Cinque Jensen da ricordare
Il marchio inglese ha creduto più di altri nella trazione integrale, che lanciò (quasi) prima di tutti. Ne ricordiamo le cinque auto più significative.
L’inglese Jensen lancerà nel 2016 due vetture di nuova generazione. Una si chiamerà GT verrà presentata al salone di Ginevra (3-15 marzo), ma il suo aspetto definitivo è anticipato da un modellino in clay. Il secondo modello è la Interceptor 2. Jensen è stata operativa dal 1931 al 1976 e viene tutt’oggi ricordata per la CV-8 FF, prima vettura della storia recente a montare un sistema di trazione integrale. Era il 1965 e l’auto fu realizzata in 320 esemplari, più cari del 50% rispetto ai modelli con due sole ruote motrici. La casa inglese tornò operativa dal 1998 al 2002, ma il tentativo di rilancio si rivelò inefficace. Ne ripercorriamo la storia.
Jensen S-type
La prima vettura risale al 1936 e fu disponibile nelle varianti berlina e convertibile. Montava due V8 di origine Ford, con cilindrata di 2.2 e 3.5 litri. Venne prodotta in circa 50 unità.
Jensen PW
La guerra costrinse Jensen ad interrompere l’attività. Il ritorno avviene nel 1946, grazie ad una berlina denominata PW (Post War). Venne lanciata con un otto cilindri in linea, da 4.0 litri, ma le forti vibrazioni costrinsero gli ingegneri a ripiegare sul sei cilindri 3.9 della Austin Sheerline. Dalla fabbrica di West Bromwich ne uscirono 20 esemplari.
Jensen Interceptor (1950)
La Interceptor di prima generazione risale al 1950 e venne costruita in 88 esemplari. Rimase in produzione fino al 1957. Utilizzava un sei cilindri Austin da 4.0 litri ed era lunga 4,65 metri, 50 centimetri in più della Austin A70 di cui utilizzava il telaio. Fu anche proposta in versione convertibile.
Jensen CV8
La granturismo ospita quattro passeggeri e fu una delle più veloci automobili della sua epoca (1962-1966), in ragione di una velocità massima pari a 219 km/h. Montava un otto cilindri Chrysler da oltre 330 CV, abbinato ad una trasmissione automatica a 3 marce.
Jensen Interceptor (1966)
L’azienda inglese torna ad utilizzare metallo per il corpo vettura (sulla CV8 era in fibra di vetro) ed introduce nel 1966 una granturismo disegnata da Carrozzeria Touring, con motore V8 Chrysler da 6,3 litri e trasmissione automatica a tre rapporti. Rimase in produzione fino al 1976 e venne proposta anche nelle configurazioni FF (a trazione integrale), R (con motore Corvette) e convertibile.