Il MIT sviluppa la City Car “impilabile”
Pensare una vetturetta da città partendo da un’ottica diversa, lontana dall’idea classica di automobile; è quello che ha fatto il MIT Media Lab di Boston, ottenendo la microvettura elettrica ideale e addirittura impilabile! Il prototipo, ancora virtuale, è progettato secondo principi ineccepibili di ingegneria e di design funzionale e sarà mosso da quattro motori elettrici
Pensare una vetturetta da città partendo da un’ottica diversa, lontana dall’idea classica di automobile; è quello che ha fatto il MIT Media Lab di Boston, ottenendo la microvettura elettrica ideale e addirittura impilabile! Il prototipo, ancora virtuale, è progettato secondo principi ineccepibili di ingegneria e di design funzionale e sarà mosso da quattro motori elettrici nelle ruote che, essendo pivotanti, consentono di muoversi in ogni direzione (com un carrello della spesa…). Rimanendo in tema di supermercato, i progettisti del Massachusetts Institute of Technology hanno pensato di rendere il telaio e le ruote ripiegabili, in modo che le “City Car” (questo è il loro nome) possano essere parcheggiate una davanti all’altra (un po’ come i carrelli del supermarket, appunto) in appositi spazi dove ricaricare le batterie e renderle disponibili in una sorta di noleggio di massa.
Per quanto lontana dalla nostra idea di automobile e più vicina a quella di un risciò elettrico, la City Car non manca di spunti significativi.
Interessante è l’idea della ruota come parte facilmente smontabile, un compatto elemento meccanico che racchiude al suo interno tutto il necessario: motore elettrico per la trazione, sterzo, freno, sospensione e controlli elettronici.
L’elettronica impera ovunque nella City Car e al posto di pesante hardware si è preferito optare per tanto software, tanto da trasformarla in un computer su ruote che può guidare i passeggeri lungo il percorso stabilito.
Ryan Chin, coordinatore del progetto dichiara che la City Car dovrà avere una capacità di calcolo e una precisione tale da “riconoscere anche la posizione dei buchi lungo le strade”; qualcuno potrebbe assoldarlo per mappare le buche che devastano le italiche vie…?
La carrozzeria, sviluppata da William J. Mitchell con la collaborazione iniziale del famoso architetto Frank Owen Gehry, sarà realizzata in Kevlar e fibra di carbonio; la guida avverrà tramite una sorta di manubrio.
Lo studio della City Car è nato tre anni fa e ora procede grazie alla sponsorizzazione di GM, che provvederà nel 2008 a realizzare la concept da mostrare nei saloni internazionali.
Dubbi rimangono sulla possibilità di realizzare un modello in grado di superare i crash-test obbligatori, ma quelli del MIT non disperano di trovare la giusta soluzione.
Il concetto di diffondere per la città una miriade di vetturette personali accatastabili non è poi così peregrina, soprattutto in un’ottica di trasporto cittadino pendolare che lasci spazio alle esigenze e ai tempi dei singoli.
Non vorremmo però pensare alle città del futuro come a quel surreale villaggio del telefilm Il Prigioniero, dove tutti se ne andavano beatamente in giro su assurdi aggeggi su ruote con parasole a righe…
Via | Carscoop