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Multa autovelox: come fare ricorso

Multa autovelox, ecco come fare ricorso

Tutto ciò che bisogna sapere per fare ricorso quando si riceve una multa per eccesso di velocità misurata da un autovelox.

L’autovelox è l’incubo degli automobilisti. Avranno la loro giusta funzione, ma a volte c’è il sospetto che vengano utilizzati dai Comuni soprattutto per fare cassa. Ecco perchè è utile sapere come si fa a fare ricorso quando si ritiene di essere stati puniti ingiustamente.

Quello che è molto importante da sapere è che la multa deve essere contestata immediatamente, tranne quando non è possibile fermare il proprio mezzo, come in autostrada o superstrada. Quando non si può fare ciò, nel verbale deve essere specificato il motivo per cui non è stato fermato il conducente. Il Prefetto può stabilire che potranno essere dotati di autovelox anche alcuni tratti di strada ritenuti pericolosi dove la contestazione immediata non è possibile. Particolare che deve essere scritto nel verbale che si riceve.

La multa perde la propria efficacia se non sono specificati alcuni riferimenti, non solo il numero di targa e il modello dell’auto. Ecco quali sono i dati che il verbale deve indicare per essere valido:

  • Modello di apparecchio usato
  • Tollerabilità in percentuale dello strumento
  • Verifica della funzionalità del rilevatore
  • Modalità di utilizzo del rilevatori
  • Provvedimento prefettizio che indica le strade dove non è possibile fermare il trasgressore
  • Omologazione ministeriale per gli apparecchi automatici.


Il decreto di omologazione è quello tramite il quale il Ministero delle Infrastrutture certifica che un autovelox è a norma e ne stabilisce le modalità di utilizzo e le istruzioni per l’uso. Alcuni autovelox possono essere usati automaticamente, mentre altri richiedono la presenza degli agenti. Non basta il certificato di funzionamento che rilasciano le ditte che producono i rilevatori.

Se uno di questi punti non è presente non vuol dire che la multa non è valida, ma che c’è possibilità di fare ricorso e chi vuole farlo non deve pagare la contravvenzione. La presenza del numero di matricola dell’apparecchiatura invece non è un elemento obbligatorio. Per ricorre al Giudice di Pace si hanno 30 giorni di tempo dalla notifica, il ricorso va presentato presso la cancelleria del Tribunale dello stesso luogo dove si trova l’ente che ha notificato la multa, in cinque copie dell’atto e di tutti gli allegati.

Se invece si decide di ricorrere al Prefetto si può presentare l’istanza presso l’autorità che ha emesso la sanzione: Carabinieri, Polizia, Vigili urbani, entro e non oltre 60 giorni dalla notifica. Possibile inviare i documenti anche con raccomandata A.R., ma nella lettera e nella busta deve essere indicata la scritta “ricorso al Prefetto”. Nel caso in cui si dovesse perdere davanti al Prefetto, la violazione verrebbe raddoppiata. Se invece dovesse respingere il ricorso, ha 120 giorni di tempo per farlo, restano altri 30 giorni per ricorrere contro l’ultimo provvedimento, davanti al Giudice di Pace. I termini per il ricorso sono improrogabili.

La corte di Cassazione ha stabilito che per essere valide le multe per superamento della velocità è obbligatorio che la rilevazione con l’autovelox sia stata effettuata almeno a 1 chilometro di distanza dal cartello che segnala il controllo elettronico. In caso di incroci la segnalazione deve essere ripetuta.

Se si supera il limite di velocità per meno di 10 km/h la multa va da 39 a 155 euro, se il superamento è tra 10 e 40 km/h la multa va da 155 a 624 euro, oltre a 3 punti decurtati dalla patente. Per il superamento tra 40 e 60 km/h la multa va da 500 a 2.000 euro con 6 punti tolti dalla patente, mentre per il superamento di oltre 60 km/h è previsto il ritiro della patente e una multa tra 500 e 2.000 euro.

Online sono disponibili i moduli che dovranno essere presentati alle autorità.

Foto | © TMNews

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