Hamann BMW M6 Edition Race
A guardarla bene, l’unico buon motivo per affidare la giganteggiante M6 a Richard Hamann e vedersela restituire modificata è per via delle portiere dall’apertura piuttosto originale (un classico di Hamann). Altrimenti, il lavoro di tuning, questa volta, non convince granché. Non foss’altro perché già nella versione base questo autentico mostro ha già tutto quello che
A guardarla bene, l’unico buon motivo per affidare la giganteggiante M6 a Richard Hamann e vedersela restituire modificata è per via delle portiere dall’apertura piuttosto originale (un classico di Hamann). Altrimenti, il lavoro di tuning, questa volta, non convince granché.
Non foss’altro perché già nella versione base questo autentico mostro ha già tutto quello che le serve: un design straordinario, un grandioso connubio di forme sinuose e prorompente aggressività. Per non parlare della meccanica: il suo generoso 10 cilindri a V di 5 litri eroga 507 Cv.
Alla guida, poi, l’M6 è senza dubbio una “libidine” per lo spirito (parola del sottoscritto che ha avuto la possibilità di guidarla): impetuosa, con una progressione inarrestabile, un cambio semiautomatico che in configurazione “Sport” esibisce una velocità di innesto impensabile; una frenata colossale e un assetto pressoché perfetto; tutte cose che fanno “quasi” dimenticare una stazza di quasi 1.800 kg (da guidarsi, quindi, rigorosamente con tutta l’elettronica di bordo inserita!!).
Che c’azzecca, allora, un tuning sull’M6? Il design sembra essersi “germanizzato” oltre il livello del consentito; Hamann offre tre stadi di preparazione del motore: eliminazione del limitatore, 1° stadio di ottimizzazione (+ 30 Cv), 2° stadio di ottimizzazione (+ 60 Cv). Nell’ultimo caso la velocità massima è di 320 km/h. Altre sostanziose modifiche riguardano lo scarico (sportivo), l’assetto (circa 30 mm in meno), i freni (davanti vengono piazzati dischi 380 mm di diametro) e le ruote (sono disponibili varie combinazioni da 20 e 21 pollici con gomme sportive).
Insomma: senza dubbio sarà ancora più divertente da guidare grazie al miglioramento dell’handling, ma, sinceramente, non è abbastanza! Anche l’occhio, in fondo, vuole la sua parte…