Fiat Punto e lo spot “antibici”: è davvero così?
Uno spot può piacere o non piacere, ma non tiriamo fuori significati nascosti quando non ci sono…
Ci risiamo, nell’eterna lotta tra il bene e il male, ovvero tra auto e bici (o bici e auto), questa volta a finirci in mezzo è lo spot Fiat Punto che pubblichiamo qui sotto:
Leggiamo da BikeItalia che lo spot è stato girato “in Liguria nella splendida cornice della pista ciclabile dei fiori, nel tratto da San Lorenzo a Santo Stefano al Mare“. Apriti cielo. La reazione della Fiab Genova non si è fatta attendere, con una lettera inviata Claudio Burlando, Presidente della Regione Liguria.
Non si capisce come sia stata approvata questa operazione. Lo spot trasmette messaggi dannosi e dal punto di vista dell’educazione stradale può risultare pericoloso perché si fa passare il messaggio che si possa percorrere in auto su una ciclabile in tutta libertà.
Personalmente, espressioni come queste mi pongono automaticamente nella antipatica posizione di difensore d’ufficio. Mi sembra infatti che si stia esagerando, ma di parecchio. Ahimè non sono un frequentatore abituale delle strade liguri, e non avevo riconosciuto ne il luogo ne la pista ciclabile. Nel filmato si vede semplicemente un’automobile che circola su una strada piuttosto stretta, una situazione tra l’altro comune a molte altre strade rivierasche di mare e di lago. Qual è il messaggio? Ognuno la pensi come preferisce, ma che “si possa percorrere in auto su una ciclabile in tutta libertà” mi sembra quanto di più lontano dalla realtà.
“I percorsi destinati alle bici devono essere tutelati a garanzia della sicurezza di chi la usa” conclude la Fiab, e su questo non ci piove. Ci piacerebbe leggere la stessa veemenza, perchè no, contro i ciclisti indisciplinati, quelli che non usano il casco e quelli che la sera al buio non adottano tutti i mezzi per segnalare la propria presenza: un vero pericolo per sé stessi e per gli altri.
Sul Secolo XIX, risponde un portavoce Fiat per precisare che, “il filmato è stato girato in piena sicurezza chiudendo un tratto di pista ciclabile per un tempo limitato nella giornata con tutti i permessi necessari e assicurando la totale assenza di pericolo per i ciclisti in quell’arco di tempo“. Come d’altra parte fanno tutti quelli che decidono di girare uno spot su strada pubblica, siano automobili, profumi o cioccolatini.
Quindi, di cosa stiamo parlando? Del tipico vizio italiano di avercela con qualcuno o qualcosa. Non so come la pensiate voi, cari lettori, ma io credo che andare in bicicletta sia divertente, non inquina e fa bene alla salute: dovrebbe essere questo il “messaggio” da far passare, piuttosto che tirar fuori significati nascosti quando non ci sono.