Michael Schumacher: un anno dopo, il tedesco continua a lottare
Dal drammatico incidente al ritorno a casa, ma la strada per il recupero del tedesco è ancora molto lunga
E’ passato esattamente un anno da quel 29 dicembre 2013, quando la vita di Michael Schumacher è cambiata probabilmente per sempre: il tedesco stava sciando sulle piste di Meribel, quando è caduto ed è andato a sbattere violentemente con la testa su una roccia. Le prime frammentarie notizie (non particolarmente preoccupanti), l’arrivo all’ospedale di Grenoble e la drammatica verità, rivelata solamente in serata, con il sette volte campione del mondo di Formula 1 in coma per un gravissimo trauma cranico e con lesioni cerebrali diffuse.
I giorni successivi all’incidente sono i più drammatici, tra gli interventi al cervello e le parole di grande preoccupazione dei medici, con un serio pericolo di vita. L’ospedale francese, assediato da giornalisti e troupe televisive, diventa anche un luogo di pellegrinaggio, dove i tifosi si riuniscono per dare sostegno al campione, soprattutto il 3 gennaio, giorno del suo compleanno. Mentre arrivano a conclusione le indagini della Procura, senza responsabilità della pista, le notizie arrivano a cadenza non più giornaliera e la famiglia chiede privacy.
I giornalisti lasciano Grenoble e, il 30 gennaio, la manager Sabine Kehm annuncia l’inizio del processo di risveglio: serviranno oltre 4 mesi per l’uscita dal coma, comunicato il 16 giugno, con il trasferimento al CHUV di Losanna. Mentre arrivano pareri contrastanti degli esperti, c’è anche la vicenda delle cartelle cliniche rubate, per arrivare al 9 settembre, con il ritorno a casa. Da allora finiscono le notizie ufficiali ed ora, un anno dopo l’incidente, Schumi sta proseguendo a lottare per tornare ad una vita più normale. Ma la strada è ancora molto lunga.
Todt: “Schumi tornerà ad una vita normale”
Mentre il mondo della Formula 1 è con il fiato sospeso per le condizioni di Jules Bianchi, in seguito al terribile schianto di domenica scorsa contro una gru al Gp del Giappone, si torna a parlare di Michael Schumacher. Il tedesco è tornato a casa lo scorso 9 settembre, per proseguire la riabilitazione ed è stato visitato nei giorni scorsi da Jean Todt, sua grande amico e suo team principal ai tempi della Ferrari. E le parole riportate dal canale televisivo RTL sono di grande incoraggiamento e fiducia, per il futuro del campione tedesco.
“Si sta battendo e sta migliorando – ha dichiarato il presidente della FIA – che è la cosa più importante. A quanto pare, potrà riprendere una vita leggermente più normale, nel giro di un breve periodo”. Dunque, l’effetto del ritorno nella propria abitazione ha fatto bene al sette volte campione del mondo, rimasto in coma per tanti mesi all’ospedale di Grenoble, dopo il gravissimo incidente sugli sci dello scorso 29 dicembre a Meribel: “Le sue condizioni migliorano, anche in relazione al fatto che adesso è a casa con la sua famiglia”.
Il n° 1 della Federazione internazionale invita a non avere fretta: “Bisogna tuttavia avere grande pazienza e lasciargli tutta la tranquillità necessaria”. Condizioni più volte richieste dalla famiglia e dall’entourage, dopo il primo grande assedio mediatico, nel mese successivo all’incidente. “Riguardo alla chance di rivederlo guidare una Formula 1, invece, non credo sia possibile”, è la chiosa finale di Todt. Ma questo non è certo un aspetto importante: se Schumi tornerà ad avere una vita normale, sarà la vittoria più importante della sua vita.