Nuove colle renderanno le auto più rigide e resistenti?
Le automobili di ultima introduzione utilizzano il 50% di colla in più rispetto alla loro antenate. Ma a cosa serve? Quali vantaggi assicura?
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Un numero sempre maggiore di case automobilistiche sta utilizzando colle per sostituire rivetti, viti, saldature e bulloni, con l’ambizione di contenere il peso ed aumentare la rigidità strutturale. Il tema è stato affrontato nei giorni scorsi dal Wall Street Journal, che ha dedicato un lungo articolo per descrivere i contorni di un processo talmente graduale e poco pubblicizzato di cui molti automobilisti probabilmente non sono nemmeno a conoscenza.
Il quotidiano statunitense ha intervistato Eric Linak, consulente della società IHS, secondo cui il mercato globale delle colle – non solo per uso automobilistico: sono utilizzate anche su aerei ed altri veicoli – raggiungerà quest’anno i 2 miliardi di dollari e cresce fra il 4% ed il 5% anno su anno, rispetto al 2/3 per cento registrato solo alcuni anni orsono. Henkel, HB Fuller, Dow Chemical e 3M sono aziende leader nel settore e lavorano per risolvere alcuni problemi di gioventù, legati ad esempio alla resistenza nei confronti delle temperature più elevate ed alla difficoltà nel far coesistere materiali differenti.
Le colle permettono agli ingegneri ed ai progettisti di legare diversi materiali, che la fisica terrebbe altrimenti separati. Il sito The Australian rivela ad esempio che l’alluminio non può essere saldato con l’acciaio, ma può invece essere incollato. Ecco perché la nuova Ford F-150 utilizza tre volte la colla destinata alla generazione precedente, mentre la scocca in carbonio delle BMW i è per la gran parte tenuta insieme da colle. Su un’automobile odierna vengono utilizzati in media circa 12 chili di colla, rispetto ai soli 8 di una decennio fa.
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