Hyundai Tucson: primo contatto

La nuova SUV coreana non solo può essere definita “bella” nel suo genere, ma può permettersi una pagella di tutto rispetto in tutti i campi.

Di Claudio Nobis
Pubblicato il 7 lug 2015
Hyundai Tucson: primo contatto

L’auto elogio, non è fuori posto e neppure esagerato perché, onestamente, la macchina non solo può essere definita “bella” nel suo genere, ma può permettersi una pagella di tutto rispetto in tutti i campi, costruzione, qualità complessiva percepita e reale, abitabilità e “handling”, prestazioni e tecnologia, raggiungendo senza sforzo una media da 8 o anche qualcosa di più. Possiamo dirlo anche in mancanza dei prezzi, che saranno svelati solo a fine luglio quando la rete dei concessionari riceverà una abbondante disponibilità di vetture per iniziare la prevendita con consegne nella seconda metà di settembre. L’unico parametro di riferimento in questo caso è il listino della ix35 che da 20.570 euro arrivava fino ai 33.070 della 4WD, ed è facile prevedere che la nuova scala prezzi sarà ancora piuttosto invitante.

Una cosa è certa: con questa Tucson la Hyundai allunga il passo con decisione nell’area dei Suv dopo il primo milione di esemplari venduti fin qui in Europa (di cui 130.000 in Italia), e appare determinata a prendersi tutto lo spazio possibile anche modificando la mix di clientela vecchia e di conquista, portandola verso l’alto di gamma. Gli obbiettivi di mercato, seppure non dichiarati, sono di certo ambiziosi ma credibili sulla scia della crescita costante di volumi e quota della marca, ora a una spanna dal 3% in Italia. Non va dimenticato che il gruppo coreano è riuscito “silenziosamente” a conquistare da tempo la quarta posizione mondiale forte di una presenza molto estesa in tutte le aree e di una sapiente distribuzione dei siti produttivi, in Corea, negli Stati Uniti e in Europa (Repubblica Ceca) cui è affidato il delicato compito di fare da caposcuola di stile e di tecnica.

Inedita, come la piattaforma, anche la scocca per la quale è stato incrementato di molto l’uso di acciai ad alta resistenza a favore di una maggior capacità torsionale e della sicurezza cui è stata dedicata estrema attenzione. Il cofano, ad esempio, in caso di urto si solleva quasi istantaneamente di 6 cm, mentre il particolare impiego della frenata autonoma consente il suo intervento in vista di un pedone fino a 70 km/h. Si può poi contare anche sulla correzione automatica della traiettoria in corsia come sul radar che controlla quanto avviene posteriormente alla vettura e negli angoli morti: la lista delle dotazioni è lunga e anticipa molti dettagli della guida autonoma cui si aggiungono strumentazione e infoteinment in posizione ottimale per evitare distrazioni e dotata di display da 8 pollici. In pratica si tratta di equipaggiamenti da alto di gamma in linea con le nuove ambizioni di Hyundai identificabili anche nella sapiente distribuzione degli spazi e del comfort interno. E se è vero che nulla è perfetto, i “difetti” questa volta sono davvero difficili da individuare e appaiono comunque di dettaglio, almeno al primo esame generale.

Il contatto stradale al volante della T-GDI 175 cv, un po’ troppo limitato come spesso accade nella concitazione dei test drive di lancio, sembra confermare le premesse generali nella guida e nel comportamento on the road e invita a un deciso approfondimento anche in funzione della gamma di motori. Sono tutti euro 6: due a benzina 1.6 GDI a iniezione diretta da 132 cv affiancato dalla nuova versione turbo T-GDI da 175 cv con 265 Nm di coppia massima. In più si potrà scegliere oltre al cambio manuale a 6 marce anche la nuova trasmissione sequenziale a 7 rapporti con doppia frizione. Una buona tentazione prima di passare alle tre alternative diesel, dal più classico 1,7 CRDi da 115 cv ai 2 litri da 136 e 186 cv (402 Nm la coppia massima). Nel caso delle versioni 4×4, però, la scelta si restringe al 1,6 turbo benzina e ai 2 litri diesel. E se anche i prezzi confermeranno le aspettative non resterà che l’imbarazzo della scelta.

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