Contachilometri manomessi, la truffa continua
Un’inchiesta de Le Iene rivela come alcuni commercianti rivendano le auto provenienti da autonoleggi dopo aver manomesso il contachilometri per spuntare maggiori guadagni.
Ritorna all’ordine del giorno l’annosa questione delle truffe che più di qualche commerciante mette in atto: taroccare il contachilometri delle auto usate per incassare una somma più alta rispetto al reale valore di mercato. Di pochi giorni fa infatti è la puntata de Le Iene in cui Matteo Viviani tratta ancora una volta questo argomento. Alcuni salonisti farebbero uso di siti specializzati in cui le grosse ditte di noleggio a lungo termine mettono in vendita le auto che dismettono dal proprio parco. E fin qui nulla di male. Queste, molte volte, hanno percorrenze importanti che le renderebbero poco appetibili al pubblico se non per cifre che lascerebbero ai concessionari intermediari un guadagno da molti di loro ritenuto troppo basso: a quel punto, il ritocchino al contachilometri sarebbe praticamente inevitabile.
Ovviamente nessuno sostiene che tutti i venditori di auto usate si comportino così, anche se pare, da alcune ricerche, che oltre la metà dei venditori ricorra a questo trucchetto. Viene inoltre spiegata l’organizzazione che c’è dietro al raggiro, che spesso comprende i professionisti, a volte esterni agli autosaloni, specializzati nel manomettere i contachilometri, diminuendo in media di 50000 la cifra reale, ma spesso e volentieri anche azzardando a togliere oltre 100000 chilometri. Per vedere quanto sia diffusa questa odiosa abitudine, vengono fatte alcune visure di auto presenti nei siti di vendita per commercianti per rintracciarle negli autosaloni dove sono finite al pubblico o dai nuovi e ignari proprietari, riscontrando in parecchi casi le discrepanze sospettate. I colpevoli, una volta beccati, alcuni negano, altri dichiarano che è un escamotage per sopravvivere all’interno di un settore che, almeno nel nostro paese, sta vedendo un drastico ridimensionamento a causa della crisi.
Ricordiamo che nei casi di manomissione del contachilometri volta a fare sembrare un’auto più “fresca” del dovuto si configura il reato di truffa, di cui il venditore è perseguibile, come è successo ad esempio nel caso al centro della sentenza n. 38085/13 della cassazione depositata il 17 settembre 2013: non si tratta solamente di un inadempimento contrattuale ma bensì di un fatto di rilevanza penale. Il dubbio che però rimane alla fine di tutto è se i dati forniti dai siti di aste specializzati riservati ai concessionari siano a loro volta attendibili: anche i dati di partenza sui chilometraggi delle auto potrebbero essere non veritieri a loro volta.