’accensione automatica degli indicatori di direzione in caso di frenata di emergenza e l’antifurto con immobilizer, a pagamento su molte concorrenti.
L’allestimento Active aggiunge i cerchi in lega da 16”, gli specchietti retrovisori elettrici, il clima automatico bizona, retrovisore esterno fotocromatico ed il volante multifunzione rivestito in pelle. Con l’allestimento Advanced arrivano in più il navigatore satellitare Tom Tom, i sensori di parcheggio, i cerchi in lega da 17”, il cruise control e la smart-key. La versione Sport è abbinabile esclusivamente al motore 2.2 diesel da 185 CV: quest’ultimo include i fari allo Xeno con regolazione adattiva del fascio luminoso e fanaleria a led. Al vertice della gamma, la MPS, opzionabile col solo 2.3 turbo: oltre al kit aerodinamico specifico (molto accattivante), essa comprende il differenziale a slittamento limitato, i cerchi da 18”, selleria stoffa/pelle, pedaliera in alluminio, altoparlanti Bose e vernice metallizzata. Quest’ultima, per tutte le altre versioni costa 500 euro.
Prezzi
1.6 105 CV 5MT benzina 16.990 euro
1.6 105 CV 5MT benzina Active 18.400 euro
1.6 115 CV 6MT diesel Active 21.200 euro
1.6 105 CV 5MT benzina Advanced 20.100 euro
1.6 115 CV diesel 5MT Advanced 22.900 euro
2.0 150 CV benzina 6MT “i-stop” Advanced 22.000 euro
2.0 150 CV benzina AT Advanced 23.000 euro
2.2 150 CV diesel 6MT Advanced 25.400 euro
2.2 185 CV diesel 6MT Sport 26.900 euro
2.3 260 CV benzina 6MT MPS 32.500 euro
Mazda 3 berlina
1.6 105 CV benzina 5MT Active 19.300 euro
1.6 115 CV diesel 6MT Active 22.100
Piace e non piace
Piace
-Linea accattivante
-Motori a gasolio convincenti
-Qualità costruttiva generale
-Rapporto qualità prezzo
-Garanzia di 3 anni/100.000 km
-Assetto
-Spaziosità
Non piace
-Qualche disattenzione nei particolari
-Sterzo diretto ma poco comunicativo; soffre di qualche reazione di coppia motrice.
-Il navigatore TomTom non si può avere con la MPS o con l’impianto audio BOSE.
-fruscio aerodinamico da specchietti retrovisori e zona frontale