Comportamento aggressivo al volante punito come “violenza privata”
La vicenda di partenza è tutt’altro che inconsueta: Porsche (con un uomo alla guida, e una donna e un bambino come passeggeri) in corsia di sorpasso, “sfanalata” insistente per richiedere la corsia libera, attesa di qualche minuto con relativo aumento di “tensione”, superamento della vettura “lenta”… A questo punto, però, il guidatore della Porsche ha
La vicenda di partenza è tutt’altro che inconsueta: Porsche (con un uomo alla guida, e una donna e un bambino come passeggeri) in corsia di sorpasso, “sfanalata” insistente per richiedere la corsia libera, attesa di qualche minuto con relativo aumento di “tensione”, superamento della vettura “lenta”… A questo punto, però, il guidatore della Porsche ha cominciato a esagerare: frenate improvvise, violenti cambi di direzione, colpi di clacson e gestacci vari…
Ciò gli è costato, in base alla sentenza della Quinta sezione penale della Suprema corte di Cassazione, una condanna a 15 giorni di reclusione, oltre al pagamento di diverse ammende. La novità è che la Cassazione ha, di fatto, introdotto una sanzione pesante nei confronti dei “prepotenti” al volante: è stato considerato alla stessa stregua di un reato di “violenza privata”, punibile appunto con il carcere, il compiere “manovre insidiose al fine di interferire la condotta di guida di un altro utente della strada, realizzando così una privazione della libertà di determinazione e di azione della persona offesa”.