Auto Union Type D: Audi torna proprietaria di un prezioso esemplare
È di nuovo Audi l’ultima Freccia d’Argento Auto Union Type D: un esemplare del 1939 disperso per decenni nell’ex Unione Sovietica: sarà esposta al Goodwood Revival di metà settembre.
Audi torna in possesso di un “pezzo della sua storia”: alcune settimane fa la casa di Ingolstadt ha riacquistato una delle rarissime Frecce d’Argento Auto Union da competizione, dotata ancora per la maggior parte di componenti originali. Si tratta di una Type D a doppio compressore del 1939, una delle due leggendarie “vetture di Karassik”. Audi possiede così tre delle cinque auto da corsa Auto Union che possono vantare un’assoluta originalità.
Sembra quasi una beffa del destino; eppure il marchio più lanciato del gruppo VW, già possessore di Lamborghini e recentemente divenuto proprietario anche di Ducati, riesce solo oggi, dopo molti decenni, a rimettere le mani su una vettura così rappresentativa per la storia dei quattro anelli. Il nuovo acquisto farà il suo ingresso sulla scena internazionale in grande stile: la vedremo al Goodwood Revival che si terrà in Inghilterra dal 14 al 16 settembre, dopo un’assenza lunga 67 anni.
La storia delle Frecce d’Argento Auto Union
Negli anni ’30 nasce il mito delle “Frecce d’Argento”. Le auto da corsa tedesche Auto Union e Mercedes-Benz fanno il loro ingresso sulla scena delle competizioni internazionali nel 1934 come vetture sportive di nuova concezione, in color argento e con un design futuristico mai visto prima. Mentre Mercedes-Benz si affidava ai motori anteriori, il motore della Auto Union era collocato dietro il conducente, oggi uno standard nella Formula 1. Fino allo scoppio della
Seconda Guerra Mondiale nel 1939, entrambe le Case dominarono i circuiti d’Europa. Le auto da corsa da 16 e 12 cilindri delle Case di Zwickau e Stoccarda conseguirono, infatti, numerose vittorie.
Piloti come Bernd Rosemeyer, Tazio Nuvolari, Hans Stuck (Auto Union), Rudolf Caracciola, Manfred von Brauchitsch, Hermann Lang (Mercedes-Benz) sono considerati ancora oggi degli eroi nel mondo del motorsport, poiché, pur gareggiando senza alcun standard di sicurezza, raggiungevano velocità superiori ai 300 km/h. Nel 1937, lungo i rettilinei del circuito dell’Avus a Berlino, il contachilometri della vettura di Rosemeyer segnò addirittura i 380 km/h. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale interruppe bruscamente la cosiddetta era dei compressori. Mentre Mercedes-Benz riuscì a mettere in salvo quasi tutte le sue Frecce d’Argento dopo la totale disfatta della Germania, alla Auto Union accadde il contrario. Zwickau venne occupata dall’Armata Sovietica, la Auto Union si sciolse e gli stabilimenti furono chiusi.
In questo contesto, gli occupanti russi trovarono le Frecce d’Argento della Auto Union in un padiglione sopraelevato di una miniera. Le vetture furono portate nell’ex Unione Sovietica come bottino di guerra e, una volta arrivate lì, se ne persero le tracce. La nuova Auto Union GmbH (l’attuale Audi), fondata nel 1949 a Ingolstadt, aveva così dato per disperse le grandi testimoni della storia del motorsport della Auto Union AG. La Guerra Fredda era cominciata da tempo e la cortina di ferro era calata in Europa. Restava soltanto una Auto Union Type C, regalata al Deutsches Museum di Monaco ancora prima della Seconda Guerra Mondiale, ma poi danneggiata durante i bombardamenti sulla città.
Alla fine degli anni ’70 si diffusero le prime voci sulla possibile esistenza nei territori dell’ex Unione Sovietica di una Auto Union, da tempo creduta dispersa. Paul Karassik, un collezionista americano di esclusive vetture d’epoca, si mise alla ricerca di questo pezzo raro insieme a sua moglie Barbara, originaria della Germania. Karassik aveva assistito da giovane all’ultimo Gran Premio di Belgrado prima della Seconda Guerra Mondiale, un’esperienza che non aveva mai dimenticato. Immigrato negli Stati Uniti ed entrato in possesso di un’enorme eredità, fu per lui utile il fatto di discendere da una famiglia bielorussa, essere cresciuto in Serbia e parlare quindi fluentemente la lingua russa. Dopo oltre dieci anni di esplorazioni nell’Unione Sovietica, riuscì a ritrovare in Russia e Ucraina i resti di due auto da corsa Auto Union distrutte, e si avvalse di tutta la propria abilità di negoziazione per acquistarle.
In seguito, fu solo dopo numerosi viaggi avventurosi, alcuni dei quali affrontati a bordo di un furgone per consegne, che riuscì finalmente a far passare i componenti attraverso la Cortina di Ferro in Europa occidentale, da dove motori, telai, assi e cambi furono portati in aereo in Florida. Nell’autunno del 1990 Paul Karassik prese i primi contatti con alcuni specialisti del settore, e nel maggio dell’anno seguente con Audi Tradition, che poi collaborò come consulente al restauro. I Karassik affidarono la ricostruzione delle due auto da corsa alla ditta inglese Crosthwaite & Gardiner, che vantava una lunga esperienza nel restauro delle vetture da corsa d’epoca. Dopo un’attenta analisi dei componenti fu deciso di dotare una vettura da corsa Type D con un compressore semplice nella versione del 1938 e una vettura da corsa Type D nella versione del 1939 con un doppio compressore. In entrambi i casi fu necessario rifare l’intera carrozzeria, poiché tutte le parti originali erano andate distrutte. Rod Jolley Coachbuilding produsse le carrozzerie in Inghilterra.
Nell’agosto del 1993 fu terminata la prima delle due vetture, la versione del 1938. Un anno dopo era “ready for roll-out” anche la versione del 1939 con doppio compressore. Con l’aiuto di Audi, per la prima volta dopo il 1939, entrambe le vetture furono di nuovo ai nastri di partenza in occasione del rally Eifel Classic il 1° ottobre 1994 al circuito del Nürburgring. Negli anni seguenti, grazie al supporto dato nella fase di restauro, Audi riuscì a utilizzare la vettura da corsa del 1938 per scopi espositivi, mentre quella a doppio compressore del 1939 tornò in Florida. Nel luglio del 1998 Audi acquistò la vettura nella versione del ‘38. Nella primavera del 2000 Paul Karassik cedette la seconda auto a un collezionista privato, dopo che, a causa della Guerra dei Balcani, svanì il suo sogno di veder correre ancora una volta questa Auto Union a Belgrado, 60 anni dopo l’ultimo Gran Premio.
Con l’acquisto della Type D a doppio compressore, Audi possiede ora tutte e tre le auto da corsa Auto Union confiscate dall’ex Unione Sovietica. Thomas Frank, Responsabile Audi Tradition, è entusiasta: “Vent’anni fa una simile cosa era impensabile.” La terza vettura, oltre alle due “vetture di Karassik”, è la Auto Union Type C/D, la famosa auto da corsa per le gare in salita utilizzata da Hans Stuck, che fino a poco tempo dopo il crollo dell’Unione Sovietica del 1989 si trovava nel Museo Automobilistico di Riga in Lettonia, e che attualmente è uno dei pezzi più importanti del Museo Mobile Audi di Ingolstadt. Lì troveranno presto la loro collocazione finale anche le Auto Union Type D. Ma prima di questo, il nuovo acquisto farà il suo ingresso sulla scena internazionale in grande stile. In occasione del Goodwood Revival, che si terrà in Inghilterra dal 14 al 16 settembre, si troveranno di nuovo fianco a fianco la vettura da corsa Auto Union Type D, ritornata in patria dall’ex Unione Sovietica dopo 67 anni, e le vetture mostrate al pubblico per la prima volta nel 1994.