Maserati Ghibli: due generazioni a confronto
Due generazioni della Maserati Ghibli a confronto. Dalla coupé V8 4.7 litri degli anni sessanta alla nuova Maserati Ghibli Diesel ecco com’è cambiato il modo di guidare negli ultimi cinquant’anni.
Gli anni sessanta furono un’epoca d’oro per le automobili sportive di tutto il Mondo, ma soprattutto in Italia. Proprio nel nostro Paese nacquero capolavori su quattro ruote che oggi vengono battuti all’asta per centinaia di migliaia di euro, con i collezionisti che apprezzano la bellezza delle forme scolpite a mano dai carrozzieri dell’epoca sui progetti di designer che hanno scritto pagine e pagine di storia dell’automobilismo. Come festeggiamento finale del Centenario Maserati abbiamo deciso di mettere a confronto un’icona degli anni sessanta, la Maserati Ghibli, con un’altra Maserati Ghibli, quella di oggi. Per un confronto del genere non si potevano di certo scegliere strade comuni, per questo abbiamo portato le due vetture del Tridente dal centro di Bologna, partendo da via de’ Pepoli dove il primo gennaio 1914 iniziò la storia Maserati, continuando poi sulle strade bolognesi tra dolci curve in collina e tratti cittadini.
Protagoniste del nostro confronto sono state una Maserati Ghibli 4.7 del 1973 ed una Maserati Ghibli Diesel del 2014, vetture separate da 41 anni di evoluzione tecnica e stilistica, profondamente diverse sia per prestazioni, sia per anima visto che la Ghibli originale era una coupé 2+2 mentre la nuova Maserati Ghibli è una comoda berlina quattro porte. Della Ghibli originale, oltre al DNA del Tridente, la nuova Ghibli ha ben poco a che vedere. La configurazione è cambiata, la Gran Turismo si è trasformata in berlina, con doti di comodità evolute che rendono la nuova Maserati Ghibli silenziosa, confortevole ed estremamente facile da guidare.
Quasi trenta centimetri in più caratterizzano la lunghezza della nuova Ghibli, con un peso che, negli anni, tra nuove imposizioni di sicurezza e dotazioni tecnologiche, è inevitabilmente aumentato dai 1.300 chilogrammi degli anni sessanta ai 1.800 chilogrammi dell’attuale. Nonostante questo però le prestazioni delle due vetture non sono poi così differenti, con le varianti più performanti della prima Maserati Ghibli che sfioravano i 280 chilometri orari di velocità massima e la nuova generazione che nella sua versione S arriva fino a 285 chilometri all’ora, scattando da 0 a 100 chilometri orari in 5 secondi contro i 6.8 dell’originale. Due vetture profondamente diverse accomunate dal loro nome e dall’anima tipica di ogni Maserati, vetture capaci di coniugare performance, sportività, lusso e comfort.
Maserati Ghibli, una storia in continua evoluzione
Mancano solo pochi mesi al cinquantesimo compleanno della Maserati Ghibli, un modello che si è saputo evolvere in tre diverse generazioni, ognuna delle quali molto diversa dal modello precedente. Tutto iniziò infatti nel 1966 quando l’Ingegner Giulio Alfieri progettò insieme a Giorgetto Giugiaro una nuova coupé sportiva con motore ad otto cilindri. Nacque così la Maserati Ghibli che venne presentata al Salone di Torino del 1966 direttamente da Ghia che firmò la carrozzeria della sportiva. Immediatamente il modello fece presa sul pubblico con Maserati che produsse ben 1.149 esemplari tra 4.7 e 4.9 con il 1970 che segnò il debutto di una variante aggiornata della Maserati Ghibli, proprio il modello che abbiamo utilizzato nel nostro confronto.
Sotto il cofano anteriore del nostro esemplare batteva un otto cilindri a V di 90 gradi da 4.719 centimetri cubi in grado di sviluppare ben 330 cavalli a 5.500 giri al minuto. L’aspirato montava, tra le proprie particolarità, un doppio albero a camme in testa per ogni bancata che gestiva due valvole per cilindro. L’impostazione tecnica della vettura si completava con la presenza di un leggero telaio tubolare con sospensioni anteriori con molle elicoidali ed ammortizzatori telescopici abbinati al posteriore a delle balestre semiellittiche. Viste le performance Maserati montava di serie sulla Ghibli quattro freni a disco con servocomando che si abbinavano ad un cambio a cinque rapporti o, nel caso il cliente lo richiedesse, ad un automatico.
Proprio il cambio automatico è l’unica trasmissione disponibile sulla nuova Maserati Ghibli, una vettura pensata per combinare, così come il primo modello, prestazioni e comfort. Nel nostro confronto abbiamo avuto a disposizione una Maserati Ghibli 3.0 Diesel 24 valvole che sul mercato italiano risulta disponibile nelle due varianti da 250 o da 275 cavalli. Quest’ultima versione propone un’accelerazione da 0 a 100 chilometri orari coperta in soli 6.3 secondi ed una velocità massima di 250 chilometri orari. Il telaio è una versione accorciata del pianale della Maserati Quattroporte ed utilizza delle sospensioni anteriori a doppio braccio oscillante ed un’architettura sospensiva posteriore di tipo multi link. Una netta evoluzione tecnica che ha permesso alla berlina di raggiungere consumi pari a 5.9 litri ogni 100 chilometri nel ciclo misto.
La Maserati Ghibli di ieri, 1967
Una volta chiara l’impostazione tecnica delle due vetture bisogna però analizzare com’è cambiata la guida negli ultimi cinquant’anni. La prima cosa che si nota è certamente la facilità di guida. La Maserati Ghibli degli anni sessanta è un’auto pazzesca sotto molti punti di vista ma di certo non è facile da guidare. Il pedale del freno è duro e rigido, serve forza per frenare a dovere, e anche la frizione presenta caratteristiche simili. Bisogna agire in maniera precisa anche con il cambio che non ha innesti facili come quelli delle auto moderne, con l’acceleratore che risulta pesante e lo sterzo che, pur avendo sulla nostra versione la servoassistenza, di certo non risulta morbido. Non bisogna però leggere queste caratteristiche come difetti. Per un vero appassionato poter guidare un’auto di questo genere è un privilegio raro: ciò permette di sentire al meglio tutto le sensazioni che una vettura è in grado di dare, avvicinando ancor di più il guidatore con il mezzo meccanico, tra sapori di guida che ormai sono impossibili da trovare sulle auto moderne.
Lo sterzo, pur non essendo precisissimo, regala sensazioni praticamente non filtrate e permette di capire immediatamente tutto quello che succede al di sotto delle ruote anteriori. Il motore sale rapidamente di giri quando si affonda il pedale destro, con il guidatore che deve però stare attento a non esagerare vista la grande potenza dell’otto cilindri ed alla totale assenza di controlli elettronici: bisogna trattarla sempre con rispetto. La prima Maserati Ghibli è infatti un’auto che si guida puramente per il piacere di farlo, una vettura capace di regalare sensazioni uniche come solo le storiche sanno fare, creando un vero rapporto tra il guidatore e l’automobile che oggi, tra tecnologia e sistemi di sicurezza, non esiste più. L’otto cilindri presenta infatti grande corposità ed è un attimo farsi prendere la mano vista la potenza di ben 330 cavalli, che si esprime in maniera piuttosto lineare non rivelandosi mai brusca.
Oltre alle pure prestazioni ed al piacere di guida la Maserati Ghibli degli anni sessanta ci è apparsa estremamente comoda, sia per la sua seduta, una vera poltrona soffice, morbica e confortevole, sia per il suo assetto che non risulta eccessivamente rigido pur donando un ottimo handling alla sportiva. Per chi è abituato alle auto moderne il comfort acustico non è di buon livello, ma di certo questo non è un aspetto negativo visto che l’abitacolo viene inebriato dal suono dell’otto cilindri di Modena che scalpita sotto al cofano anteriore.
La Maserati Ghibli di oggi, 2014
Quasi cinquant’anni dopo il lancio della prima Ghibli, Maserati ha lanciato la terza generazione della Maserati Ghibli, trasformando la coupé in berlina a quattro porte, pur mantenendo la configurazione comoda e sportiva tipica della prima generazione. Per il nostro confronto abbiamo avuto a disposizione una Maserati Ghibli 3.0 Diesel nella versione da 275 cavalli, il primo motore a gasolio della storia del Tridente pensato per un periodo storico nel quale, in Europa, sono proprio le auto diesel a farla da padrone, soprattutto in un segmento come quello delle berline premium. Oltre all’evoluzione del design sulla nuova Maserati Ghibli si apprezza il maggiore comfort acustico, con il motore diesel che praticamente non si sente girare, pur trasmettendo qualche vibrazione all’interno dell’abitacolo. Tutto questo avvolti dalla tecnologia con un impianto di infotainment con navigatore satellitare, sedili a regolazione elettrica ed apertura delle portiere tramite chiave a transponder: accessori inimmaginabili nello scorso millennio.
Le prestazioni sono notevoli con il 3.0 litri che spinge forte e vigoroso restando quasi sempre in coppia grazie al cambio automatico che mantiene il corretto regime del motore nelle varie fasi di guida. Buono, ma non rapido, il comando manuale della trasmissione: dietro al volante sono presenti due paddles di ottima qualità che permettono di divertirsi un po’ quando si vuole cambiare marcia da soli, pur non avendo risposte estremamente pronte nel cambio marcia. Ottima anche la stabilità con la vettura che si lascia guidare in maniera piacevole in curva e non presenta particolari effetti nonostante il peso non sia di certo dei più leggeri.
Quello che stupisce di più è però la facilità di guida rispetto all’antenata, con la Maserati Ghibli 2014 che si rivela davvero semplice da guidare in ogni condizione. Sterzo leggero ma abbastanza preciso, pedali morbidi e progressivi ed un cambio automatico confortevole che però permette al motore di esprimere la propria sportività. Spingere sul pedale dell’acceleratore fino in fondo non è mai un problema visti i controlli elettronici, con le curve che vengono corrette, in caso di perdita d’aderenza dal controllo elettronico di stabilità. Certo queste sono innovazioni epocali per la sicurezza, con la maggior parte dei guidatori che beneficia della continua supervisione degli aiuti elettronici, ma hanno fatto perdere quel piacere di guida puro che avevano le auto di una volta. Vetture che bisognava rispettare, saper ascoltare e trattare come dei veri e propri gioielli. Il progresso però è anche questo, con l’elettronica ed i nuovi sistemi di sicurezza che hanno salvato migliaia di vite nel corso degli anni, rendendo le automobili più sicure e facilmente utilizzabili da chiunque.