Obbligo di vendita di biocarburanti dal 1 luglio
La Coldiretti rende noto che “Contro lo smog e il caro prezzi, da oggi, primo luglio 2006, i produttori di carburanti diesel e di benzina sono obbligati ad immettere al consumo biocarburanti di origine agricola in misura pari all’1%” che sarà incrementata di un punto per ogni anno, fino al 2010″. Questo secondo l’effetto dell’entrata
La Coldiretti rende noto che “Contro lo smog e il caro prezzi, da oggi, primo luglio 2006, i produttori di carburanti diesel e di benzina sono obbligati ad immettere al consumo biocarburanti di origine agricola in misura pari all’1%” che sarà incrementata di un punto per ogni anno, fino al 2010″. Questo secondo l’effetto dell’entrata in vigore della Legge 81/2006. L’associazione, inoltre, sottolinea che dal punto di vista ambientale si tratta di una vera rivoluzione.
Speriamo, a questo punto, che il Governo ci metta del suo: potenziamento dei servizi pubblici, realizzazione di aree fuori città dove lasciare l’auto, miglioramento della rete stradale. In tutto, questo, tuttavia, anche “noi” automobilisti siamo chiamati a utilizzare l’auto in modo più intelligente. Chissà quante delle migliaia di auto che ogni mattina intasano le tangenziali con una sola persona a bordo potrebbero farne a meno.
UN PO’ DI CHIAREZZA
Biodiesel: è possibile ridurre dell’80% le emissioni di idrocarburi e del 50% quelle di articolato e polveri sottili. Fino al 5%, è già presente nel carburante acquistato alla pompa; per utilizzare “solo” biodiesel, è necessaria una messa a punto dell’iniezione da parte della Casa all’atto della costruzione di un motore, altrimenti si possono verificare danni strutturali considerevoli al propulsore. In Germania, dove esistono già distributori che erogano biodiesel, le case produttrici mettono in allerta gli automobilisti che in caso di rotture causate da carburanti “non convenzionali” non viene riconosciuta la garanzia di fabbrica.
Colza: “Quattroruote” ha realizzato un test di utilizzo della colza su una comunissima Fiat Punto 1.9 jtd, con motore diesel Common rail. Primo dato importante: la colza in purezza, a causa della maggiore densità rispetto al gasolio e del minore potere calorico, non permette al motore di avviarsi. Si procede quindi con il miscelare un 30% di gasolio comune con il restante 70% di olio di colza. A questo punto, con un po’ di fatica, il motore si avvia in una densa nuvola di fumo bianco dal sapore di cucina di fast food. I risultati delle rilevazioni:
fumosità (particolato e polveri sottili) – 50%, consumo + 19%, risparmio 18,7%, ripresa – 12,7%, velocità max – 2,2%
Il minore rendimento fa naturalmente peggiorare i valori di consumo e prestazioni, ma la diminuzione delle emissioni inquinanti è importante e il risparmio economico comunque sensibile.
Dopo 7.300 km, però, il motore cede poiché la maggiore densità del carburante rende gravoso oltremodo il lavoro dell’olio lubrificante; il motore alla lunga subisce lo stress della scarsa lubrificazione, tende a surriscaldarsi e si rompe. Tuttavia con modifiche non sostanziali al sistema di iniezione e soprattutto una diversa composizione dell’olio lubrificante potrebbero essere sufficienti per adattare i motori e renderli utilizzabili con la colza.
Via | Repubblica