Ferrari 488 GTB: Il video test di approfondimento sul motore

Un cuore pulsante di tali caratteristiche merita di essere scrutato in tutte le sue parti per capirne il valore fino in fondo.

Di Lorenzo Baroni
Pubblicato il 26 lug 2015
Ferrari 488 GTB: Il video test di approfondimento sul motore

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Alle performance globali di una vettura contribuiscono ormai numerose componenti: aerodinamica, elettronica, assetto e molto altro. L’attenzione generale degli appassionati si concentra però sempre sul motore, alla ricerca di dati tecnici che facciano strabuzzare gli occhi dallo stupore; anche questa volta Ferrari supera se stessa e ci regala l’ennesimo capolavoro ingegneristico, la 488 GTB. Il nuovo propulsore della ultima nata dagli stabilimenti di Maranello rende obsoleto da ogni punto di vista quanto conosciuto fino ad oggi sulle berlinette del Cavallino e alza l’asticella delle performance ad un livello ancora più elevato. L’obiettivo principale di ogni nuova generazione è migliorare il più possibile quella precedente e proprio per questo motivo il cuore pulsante della vettura è stato completamente riprogettato per offrire qualcosa di assolutamente nuovo e sorprendente.

Iniziamo da qualche semplice dato tecnico: motore turbo, 8 cilindri a V di 90°, 3902 centimetri cubici di cilindrata, 670 CV di potenza massima erogati a 8000 giri/min, ben 760 Nm di coppia massima disponibili già a 3000 giri/min. Zero-cento bruciato in 3 secondi netti, chilometro da fermo coperto in 18,7 secondi e velocità massima superiore ai 330 Km/h. Basterebbero questi pochi valori per capire che stiamo parlando di una vettura di categoria superiore se confrontata con ciò che conoscevamo fino a qualche mese fa ma, per rendersi davvero conto della differenza con il passato, facciamo un confronto diretto con la 458 Italia. Potenza cresciuta di 100 CV tondi tondi, coppia incrementata ben del 40% e soprattutto disponibile già dai 3000 giri (merito del turbo); a questo andrebbe poi associata la considerazione che è diminuita la cilindrata, aumentando quindi i valori specifici, ma legare questa modifica al concetto di downsizing sarebbe oltremodo riduttivo. È stata raggiunta la soglia dei 172 CV/litro, valore record per una Ferrari con omologazione stradale, e paradossalmente sono scese le emissioni, toccando quota 260 grammi di CO2 per Km (-20% rispetto alla 458 Italia che si assestava sui 320 g CO2/Km). Scendiamo ora più nel dettaglio e analizziamo gli interventi che sono stati effettuati dai progettisti di Maranello per ottenere un simile capolavoro della tecnica.

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La modifica più evidente è il passaggio da un motore aspirato (458 Italia) ad uno con sovralimentazione mediante doppia turbina Twin Scroll, una per bancata (488 GTB), con giranti montate su cuscinetti a sfera e ruote turbina realizzate in Ti-Al, una lega speciale di titanio e alluminio che, oltre a resistere a temperature molto elevate, permette di ridurre gli attriti e le inerzie e quindi di migliorare la risposta del propulsore. Oltre a garantire il surplus di coppia e potenza, l’adozione del turbo regala un comportamento totalmente nuovo in condizioni di utilizzo estremo: dai 6000 agli 8000 giri/min, soglia del limitatore, la potenza media è costante a quota 670 CV, vale a dire il massimo disponibile. La curva di potenza è stata resa regolare per offrire nell’utilizzo in pista una spinta omogenea e sempre presente (in questo caso la potenza media confrontata con la 458 a parità di range di giri cresce di ben 120 CV), regalando performance di gran lunga superiori rispetto alla vettura che la 488 sostituisce.

È stata mantenuta l’iniezione diretta con pressione di 200 bar, già presente sulla 458, così come il tradizionale albero piatto; presenti inoltre dei condotti di aspirazione di tipo Hi-tumble con forma studiata ad hoc che ottimizzano le turbolenze in camera di combustione e migliorando il riempimento dei cilindri. Lato scarico è invece stato fatto un intervento sulla lunghezza dei turbocollettori (turbina integrata con i collettori di scarico, di tipo 4 in 2) che sono ora tutti della stessa lunghezza, a prescindere dal cilindro di provenienza; questa realizzazione consente di avere una distribuzione più omogenea dei gas di scarico e della loro pressione oltre naturalmente a regalare il classico sound caratteristico di una Ferrari.

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