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Rubrica Amarcord: Fiat 850

Recensione della Fiat 850.


Finita la pausa estiva, torna il tradizionale appuntamento del lunedì con la Rubrica Amarcord. La prima protagonista della nuova stagione dedicata a modelli del passato, che ormai non esistono più ma che hanno scritto pagine importanti nella storia dell’automobilismo, è la Fiat 850. Come sempre, prima di parlarvi della vettura, vi ricordiamo che potete partecipare anche voi a questa community inviandoci la vostra storia corredata da immagini dell’epoca a suggerimenti@autoblog.it.

Durante i primi anni sessanta Fiat incomincia a lavorare al progetto 122 per dare alla luce un modello da inserire sul mercato fra la 600 e la 1100. Vittorio Valletta -amministratore delegato Fiat in quel periodo – chiede una vera e propria impresa ai suoi uomini: realizzare un’auto nuova partendo da una base vecchia e un budget limitato. Così, Dante Giacosa e il suo team incominciano a lavorare sul progetto base della 600 che risaliva a quasi dieci anni prima. Il risultato finale è notevole. Infatti, quando viene presentata nel 1964 appare agli occhi di molti come un’auto moderna e al passo con i tempi.

Questo grazie a un frontale più alto e squadrato (rispetto alla 600) sul quale svettano dei fari anteriori dalle dimensioni generose, portiere ridisegnate, parabrezza ampliato e finestrini posteriori modificati per avere una maggiore visibilità. Il posteriore, invece, è caratterizzato dalla presenza di una codina che limita l‘accessibilità al motore e obbliga a smontare il fascione posteriore per poter lavorare sugli organi meccanici in caso di necessità. La piccola italiana misura 3575 mm in lunghezza, 1425 mm in larghezza, ha un passo di 2027 mm e un bagagliaio con una capacità discreta che può essere ulteriormente incrementata abbattendo lo schienale posteriore.

Fiat 850
Fiat 850
Fiat 850
Fiat 850

A differenza della maggior parte delle utilitarie in circolazione il propulsore è alloggiato al posteriore. Si tratta del quattro cilindri montato sulla 600, che in seguito a delle apposite modifiche aumenta la propria cilindrata a 843 cm3 e la potenza a 34 CV DIN o 37 CV DIN (sulla versione Super), arrivando a toccare i 120 km/h di velocità massima. A esso si abbinano poi la trazione posteriore e un cambio manuale a quattro rapporti. Le sospensioni sono a ruote indipendenti, con bracci triangolari superiori e balestra trasversale inferiore all’anteriore e bracci triangolari e molle elicoidali al posteriore. L’impianto frenante adotta il classico sistema a tamburo su tutte e quattro le ruote.

850 Coupé & Spider

Nel 1965 nascono la Coupé e la Spider. Quest’ultima non nasce dal centro stile Fiat bensì dalla matita di Bertone. Entrambe le vetture sono basate sul pianale della berlina ed hanno le stesse caratteristiche meccaniche salvo per la potenza del motore che aumenta rispettivamente a 47 CV e 49 CV.

L’anno seguente viene prodotta l’850 Idromatic – qualche anno più tardi a essa si affiancherà anche l’850 Special Idromatic-, equipaggiata con una trasmissione servoassistita (Idroconvert) ovvero un cambio “classico” dotato di un convertitore di coppia e di una frizione a servocomando idraulico.

Fiat 850
Fiat 850
Fiat 850
Fiat 850

850 Special

Il 1968 è l’anno dell’850 Special, mossa dal motore da 47 CV DIN montato sulle Coupé. La Special apporta alcune migliorie meccaniche attraverso l’impiego del carburatore a doppio corpo, degli scarichi quattro in uno e un diverso filtro dell’aria. Con queste variazioni l’auto raggiunge i 135 km/h.

Le differenze estetiche di maggior rilievo, rispetto alle versioni classiche, sono rappresentate da un profilo cromato sulle fiancate e sui gocciolatoi, da cornici cromate sul parabrezza e sul lunotto, da una più vistosa mascherina e dal logo 850 special applicato sulla coda. Gli interni si contraddistinguono per il volante con corona in finto legno, una plancia nera, sedili e pannelli porta ridisegnati.

Fiat 850
Fiat 850
Fiat 850
Fiat 850
Fiat 850

Fine carriera

Sempre nello stesso anno Fiat attua un restyling che riguarda sia la Coupé sia la Spider. Esteticamente la rinnovata Coupé, che viene ribattezzata 850 Sport Coupé, si contraddistingue dalla versione in commercio per una serie di dettagli che comprendono: doppia fanaleria, fanalini anteriori rettangolari incorporati nel paraurti, nuovo fregio anteriore e una coda rialzata incorniciata da un profilo cromato.

A livello meccanico viene adottato un nuovo motore di 903cc da 52 CV. Quest’ultimo viene utilizzato anche sulla Spider, che diventa 850 Sport Spider e presenta alcune lievi modifiche al look. Dopo sette anni e più di due milioni di esemplari prodotti nel 1971, in concomitanza con il debutto della 127, l’850 va in pensione.

Fiat 850
Fiat 850
Fiat 850
Fiat 850

Motorsport

Già agli albori della carriera sono disponibili anche due varianti corsaiole dell’850 preparate da Abarth: l’OT850/130 40CV DIN e l’OT850/150 53 CV DIN. Questi due nomi, che di primo acchito possono suonare strani, racchiudono alcune caratteristiche dei modelli, in quanto la sigla OT sta per Omologato Turismo mentre il secondo numero sottolinea la velocità raggiungibile.

Le modifiche apportate a queste auto comprendono un nuovo gruppo di aspirazione e un sistema di scarico rivisitato. Altri aggiornamenti riguardano poi il carburatore e la coppa dell’olio in lega leggera con alettatura di raffreddamento.
A esse ben presto si affiancherà l’OT1000, con un propulsore incrementato di cilindrata (982 cm3), in grado di erogare 54 CV DIN e toccare i 150 km/h. Al Salone di Torino del ‘64 viene infine presentata la OT1600, realizzata in pochissimi esemplari.

In questo caso della vettura di serie rimane ben poco, tutto è ridimensionato per adeguarsi al 1600: quattro cilindri di 1592 cm3 con distribuzione bialbero -associato a due carburatori doppio corpo della Weber- una potenza 155 CV DIN e 220 km/h come velocità di punta. A seconda delle esigenze il cliente può decidere se montare un cambio a quattro o sei marce. Le linee leggermente riviste sfoggiano una presa d’aria sul frontale per ventilare i radiatori dell’acqua e dell’olio e una bombatura dello specchio posteriore per ospitare il motore più voluminoso.

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Per chi si fosse perso le scorse puntate, abbiamo parlato di:

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