Quando vige la tolleranza totale, gli onesti pagano i danni.
La legge è uguale per tutti, tranne per qualcuno.
Per una volta foto qui sopra non arriva da un anonimo account Facebook ma direttamente dalla fotocamera di un collega qui a Blogo. E’ stata scattata a Noci, in provincia di Bari. La vicenda non merita una riga sulla cronaca locale, tanto è “banale”: la mamma di Francesco, pensionata da 400 euro al mese, esce di casa e scopre che gli hanno rubato il gruppo ottico posteriore della Renault Twingo, vecchia e piuttosto malmessa. Smontato, preso e portato via.
Fa ridere? A noi no. Probabilmente in molti, me compreso, hanno subito un furto di questo genere. Sarà capitato all’antenna, al logo della marca, ma anche ai cerchioni interi piuttosto che all’autoradio o al navigatore satellitare. Senza dimenticare le truffe dello specchietto oppure quelle nei parcheggi. Crimini ancora più odiosi quando vengono perpetrati nei confronti di persone anziane o di chi fa fatica ad arrivare a fine mese.
Non c’è molto da girare intorno al problema: il cittadino si sente assolutamente indifeso nei confronti dei criminali. Una persona dovrebbe andare a sporgere denuncia e sperare che le forze dell’ordine risolvano il “giallo”, cosa non automatica vista la mole di lavoro e la “piccolezza” del fatto. E se anche il colpevole venisse scoperto e portato davanti ad un magistrato, c’è da immaginare come potrebbe andare a finire.
Arriviamo quindi al punto finale. Da una parte abbiamo inflessibili forze dell’ordine pronte a “sparare multe” a norma di legge, anche quando superi il limite di 0,4 km/h. Dall’altra parte abbiamo un situazione nella quale il cittadino è esposto alla mercè di qualsiasi ladruncolo. Sappiamo già come andrà a finire: prima o poi qualcuno deciderà di difendersi da solo, come è capitato al benzinaio di Ponte di Nanto, nel Basso vicentino.
Ci sembra che mentre a New York hanno applicato la “tollerenza zero”, in Italia si applichi la “tolleranza totale a metà”: indovinate qual è la metà alla quale è applicata la tolleranza, e l’altra metà che non ne gode.