Porsche GTS Experience – Il revival della Targa Fiorio
Tra le strade dell’assolata Sicilia, Porsche ci ha fatto rivivere l’esperienza della Targa Florio. Un percorso a bordo delle GTS della casa di Stoccarda
Esistono luoghi dove la passione per le corse, per il rischio e la velocità sfidano il tempo. Luoghi assolati, contornati da un alone di leggenda, dove la velocità era vista in maniera pura. L’assolata Sicilia, nel tratto montuoso delle Madonie, è stato l’anfiteatro della Targa Florio, la corsa automobilistica più famosa in Italia, insieme alla Mille Miglia.
Disputata 61 volte, ha tenuto a battesimo nomi divenuti leggendari nel mondo delle corse. Juan Manuel Fangio, Tazio Nuvolari, o gli stessi Maglioli, Merzario, senza dimenticare Alfredo Vaccarella. Oggi, in quei luoghi carichi di storia e velocità, Porsche, che per ben undici volte si è assicurata la vittoria della Targa, ha voluto ripercorrere quei tracciati. Un’esperienza per carpire fino in fondo la difficoltà di quella gara, a bordo delle GTS di Stoccarda.
GTS Experience – da Palermo a Cerda con la Panamera GTS
Così, in una sorta di unione tra opposti, nel connubio tra passato e presente, la saga GTS unisce la comidità, il comfort, con le prestazioni, le performance. Già, perchè GTS fa rima con incremento prestazionale di circa 15/30 cavalli ma non solo. Ecco finiture esclusive che le rendono i modelli ancora più ricercati, raffinati. Fuori l’Hotel di base a Palermo, in bella vista la Cayman, la 911 Carrera, la 911 Targa, la Cayenne, la Boxter e la Panamera GTS. Le riconosci dal primo sguardo, con cerchi, gli scarichi, le losange, la calandra di color nero. Una volta saliti a bordo inoltre, non si può fare a meno di notare gli interni in Alcantara, o il sistema PASM di serie.
Gli uomini di casa Porsche sorteggiano per noi la Panamera GTS. Con lei avremo la possibilità di fare i primi 100 km di questo lungo e avventuroso tragitto. Talvolta i numeri possono rendere l’idea, ma non spiegare in pieno, una vettura. La versione Gran Turismo Sport monta un V8 4.8 aspirato in grado di erogare 440 cavalli a 6.700 giri, ed una coppia massima di 520 Nm a 3.500 giri. Trazione integrale ovviamente, con doppia frizione PDK. In altre parole, una vettura in grado di fare 0-100 km/h in 4,4 secondi. L’assetto è ribassato di 10 millimetri, basato sulle sospensioni pneumatiche PASM, mentre la carreggiata è stata allargata di un centimetro con anelli distanziali. Cerchi in lega da 19” con pneumatici 255/45 all’anteriore e 285/45 al posteriore.
Due anime quindi, che si intrecciano una volta saliti a bordo. Comoda la Panamera GTS, aspetto da non sottovalutare considerando le strade che ci attendono. Al contempo estremamente tecnologica, con tutta la consolle centrale posta all’altezza del pomello del cambio – troppi tasti, leggermente dispersiva – che fa da contraltare alla pulizia dello sterzo. Un sterzo leggermente pesante, ma al contempo di una precisione quasi imbarazzante. Bellissimo affrontare le curve in questa maniera. Usciti da Palermo, abbiamo percorso tutta la costa, passando per Villabate, Bagheria, arrivando e sorpassando Termini Imerese, fino ad addentrarci a Cerda in un tratto dettato da curve e tornanti, ma al contempo anche da buche e smussamenti del manto stradale.
Un primo assaggio di ciò che ci attenderà. Ed in questi frangenti la Panamera, a dispetto del suo passo – non propriamente da piccola utilitaria – si è comportata veramente bene. Una compagna di viaggio fidata, con cui poter snocciolare le marce quando si voleva guidare più prontamente, e sfuttando l’enorme fluidità derivante dal cambio doppia-frizione in scalata, lasciando scorrere la vettura tra le curve, accarezzando solo il freno.
Chiaro, un pò di inerzia e pesantezza dettate dalla natura dell’auto vi erano, ma ecco il bello: potersi godere anche il panorama con il cambio impostato in automatico e iniziare ad assaporare i luoghi dove la storia dell’automobilismo italiano ha vissuto pagine importanti. Transitare in punti estremamente stretti collinari, con avvallamenti, buche e dissesti, permette di focalizzare il grande coraggio e le doti di guida di chi quei percorsi li faceva a tutto gas. La prima tappa si conclude con un passaggio al Museo di Floriopoli, dove natura e storia motoristica si fondono. Qui sono stati riprodotti i vecchi box e la linea di partenza della Targa, con il piccolo museo tronizzato da un immenso poster commemorativo della gara. Con un sostantivo? Fascino
GTS Experience – da Cerda a Collesano con la 911 Targa
La seconda parte del nostro viaggio, da Cerda a Collesano, l’abbiamo potuto affrontare con una vettura decisamente più sportiva, dall’animo più spiccatamente marcato di casa Porsche. Anzi, per certi versi possiamo considerarla come la vettura di Porsche, la 911 non a caso definita Targa. 6 cilindri, 3800 cc per una potenza massima di 430 cavalli a 7500 giri, 440 Nm di coppia ed un cambio PDK a 7 rapporti.
Una vettura la cui sportività è riconducibile nell’animo, evidente a livello sensazionale fin dai primi metri. Rigida, diretta, con uno sterzo chirurgico e millimetrico. Sensazioni eccellenti, tra strade purtroppo un pò troppo dissestate, ma comunque piene di fascino, che permettono di saggiare l’incredibile coraggio e la maestria di chi, quei percorsi, li ha potuti affrontare a tutto gas, cercando di bettere il dio chronos.
Fortunatamente in alcuni punti abbiamo potuto mettere alla prova il nostro esemplare: un’erogazione assolutamente lineare ma al contempo molto bella e progressiva, oltre che assolutamente grintosa. La bellezza di una vettura del genere è proprio quella di sentire i cavalli dietro la schiena, ma al contempo sentire tra le mani come lavorano telaio e sospensioni. Afferrare la rigidezza del telaio e percepirne la precisione in inserimento di curva.
Porsche alla Targa Florio, una storia di successi
Con la 911 Targa ci siamo fermati al museo storico della Targa Florio, un luogo estremamente ricco di fascino e cultura delle quattro ruote. Foto, quadri, reperti storici tra cui tute e caschi fanno da corollario in questo piccolo paesino siculo in cui si respira aria di motori. E Porsche ne è stata fautrice e portatrice della storia della Targa Florio: basti pensare che già nel 1922 la Austro Daimler “Sascha”, costruita proprio da Ferdinand Porsche, partecipò alla Targa Florio.
La piccola vettura, ad alte prestazioni, aveva una potenza di 45 cavalli ed un peso di 598 chilogrammi, riuscì a conquistare il successo ed il secondo posto di categoria. Nel 1924 un progetto Porsche riuscì poi a conseguire la vittoria assoluta. Si trattava di una vettura da corsa Mercedes da 2 litri, con motore a compressione quattro cilindri, guidata da Christian Werner, che vinse Targa e Coppa Florio. Il 10 giugno del 1956, Porsche conquistò la vittoria più grande della storia dell’azienda con l’italiano Umberto Maglioli ed il modello 550 A Spyder. Fu un dominio con una velocità media di quasi 90 km/h.
Quella vittoria fece iniziare una straordinaria storia di successi da parte della casa di Stoccarda. Basti pensare al trionfo di Bonnier e Hermann con la 718 RS 60 Spydeer, o la vittoria della Carrera GTS con Pucci e Davis, senza dimenticarsi della gloriosa 911 introdotta nel 1964, alla vittoria del 1966 in occasione del cinquantennale della Targa Florio. Un legame a doppia mandata quello tra la casa di Stoccarda e la Targa Florio, a cui abbiamo potuto assistere in questi giorni in terra siciliana.