Rubrica Amarcord: Fiat 127 bestseller made in Italy
Recensione della Fiat 127
Dopo aver parlato della Renault 5, proviamo a fare un salto indietro nel passato in questa nostra piccola rubrica “amarcord”. Modelli di auto che non esistono più, neanche nel nome, ma che hanno rappresentato per molti di noi la prima automobile oppure, perchè no, quella di “mio papà”. Ci piacerebbe che la nostra rubrica non fosse semplicemente una lista di auto, ma una sorta di raccolta di memorie collettive. Se avete un’automobile che vi è rimasta nel cuore e volete raccontarci la vostra storia, mandate una mail a suggerimenti@autoblog.it allegando qualche vostra immagine d’epoca.
La storia del modello di cui parliamo oggi parte nel 1971: è in questo anno che nasce la Fiat 127. Un’auto innovativa sia nelle linee, disegnate da Pio Manzù figlio del famoso scultore Giacomo Manzù, che nelle scelte tecniche. La 127 infatti a differenza di molte auto di quell’epoca, che sposavano la filosofia del tutto dietro, adotta un motore anteriore trasversale e una trazione anteriore. Fin da subito ha un gran successo e raccoglie molti consensi, tanto che nel suo primo anno di vita si aggiudica già il titolo di Auto dell’anno.
Inizialmente è disponibile nella sola versione a due porte con motore 903 cc da 47 cavalli abbinato a un cambio manuale a quattro rapporti. Le sospensioni invece seguono lo schema a quattro ruote indipendenti, con anteriori Mc Pherson e posteriori a balestra trasversale. L’anno seguente viene affiancata dalla versione a tre porte caratterizzata dal portellone posteriore, che con l’abbattimento dei sedili permetteva una possibilità di carico fino a quel momento impensabile per un’auto di quel genere.
Questi due modelli vengono ben presto impreziositi dalla variante Special; dotata di una nuova calandra, paraurti con inserti di gomma, molte cromature, un disegno esclusivo per i cerchi e un inedito tappo della benzina. Gli interni oltre ai sedili bicolore e a una plancia ridisegnata si arricchiscono di nuovi dettagli: accendisigari, aria condizionata a due velocità, portaoggetti sul tunnel centrale, moquette e modanature sui montanti.
Nel 1976 viene commercializzata una versione a quattro porte costruita dall’affiliata spagnola Seat; contemporaneamente in Fiat modificano il motore e riducono la potenza a 45 cavalli per attenersi alle norme del primo decreto anti-inquinamento. Il primo restyling della 127 avviene nel 1977, anno in cui nasce la seconda serie del modello. Il rinnovamento consiste in una serie di cambiamenti che coinvolgono il frontale, il cofano, le fiancate, e anche i cerchi con delle nuove coppette copriruota; gli allestimenti disponibili sono tre: base (L), comfort (C) e comfort lusso (CL). Per quanto riguarda la parte meccanica vengono fatti una serie d’interventi per ridurre i consumi e rumori. Inoltre viene introdotto un motore quattro cilindri 1050 cc da 50 CV realizzato in Brasile.
Quest’ultimo viene poi potenziato a 70 CV, tramite la rifasatura della distribuzione e l’adozione di un carburatore a doppio corpo, e montato sulla 127 Sport che debutta nel 1978. L’auto dall’animo corsaiolo si distingue dalle altre versioni grazie all’alettone posteriore, ai cerchi più larghi, allo scarico con doppia uscita e al volante racing di piccolo diametro. Nello stesso anno nasce anche la 127 Top, versione speciale solo a tre porte con finiture e accessori migliorati come la vernice metallizzata, i cerchi bicolore, il tetto apribile, il divano sdoppiabile e il lunotto termico. Nel 1980 viene poi introdotta la versione a 5 porte in allestimento CL con il motore da 903 cc.
Nel 1981 vengono lanciati due nuovi modelli, la Fiat 127 D e la Fiat 127 Panorama station wagon. La prima è equipaggiata con un motore diesel da 1300 cc, la seconda invece è disponibile sia nella versione 1050 cc a benzina che in quella diesel ( 1300 cc). Entrambe però si basano sulla carrozzeria della 147 brasiliana, auto che è commercializzata anche in Italia (dal 1979 al 1981) con il nome di 127 Rustica. Parallelamente a questi debutti Fiat attua una revisione della gamma: gli allestimenti L, C, CL e Sport vengono sostituiti dagli allestimenti Special, Super e Sport II, che andranno a caratterizzare la terza serie della 127.
Su questa versione, oltre all’immancabile restyling delle linee e all’aggiornamento dei componenti, la principale novità sta nella possibilità di montare un cambio a cinque rapporti che fino a quel momento non era possibile installare a causa della forma dei longheroni anteriori che non lasciavano uno spazio sufficiente. Infine nel 1983, in seguito all’introduzione sul mercato della Fiat Uno, viene prodotta la 127 Unificata disponibile nella versione berlina a tre porte o station wagon, con motore 1050 cc benzina o 1300 cc diesel.
Nonostante un’incessante domanda la 127 cessa la produzione e scompare dai listini Fiat nel 1987, dopo essere stata prodotta in circa cinque milioni di esemplari in sedici anni di onorata carriera.