RUF Studiotorino RK Coupé: test drive
Due parole sulla mia recente presa di contatto con la concept car RUF STUDIOTORINO RK Coupé. La vettura è già nota ai lettori di Autoblog: presentata nell’estate 2006, è un’elaborazione della Porsche Cayman motorizzata con il 6 cilindri 24 valvole della 911-997, ma con l’adozione di un compressore meccanico in grado di erogare 440 CV;
Due parole sulla mia recente presa di contatto con la concept car RUF STUDIOTORINO RK Coupé. La vettura è già nota ai lettori di Autoblog: presentata nell’estate 2006, è un’elaborazione della Porsche Cayman motorizzata con il 6 cilindri 24 valvole della 911-997, ma con l’adozione di un compressore meccanico in grado di erogare 440 CV; è il secondo progetto dopo la RK Spider, una “super-Boxster” del 2005 da 420 CV. Le vetture sono acquistate da RUF, che provvede all’omologazione e ne elabora la meccanica, mentre la carrozzeria viene portata presso Studiotorino per le modifiche, e quindi inviata nuovamente in Germania per il montaggio finale. L’atelier Studiotorino, creato recentemente da Alfredo Stola a Rivoli (Torino), interviene sul design delle vetture utilizzando materiali di pregio e metodologie costruttive provenienti dalla tradizione dei Maestri piemontesi della carrozzeria, il tutto in collaborazione con aziende del settore iper-specializzate (da TOORA a Salt, da Brembo a Dunlop, da Poltrona Frau a PPG, ecc.).
Ad esempio, vediamo la genesi della RK Coupé: da un bozzetto proposto ad Alfredo Stola dal Aldo Brovarone, celebre designer della Pininfarina, si è passati alla progettazione del nuovo modello, e quindi alla realizzazione dei primi prototipi marcianti, veri banchi di prova per la verifica delle soluzioni proposte. Della Cayman originaria, a parte il parabrezza e i finestrini laterali, resta soltanto il parafango anteriore sinistro: tutto il resto viene modificato mediante aggiunte, sostituzioni, eliminazione di alcune aperture (ad esempio, i finestrini posteriori), secondo procedimenti tradizionali – battitura col martello, brasatura con stagno, ecc. Alcune parti, poi, sono del tutto nuove e realizzate in carbonio: i paraurti, ad esempio, ed anche l’originale portellone che si ispira alle storiche Porsche 904 e Dino – il prototipo della Dino Ferrari fu realizzato proprio da Aldo Brovarone…
Colpisce nella Concept la verniciatura (che tra l’altro ha reso problematiche anche le fotografie che vedete): realizzata con tecnica a inchiostro in 14 passaggi successivi, è lucidissima e riflettente più di uno specchio… La Concept provata è la C1/1 – proprio quella presentata negli USA e attualmente esposta in varie manifestazioni ed in prova presso diverse testate giornalistiche, che già ha all’attivo alcune decine di migliaia di km. Entriamo – anzi, scendiamo nell’abitacolo: i sedili anatomici TOORA, rivestiti dalla Salt con pelli verdi Poltrona Frau (che sono esclusivi per la Concept), sono molto avvolgenti, e regolabili in senso longitudinale e in inclinazione. La sensazione di essere un tutt’uno con la vettura, a pochi centimetri da terra, dovrebbe essere tenuta in considerazione da qualunque progettista di automobili, per far comprendere una parte importante del significato di “piacere di guida”…
Accensione del motore con la chiave, rigorosamente a sinistra del piantone dello sterzo ed ecco il suono piacevolissimo del flat-six arrivare dietro le orecchie; anche se il motore si è nel tempo fortemente trasformato, il sound è sorprendentemente simile a quello dei 6 cilindri Porsche storici, da gustare ancora di più a finestrini semiaperti. I pedali metallici, ben dimensionati e con possibilità di punta-tacco, sono ovviamente marchiati Studiotorino, mentre il cambio è un 6 marce manuale dalla leva abbastanza corta e dagli innesti precisissimi, ancor più valorizzati dalla vicinanza al motore centrale.
Su strada l’auto ha una doppia natura. Una è quella di sportivissima supercar. Lasciamo parlare i dati: 400 CV a 7.000 giri/minuto, 470 Nm di coppia massima a 5.500 giri/min (in gran parte già disponibile a regimi ben inferiori), 304 km/h di velocità massima (c’è il limitatore a 7.200 giri). RUF dichiara un’accelerazione da 0 a 100 km/h di 4,3 secondi, ma la rivista Road & Track ha fatto meglio: 3,8 secondi, lo stesso tempo “ufficiale” della Murciélago Roadster… Il bello è che la potenza è scaricata ottimamente a terra, grazie all’equilibrio generale della Cayman di serie ed agli interventi “di finitura” di RUF: in accelerazione l’auto schiaccia contro il sedile e lascia per un attimo senza fiato; nelle curve strette – facilitate dalla relativa compattezza della vettura, lunga 4,33 m – la RK tende leggermente e piacevolmente a sovrasterzare, complice una massa un poco preponderante al retrotreno (55%). C’è anche il Porsche Stability Management, ma interviene soltanto in casi estremi (ed è disinseribile). Il rollìo è quasi assente, mentre si avverte un po’ di beccheggio.
C’è però un’altra natura dell’auto: quella di elegante e lussuosa gran turismo. A dispetto delle prestazioni esagerate, la RK si lascia condurre agevolmente in mezzo al traffico quotidiano, che certo non è la sua terra di elezione, ma che si può affrontare con una certa tranquillità. A parte la frizione un po’ pesante, ed i rischi connessi alla ridotta altezza da terra e alle dimensioni… super-ribassate rispetto alle altre vetture, il motore e l’assetto sono una vera sicurezza: si può viaggiare con un filo di gas in sesta marcia e in qualunque momento premere l’acceleratore per ottenere una spinta simile alla proverbiale “sassata”; anche i cambi repentini di corsia, i sorpassi, le rotatorie non sono davvero un problema. Lo stesso suono del motore è sempre presente, ma non disturba più di tanto – per l’appassionato, ovviamente, è solo puro piacere…
La nota dolente è il prezzo: 190.000 euro tasse escluse, ben più di una Ferrari F430. Giustificabili con la perizia tecnica, la “manualità”, l’unicità di ciascun esemplare – ne verranno realizzati solo 49, e il cliente potrà scegliere alcune personalizzazioni meccaniche ed estetiche.
Seguono alcuni brevi video; da notare l’ultimo, che si riferisce ad un “assaggio” della “cugina” RK Spider: la velocità in realtà è meno elevata di quel che sembra, ma le sensazioni sono “da urlo” comunque…