Volkswagen Golf: 40 anni di rivoluzione evolutiva
I quarant’anni di un mito tra evoluzione e rivoluzione: ecco la storia delle sette generazioni di Volkswagen Golf.
Tanti numeri, una sola icona: Volkswagen Golf. Quarant’anni di storia in sette generazioni, oltre trenta milioni di esemplari venduti, centinaia di modelli diversi, edizioni speciali e allestimenti iconici hanno fatto la storia della segmento C più famosa di tutti i tempi. Era, infatti, l’ormai lontano 29 marzo del 1974 quando dalle catene di montaggio di Wolfsburg uscì una vettura capace di cambiare la storia, imponendosi ai vertici dei mercati internazionali.
Quarant’anni fa Volkswagen fu protagonista di una vera e propria rivoluzione copernicana. Dopo quasi trent’anni di successi quello che fino allora era il veicolo simbolo del marchio tedesco, il Maggiolino, fu sostituito, nel ruolo di auto per le masse, da una vettura compatta e radicalmente diversa, sia per forme, sia per la tecnica sulla quale si basava. La Golf rivoluzionò il Mondo dell’auto, proponendo, per la prima volta un’impostazione moderna e sicura, giunta, in maniera perfezionata ed evoluta, fino ai giorni nostri. Nel secondo dopoguerra, il Maggiolino, dotato di motore e trazione posteriori, fu la soluzione pensata per migliorare i cicli produttivi in un periodo di rinascita industriale. La meccanica semplice e robusta conferiva alla vettura grande longevità ma non permetteva prestazioni, doti di guidabilità e di praticità adatte a una compatta degli anni ’70.
I progettisti Volkswagen decisero così di capovolgere letteralmente l’impostazione del Maggiolino. La Golf diede così inizio a una nuova era, quella delle vetture con motore e trazione anteriore, un’impostazione che in sostanza tutti i costruttori di medie e compatte utilizzano ancora oggi. Questo però fu un rischio enorme per Volkswagen: utilizzare un’impostazione totalmente innovativa e fino allora praticamente mai provata poteva deludere le attese dei clienti. Come sempre dimostrato nella propria storia Volkswagen però realizzò una vettura quasi perfetta da molti punti di vista, utilizzando un’intuizione vincente per conquistare i mercati mondiali.
Il progetto fu così affidato a Giorgetto Giugiaro che creò un design senza tempo, con proporzioni naturali e volumi che si fondevano alla perfezione per creare un aspetto filante ma solido e affascinante. La semplicità costruttiva del Maggiolino si evolveva in un’automobile molto più completa, comoda e fruibile, pensata per essere facilmente sfruttata davvero da chiunque. Un’architettura costruttiva che rendeva la prima Golf un’auto sicura, agile e scattante, ma anche economica ed efficiente. Proprio per questi motivi le attese di vendita di Volkswagen furono ampiamente superate con la Golf che iniziò fin da subito a conquistare il mercato. La produzione dell’esemplare numero 500 mila avvenne nel marzo del 1976, ma la vera crescita avvenne nel periodo successivo con il raggiungimento del milione di unità prodotte solo 7 mesi dopo, in ottobre, per poi raddoppiare ancora una volta questa cifra nel 1978 quando, appena prima del debutto sul mercato nordamericano, si segnarono i 2 milioni di esemplari venduti nel mese di giugno. A luglio la Golf debuttò in America, dove prese il nome di Volkswagen Rabbit e, proprio da questo momento in poi, la crescita delle vendite si fece sempre più importante, con il 1982 che fece segnare i 5 milioni di esemplari venduti, un evento accompagnato dall’arrivo del primo motore turbodiesel della storia della Golf, il 1.6 GTD da 70 cavalli e 130 Nm.
Con l’inizio degli anni ’80 arrivò però il momento di aggiornare il design della Golf, sfruttando al contempo i nuovi ritrovati tecnologici dell’industria dell’automobile. Dopo 6.780.050 esemplari prodotti la Golf I andò in pensione, lasciando una pesantissima eredità alla seconda generazione di quello che già si era affermato come un vero e proprio mito. Cambiare un progetto protagonista di un successo simile non è mai facile e i progettisti Volkswagen sapevano di avere sulle spalle una grande responsabilità. Nell’agosto del 1983 arrivò la Golf II, un modello che, durante la propria carriera, introdusse innumerevoli innovazioni tecniche che migliorarono sicurezza, efficienza e guidabilità della compatta tedesca. In questo caso il design fu curato da Herbert Schafer che evolse le linee della Golf senza però stravolgerle. I fari tondi furono mantenuti, così come le proporzioni e i volumi, con alcuni cambiamenti che resero la seconda generazione molto più moderna, pur facendola immediatamente riconoscere come vera Golf. Anche in questo caso il motore era anteriore trasversale, con la gamma che si articolava attorno a una varietà di motori a quattro cilindri abbinati a un cambio anteriore trasversale a quattro rapporti. Con la seconda generazione debuttarono però numerose innovazioni tecniche, come il catalizzatore, il sistema ABS e la trazione integrale Syncro. Tutto questo concorse al successo della seconda generazione che riuscì a replicare i dati di vendita della prima versione con oltre 6 milioni e 300 mila esemplari prodotti dal 1983 al 1991.
Arrivarono poi gli anni ’90, un’epoca di cambiamenti, con le varie tecnologie che pian piano si facevano spazio nella vita di sempre più persone, con le mode che cambiarono e lo stile di vita che subì un’importante evoluzione. Evoluzione però che con la terza generazione della Golf fa rima con Rivoluzione. La Golf III si presentò al mondo nel 1991 con un’estetica totalmente cambiata e proiettata verso il futuro. Niente più fanali tondi, sostituiti da gruppi ottici più moderni, un look ancor più solido e attuale che però nascondeva tutti gli stilemi tipici della Golf. Oltre a questo la media di Wolfsburg si rivoluzionò anche nella tecnica, proponendo per la prima volta un motore a sei cilindri, imponendosi come prima vettura compatta con queste caratteristiche. Le innovazioni dal punto di vista della sicurezza coinvolsero, oltre al telaio e alle metodologie di costruzione, anche l’arrivo di nuove tecnologie. Nell’agosto del 1992 la Golf presentò gli Airbag per guidatore e passeggero appena dopo aver superato il muro dei 13 milioni di esemplari venduti. L’anno successivo debuttò la prima familiare della storia Golf, la Golf Variant, con lo stesso periodo che accolse anche la prima motorizzazione TDI della storia e la seconda generazione di trazione integrale Syncro. Arrivarono poi anche l’ABS di seie, gli airbag laterali e i 20 anni della Golf GTI che consentirono alla terza generazione di Golf di raggiungere nel 1997, i 4.805.900 esemplari venduti, che concorsero al superamento delle 17 milioni di unità prodotte dal 1974.
Gli anni ’90 però passavano veloci e mai come prima di alloro gli oggetti diventavano obsoleti poco dopo essere nati. Per la Golf IV però non fu così poichè Hartmut Warkuss donò nuove forme tondeggianti alla segmento C, evolvendo ancora una volta le linee senza stravolgerle pur facendo compiere un salto importante verso il futuro alla media tedesca. Con l’evolversi del design si sfruttarono anche nuove innovazioni tecnologiche per la produzione e la lavorazione dei materiali. La quarta generazione della Golf, ad esempio, era la prima con carrozzeria totalmente zincata. Nel 1997, anno del lancio della vettura, debuttò anche il primo motore a cinque cilindri della storia Golf, con la media che per la prima volta proponeva come optional il controllo della stabilità, l’ESP, oltre alla nuova trazione integrale 4Motion con differenziale Haldex. Con il passare degli anni furono introdotte decine di diverse motorizzazioni sempre più potenti ed efficienti con la gamma che era dominata dalla prima Golf R, la Golf R32 con il suo sei cilindri con cambio DSG a doppia frizione. In totale la Golf IV aveva ben 14 diverse motorizzazioni abbinabili a sette allestimenti: una gamma particolarmente ricca che fu scelta da ben 4.3 milioni di clienti dal 1997 al 2003.
Con il nuovo millennio la Golf si propose, ancora una volta, in veste migliorata. La Golf V arrivò sul mercato alla fine del 2003 restando sul mercato per cinque anni. Come sempre il nuovo modello fu realizzato con le più moderne tecniche costruttive, con Volkswagen che utilizzò per la prima volta la saldatura laser nella realizzazione del telaio. Proprio a livello telaistico, fu introdotta una soluzione tecnica fino allora mai sperimentata da Volkswagen in questo segmento, le sospensioni posteriori a quattro bracci. Grazie a quest’architettura la Golf V proponeva una guidabilità nettamente migliore rispetto alle generazioni precedenti, vantando maggiori doti di stabilità e di sicurezza. Tecnologie telaistiche che vanno di pari passo con l’innovazione tecnica dei propulsori, con la Golf IV che si propose con il primo motore Twincharged 1.4 TSI che abbinava due sovralimentazioni, con turbo e compressore volumetrico, per ottenere ben 170 cavalli nella variante più prestazionale. Nel 2007 esordirono anche le prime Golf Blue Motion TDI da 105 cavalli capaci di percorre fino a 22 chilometri con un litro di gasolio, risultando una delle chiavi del successo della segmento C negli anni più recenti. La produzione terminò nel 2008 dopo aver consegnato ben 2.344.182 unità in tutta Europa.
Nel 2008 fu poi la volta della Golf VI, un’evoluzione sempre più tecnologica di un’icona dell’automobilismo. Walter de Silva seppe rinnovare la Golf senza però farle perdere il proprio fascino, portandola a un livello estetico fino allora mai raggiunto. Fanali con tecnologia LED si abbinavano a nuovi schermi LCD integrati nel quadro strumenti che permettevano di vivere un’esperienza di guida degna di segmenti ben superiori. La Golf VI tornò però alle origini, proponendo unicamente motori a quattro cilindri, anche nel caso della potentissima Golf R. Motori sovralimentati benzina e diesel TSI e TDI migliorarono la media consumi fino al 28% rispetto al passato, rientrando pienamente nelle normative antinquinamento Euro 5. La tecnica però si evolveva anche con nuove tecnologie come l’assetto a regolazione adattiva e le nuove generazioni del cambio doppia frizione DSG che si abbinavano a nuovi sistemi di sicurezza come, ad esempio, il Cruise Control adattivo.
Il 4 settembre del 2012 iniziò una nuova era, quella della Golf VII. La settima generazione si è presentata come la Golf più completa della storia, la massima incarnazione di un modello creato quasi quarant’anni prima. Più leggera, agile e veloce, la nuova Golf ha le caratteristiche che tutti conosciamo. Le tecniche costruttive si sono evolute contenendo il peso, l’efficienza è garantita da una moderna gamma di motori sovralimentati a benzina e a gasolio che possono essere abbinati a diverse trasmissioni manuali o automatiche a doppia frizione, e alla trazione integrale 4Motion. Tutto ciò concorre a una riduzione dei consumi del 23% rispetto alle motorizzazioni della precedente generazione, il tutto condito da un look inconfondibile che coniuga modernità e tecnologia con l’aspetto iconico della Golf.
Tutto questo, ancora una volta, con un’impostazione tecnica con motore anteriore trasversale, abbinato a un sistema di trazione anteriore. In quarant’anni la Golf è cambiata evolvendosi e migliorandosi, senza però dimenticare le basi che ne hanno decretato il successo.