RoadRazer: 300 kg per volare da 0 a 100 in 3″
“Extreme performance”: è il fine ultimo della Roadrazer, concepita in Danimarca da chi, evidentemente, ha le emozioni genuine della guida nel sangue (qualcosa che da noi ha sempre di più il sapore dell’utopia a giudicare dalle condizioni del traffico…). Baricentro basso, peso contenuto ed efficenza aerodinamica ne hanno guidato lo sviluppo. Equipaggiata con il motore
“Extreme performance”: è il fine ultimo della Roadrazer, concepita in Danimarca da chi, evidentemente, ha le emozioni genuine della guida nel sangue (qualcosa che da noi ha sempre di più il sapore dell’utopia a giudicare dalle condizioni del traffico…). Baricentro basso, peso contenuto ed efficenza aerodinamica ne hanno guidato lo sviluppo. Equipaggiata con il motore della Suzuky Hayabusa, eroga 175 Cv ed ha trazione posteriore e cambio a 6 marce del tipo sequenziale. Il telaio ha avuto una gestazione complessa, data dall’esigenza di avvicinare le caratteristiche della vettura a quelle di un’autentica monoposto da corsa: struttura monoscocca basata su un sandwich composto da alluminio, honeycomb e fibra di carbonio, l’ideale per raggiungere un’elevata rigidità torsionale.
Per quanti non hanno mai avuto il grande privilegio di calarsi in una monoposto, una Roadrazer potrebbe essere un’acquisto sensazionale: due posti (quello del passeggero è subito dietro quello del pilota ma non promette comodità da berlina), volante con strumentazione e comandi integrati (sganciabile dal piantone per migliorare l’accesso) e sedile che è parte integrante della scocca: l’ideale per sentirsi al volante del massimo esperibile in tema di guida sportiva.
Dedicata ai manager rampanti che stanno pensando di acquistare la solita Porsche 911 di colore Argento (se stanno indirizzandosi su una TVR, invece, lasciamo fare e approviamo!).