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Citroën DS5: la nostra prova su strada

Autoblog ha provato su strada la nuova Citroen DS5: ecco come va


Coraggio. Una delle doti che hanno contribuito a scrivere la storia della Citroën. Anzi, per meglio dire, le sue pagine migliori. Sì, perché negli anni in cui la casa del doppio chevron ha lasciato per strada parte del suo patrimonio di creatività e audacia ha ottenuto i risultati meno entusiasmanti. Da qualche anno invece, il costruttore ha ritrovato lo smalto di un tempo. E la nuova DS5, che nei giorni scorsi abbiamo provato sulle strade della Costa Azzurra, ne è l’ennesima conferma.

Coraggio, si diceva. Ce ne vuole per provare a rilanciarsi in un settore, quello delle auto di grandi dimensioni con caratteristiche premium, dove i costruttori francesi non cavano un ragno dal buco da troppo tempo. Stavolta però, le carte in tavola sono cambiate e i tempi per Citroën sembrano maturi per una proposta in grado di rompere definitivamente con un passato recente non certo esaltante.

La DS5 nasce come terzo tassello di un puzzle -quello della gamma DS- destinato ad ampliarsi ulteriormente, e ha le solide fondamenta di una formula ormai rivelatasi azzeccata. La stessa che ha garantito il successo della DS3 e che sta portando le prime soddisfazioni alla DS4. Linea inconfondibile, tanta qualità, una distintività tutta francese e soprattutto una tecnologia di primo livello.

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Estetica e interni

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Come per ogni modello della gamma DS, anche la DS5 fa del design un veicolo di messaggi precisi, una bandiera, una inequivocabile dichiarazione d’intenti. Nella sua audacia estrema, la vettura, un po’ monovolume, un po’ coupé, rievoca con una vicinanza stilistica sorprendente il prototipo C-Sportlounge presentato da Citroën al Salone di Francoforte del 2005.

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Difficile pensare ad un modello oggi sul mercato che possa vantare una simile consanguineità con una concept, per giunta tanto audace sul piano estetico. Dalla principale firma stilistica, costituita dalle due “lame” cromate che dai proiettori anteriori conducono ai montanti, fino alla volumetria di base, tutto pare immutato dalla C-Sportlounge. Se cercate una macchina con cui passare inosservati insomma, guardate pure altrove…

Lo stesso mix di originalità ed esclusività si ritrova nell’abitacolo. L’ambiente interno della DS5 è davvero curatissimo, e la qualità percepita raggiunge vette notevoli, com’è evidente nei sedili e nei loro opulenti (e particolarissimi) rivestimenti. L’impressione è quella di trovarsi davanti ad un trionfo di ricercatezza: la selezione dei materiali, i loro abbinamenti, il design dei dettagli. Tutto è stato curato in maniera impeccabile, e l’effetto finale è assolutamente appagante.

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In un insieme così riuscito l’unico particolare che stona è la sezione centrale della console: la plastica con cui è realizzata non è all’altezza dell’alluminio che la incornicia o di particolari come il bell’orologio analogico al lato delle bocchette. Allo stesso modo, la sensazione trasmessa dai piccoli tastini neri che si trovano qui non è adeguata al resto della tastieristica di console, tunnel e volante.

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La posizione di guida della DS5 è qualcosa di inedito: la prima cosa che si nota mettendosi al volante è la peculiare sensazione di trovarsi seduti in alto ma di avere al contempo pochi centimetri tra testa e padiglione, come accade sulle coupé. Certo, il tetto panoramico del nostro esemplare avrà pur rubato un paio di centimetri nel senso dell’altezza, ma immaginiamo che con una copertura tradizionale non cambi poi molto.

L’abitacolo è molto accogliente per quattro: anche chi siede dietro ha una buona quantità di spazio a disposizione (nonostante i soli 453 cm in lunghezza), ma un terzo passeggero sul divanetto posteriore viaggerebbe inevitabilmente sacrificato. Per quello che riguarda la visibilità non si può che fare affidamento alla retrocamera e ai sensori di parcheggio posteriori: il lunotto è davvero esiguo, come in generale tutta la sezione posteriore della vetratura. Positive invece le considerazioni sul bagagliaio, che misura ben 468 litri ed è caratterizzato da un livello di finitura ragguardevole, anche nei dettagli meno in vista.

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Motori e cambi

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Il terzo modello della linea DS propone una gamma motori articolata su cinque proposte. La DS5 offre due benzina turbo a iniezione diretta Euro 5, il 1.6 THP da 155 CV e quello più potente da 200 CV. Quest’ultimo è in grado di erogare ben 275 Nm già a 1800 giri. Ad affiancarli, due motori diesel Euro 5 con filtro antiparticolato di serie: il 1.6 e-HDi da 112 CV, con un sistema di start%stop esclusivo di PSA che riduce fino al 15% le emissioni di CO2 e il 2.0 HDi da 163 CV.

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Fatta eccezione per l’e-HDi, che viene offerto di serie con il cambio robotizzato a sei marce CMP-6, tutte le unità dispongono di serie di un classico manuale sei marce. Il vero fiore all’occhiello della gamma è però rappresentato dalla motorizzazione Hybrid4 una soluzione full-hybrid che associa il 2.0 diesel ad un motore elettrico sincrono a magneti permanenti da 37 CV sistemato sull’asse posteriore.

Il risultato sono 200 CV di potenza complessiva, un originale sistema di trazione integrale, la possibilità di viaggiare in modalità 100% elettrica. Senza contare la grande elasticità garantita dall’abbinamento e le sue credenziali ambientali, ben riassunte nei dati dichiarati dalla casa (99 g/km di CO2, 3,8 l/100 km sul ciclo combinato).

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Come l’e-HDi, anche la Hybrid4 è dotata dell’efficace sistema di stop&start con alternatore reversibile e del cambio robotizzato a sei marce. La DS5 ibrida condivide con le altre tutta la piattaforma meccanica di base (derivata da quella della C5), ma si distingue dal resto della gamma per un particolare tecnico di fondamentale importanza nella definizione del comportamento dinamico: l’assale posteriore della Hybrid4 è costituito da un multilink a quattro connessioni.

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Grazie al comando Hybrid Control sul tunnel è possibile selezionare tra quattro modalità di funzionamento: Auto, ZEV, 4WD e Sport. La modalità Auto si attiva ad ogni avviamento e gestisce i passaggi tra motore termico ed elettrico (oltre naturalmente all’erogazione stessa dell’HDi) per ottimizzare i consumi. La modalità ZEV permette di guidare con il solo motore elettrico, con velocità non superiore a 60 km/h e per distanze comprese tra 2 e 3 km. Esaurita l’autonomia elettrica, la DS5 Hybrid4 torna in modalità Auto.

La modalità 4WD privilegia la motricità e tiene costantemente in funzione entrambi i motori. La modalità Sport infine favorisce la reattività e il dinamismo utilizzando al massimo il motore elettrico per ottenere tutto il suo apporto nelle fasi di accelerazione e ripresa.

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Su strada

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La nuova Citroën DS5 è innanzi tutto un ottimo modo per affrontare lunghi viaggi, coccolati dai tanti comfort di bordo. Mai rigida sulle asperità nonostante gli esagerati cerchi da 19″, la crossover d’Oltralpe offre anche un elevato livello di isolamento acustico. Vanno comunque fatti dei distinguo, nel senso che se la 1.6 THP da 200 CV è esente da critiche, la Hybrid4 risente della tipica sonorità del quattro cilindri a gasolio. Soprattutto quando si imposta la modalità Sport e si chiede tutta la potenza, il timbro dell’HDi è ben avvertibile.

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Il turbo benzina più potente della gamma DS5 è un’unità che abbiamo già avuto modo di incontrare su altri modelli del gruppo PSA. E anche in quest’ultima occasione ha confermato tutte le sue doti positive. Pronto dal minimo, elastico (quasi) come un diesel, grintoso e sempre piacevole, ha dalla sua anche una voce tutt’altro che disprezzabile.

La sua riserva di cavalli e newtonmetri insomma, si è rivelata all’altezza di quest’ultimo compito in tutte le situazioni, nonostante la massa non indifferente della DS5. Di alto, anzi altissimo profilo, come si diceva in precedenza, anche l’altra motorizzazione che abbiamo avuto modo di provare. La DS5 Hybrid4 basa tutto il suo carisma sulla scelta di una soluzione tecnica unica al mondo per due motivi: l’abbinamento di una meccanica diesel ad un motore elettrico, e il layout del powertrain, con la seconda unità sistemata sull’asse posteriore.

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Su strada l’insieme funziona bene, senza alcun tipo di esitazione nei passaggi di alimentazione tra termico ed elettrico. La modalità Auto sembra davvero la più equilibrata: di coppia ce n’è in abbondanza per avere riprese pronte e piene. La modalità ZEV appare invece adatta solo in condizioni di traffico o marcia a bassissime velocità: vista l’esigua potenza del motore elettrico, già da prima dei 50 km/h si avverte distintamente come le prestazioni vadano a “plafonarsi” in fase di accelerazione.

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Accarezzando il pedale destro comunque, si riescono a ottenere autonomie effettive prossime a quelle dichiarate ufficialmente. La modalità Sport infine entra in funzione in maniera molto evidente, rendendo effettivamente più aggressiva la risposta ai comandi dell’acceleratore. Utilizzare la DS5 Hybrid4 in questo modo tuttavia, significa incidere in maniera significativa sul comfort di marcia, per via della già menzionata sensibilità al tiro e al rilascio del gas e per il maggiore volume di decibel emesso dal 2.0 HDi.

Altra differenza tecnica fondamentale tra le due motorizzazioni è costituita dalla trasmissione: la THP monta un classico manuale sei marce che è un bell’esempio di manovrabilità e precisione, mentre l’ibrida adotta il robotizzato CMP-6. Già incontrato sulla C4 e-HDi, il cambio pilotato del Gruppo PSA non convince del tutto e lascia il rimpianto per un doppia frizione o uno dei più moderni automatici a convertitore, che garantiscono innesti più rapidi e fluidi rispetto all’unità francese.

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Pur caratterizzata da uno sterzo non particolarmente diretto o comunicativo, la DS5 su strada si lascia guidare con grande piacere. A impressionare positivamente sono in particolare le sue doti di stabilità e tenuta: la sensazione è quella di poter contare su un bel telaio solido, assecondato da sospensioni efficaci e da una gommatura che garantisce ottime caratteristiche in fase di appoggio e percorrenza.

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Prezzi

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La Citroën DS5 sarà proposta in Italia in tre diversi allestimenti, Chic, So Chic e Sport Chic, gli stessi livelli di DS3 e DS4. Per quanto riguarda il primo i prezzi andranno dai 29.300 euro richiesti per la THP 155 e la e-HDi fino ai 37.050 euro della Hybrid4. L’allestimento So Chic si posiziona tra i 32.000 euro di THP 155 ed e-HDi e i 39.750 euro della Hybrid4. L’allestimento Sport Chic infine, si colloca tra i 37.200 euro della THP 200 e i 43.750 della Hybrid4.

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L’offerta è completata dall’allestimento Business, rivolto alle aziende. Quest’ultimo, disponibile in esclusivo abbinamento alle motorizzazioni diesel, spazia dai 33.000 euro dell’e-HDi ai 40.750 della Hybrid4.

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Pregi e difetti

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Piace

Finitura
Design
Gamma motori moderna e tecnologica

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Non piace

Cambio robotizzato CMP-6

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