Toyota Aygo, Citroen C1, Peugeot 108: le piccole a confronto
Una piccola grande sfida tra tre sorellastre. Due francesi ed una giapponese con molto in comune. Toyota Aygo, Citroen C1, Peugeot 108: base tecnica in comune, differenze stilistiche per queste tre cittadine, ma non solo. Le abbiamo messe alla prova insieme.
Il 2014 è stato l’anno della piccola grande sfida. Aygo, C1, 108: tre marchi, due gruppi, un pianale, una triade storica. Nove anni dopo la storia ciclicamente si ripete e, ricomincia l’avventura che, un tempo, non sembrava avere uno sviluppo chiaro e definito, seppur intuibile. Il mondo dell’automotive invece, ha peridissequamente continuato per la strada del “piccolo è meglio”, ed a conti fatti, questa è stata una delle sfide più curiose, frizzanti, interessanti riproposta in questa seconda edizione.
D’altro canto, la storia del Segmento A in Italia può essere annoverata in relazione al rilancio storico di una nazione che con il boom economico iniziò la sua ascesa. Le piccole erano le auto del popolo, e potevano esser comprate da tutti per la loro praticità ed economia. Ai tempi fu la 500 che sdoganò il concetto di automobile per il popolo. Uno scenario che, con l’aumento del consumismo imperante, all’interno di un’Italia che aveva imparato a sognare, comportò l’entrata in campo sempre più da protagonista del Segmento C quale mezzo per la vita di tutti i giorni. Le dimensioni come status sociale: la classe operaia comprava la Ritmo o la Tipo, snobbando un mercato, come quello delle compatte che, salvo alcune piccole eccezioni, aveva imboccato una strada di declino. La “piccola” era povera, economica in un mondo che abbinava quindi il concetto di grande a quello di qualità: ed in effetti era assolutamente vero.
Una cittadina non rappresentava quanto di meglio dal punto di vista della qualità degli interni, degli accessori, per non parlare degli allestimenti, vocabolo praticamente sconosciuto. Ma in un mondo sempre più caotico, e dotato di spazi sempre minori, declinato principalmente in ambientazioni urbane, le qualità del segmento A sono rimaste a covare sotto la cenere per molto tempo. Oggi, con un mercato generale in contrazione, le piccole sono divenute grandi, con un processo di maturazione arrivato a compimento. Oggi le piccole rappresentano i modelli chiave per poter fare dei volumi di fabbrica importanti.