Mitsubishi Outlander e L200: primo contatto
Nella campagna toscana abbiamo messo alla prova i due mezzi di casa Mitsubishi
Zygmunt Bauman, sociologo polacco contemporaneo, ha espresso il concetto di evoluzione moderna come un qualcosa di liquido, fluente, in moto perpetuo. La modernità, in altre parole, è un qualcosa che va ricercata, quasi autonoma ed in costante flusso. Viene recepita dal mondo che ne è attore ma anche spettatore attivo. Domanda e offerta sono concetti chiave per l’industria, ivi compresa quella dell’automobile, dove il prodotto offerto cerca di andare incontro a quanto richiesto dal cliente, ma non solo. Il mondo delle quattro ruote si evolve, si plasma con tutto ciò che si trova intorno, evolvendosi in continuazione. Come diceva Henry Ford “Se avessi esaudito solo le richieste dei clienti, ora avremmo cavalli più veloci e non macchine”.
Ecco, proprio da questo spunto i vertici Mitsubishi hanno introdotto l’Outlander e l’L200, crossover e pick-up della compagnia nipponica. Evoluzione dunque, nella continua combinazione tra forma e sostanza. Entrambe offrono un mix in cui, a seconda dello sfruttamento e dell’utilizzo offrono l’una e l’altra.
Mitsubishi Outlander – Com’è
Ed allora, eccoci ad osservare le forme della nuova Outlander, che cerca di plasmare innovazione e nuova identità con la sigla “Dynamic Shield”. Uno stile ed un design introdotto già con il Concept S che fu presentato al Motor Show di Parigi nel 2014.
Il frontale cerca di ripercorrere il design visto sui modelli Pajero, Montero e Shogun, sopratutto per quanto concerne le protezioni laterali. Muscoloso, con i gruppi ottici a Led slanciati incastonati con la calandra centrale che sviluppa orizzontalmente le linee. Non potrebbe essere altrimenti, con il cofano piatto a sormontare questa sorta di clessidra frontale.
L’effetto è riuscito, offrendo robustezza ma al contempo non pesantezza. Anzi, ad osservare ancor di più si mostrano linee e proporzioni eleganti, sporcate quel tanto da offrire un’idea fuoristradista. Le venature posto sotto la linea di cintura ne sono un esempio evidente. Passaruota estesi ed evidenti – e non potrebbe essere altrimenti – ma non possenti. Ecco, poi si passa al posteriore e la musica cambia. Per lo meno relativamente. L’estensione dei gruppi ottici verso le fiancate rende la linea avvolgente, ma il paraurti ingloba una linea tagliata in maniera netta, squadrata. Ecco la sensazione di Crossover.
Un Dynamic Shield che quasi nasconde le dimensioni. L’Outlander è più lungo di 40 mm rispetto alla versione precedente. Ha un’impostazione più europea, ma le cifre son quelle. Così come la tecnica. Il lavoro su cui si è puntato è stato chiaro. Migliorare le prestazioni si, ma anche il comfort, intervenendo sulla scocca, ora più rigida sopratutto sui punti di attacco delle sospensioni. L’utilizzo di acciaio ad alta resistenza nei punti strategici ne ha diminuito al contempo il peso.
Rivisitazione anche per le sospensioni, nella taratura delle molle e nello smorzamento all’anteriore, cosi come, al posteriore, son più grandi le dimensioni dei cilindri degli ammortizzatori. Il sistema di controllo della dinamica è il Super-All Wheel Control, già presente sulla Lancer Evo, ora viene introdotta anche qua. A spingere l’Outlander ci pensano le unità benzina e diesel, con la prima da 2 litri abbinato a cambio manuale a due o quattro ruote motrici con quest’ultimo dotato anche del cambio CVT di seconda generazione.
Volendo vi è anche la versione dotata anche di GPL, ma ovviamente la casa nipponica ha puntato forte sul Diesel la cui la scelta ricade sul quattro ruote motrici con la cilindrata che arriva a 2.2 litri. Gli interni sono curati, con una scelta stilistica pulita ma al contempo funzionale. Modifiche per quanto concerne lo sterzo, ridisegnato, cosi come i sedili, o lo stesso navigatore il cui obiettivo era un accesso più funzionale. Plancia che integra informazioni digitali al proprio centro, come la disposizione della ripartizione della motricità, tanto per fare un esempio.
Mitsubishi Outlander: come va
Le colline della Toscana fanno da cornice alla nostra prova. E’ un crossover e concettualmente dobbiamo essere in grado di poterne usufruire a 360 gradi. Partiamo dunque dal giudizio finale: la Outlander ci ha convinto, è in grado di affrontare ogni tipologia di percorso con agevolezza, comodità, prestazione. Certo, vi sono delle piccole riserve, ma sostanzialmente il giudizio è positivo.
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E non potrebbe essere quasi altrimenti, considerando l’investimento perpetuato da Mitsubishi per la propria crescita. Cifre stimabili in un piano di investimento pari a 750 milioni, che porteranno nel futuro anche ad una versione ibrida plug-in della Outlander. Questo il futuro, il presente parla di una vettura che offre sensazioni di piacevolezza alla guida dettati dalla comodità dei sedili. Si sale a bordo della quattro ruote motrici con motore diesel da 2.2 e cambio manuale a sei rapporti. Postazione e triangolazione sono azzeccate tranne per il posizionamento della leva del cambio, forse troppo arretrato.
Ce ne accorgiamo immediatamente, durante una fase di traffico tra le strade di Borgo San Luigi: inserendo seconda e quarta marcia della rapportatura si avvertiva un fastidio andando incontro con il braccio al sedile. Finalmente iniziamo dei tratti sterrati di strada bianca abbinati a percorsi stradali con tornanti più probanti per la dinamica del veicolo. Lo sterzo è leggermente troppo morbido e leggero ma comunque decisamente preciso e diretto, in grado di offrire un buon feedback, anche su strada bianca, dove si sentono tra le mani le sconnessioni, fondamentale per un utilizzo del genere. Molto buono il lavoro che in Mitsubishi hanno svolto sulle sospensioni, anche se nella prima fase di appoggio sono leggermente cedevoli. Stiamo parlando però di sottigliezze in questo caso.
Il motore tira bene dai 1.400 giri fino ai 4000 dove arriva la linea rossa. Sarebbe stato auspicabile avere un 2-300 giri in più per un filo di allungo, ma si tratta di dettagli. Il telaio inserisce bene, diretto, non tende al sottosterzo ed anche le correzioni in curva sono facili e con poca inerzia. E veniamo alla vita a bordo partendo su uno dei capisaldi del lavoro di Mitsubishi ovvero l’insonorizzazione, decisamente riuscita, cosi come il lavoro dello smorzamento delle sospensioni in rilascio che offre quindi comfort, con uno smorzamento finale frenato. Di conseguenza la guida risulta piacevole e rilassata.
L’abitabilità a bordo è molto buona anche se avrei preferito una regolazione maggiore per la corona dello sterzo più in alto. Buona anche la percezione della strumentazione di bordo, chiara e pulita, oltre ad essere accattivante il giusto ma senza esagerare, in nome di una razionalità nipponica. Peccato solo per l’utilizzo di plastica dura per la plancia. Anche il navigatore – rivisto nell’ergonomia e nel design – risulta essere molto buono per fruibilità e utilizzo immediato, ma avrei preferito i tasti touch leggermente più grandi per poter evitare di soffermarmi un pò troppo con lo sguardo.
Mitsubishi L200: Com’è
Il mondo dei Pick-up non è propriamente nelle corde di noi italiani, questo è indubbio. Ciò nonostante, parli di questa categoria di vetture ed il pensiero non può che ricadere proprio sull’L200, giunto oramai alla sua quinta generazione e venduto in tutto il mondo in oltre 4 milioni di esemplari fin dal 1978. Insomma, stiamo parlando di una piccola icona sia per i patiti dello sterrato, sia per chi utilizza tali mezzi per il lavoro, per la sua capacità di traino e carico.
E’ vero, la legislatura non aiuta l’utilizzo dei pickup, molto semplicemente per la sua natura legislativa da N1, ovvero da autocarro leggero. La quinta generazione è arrivata dopo un lavoro di oltre 28 mesi, cercando di offrire un maggior livello qualitativo percepito. L’idea era quello di ricreare un ambiente da autovettura e non da mezzo da lavoro. Come? Migliorando la qualità di interni e offrendo uno stile muscoloso, evidente, cromato ma non scarno. Ecco dunque la linea contraddistinta dal design “j-Line” con al contempo l’apertura delle quattro portiere a libro nella versione Double Cab, abbinata ad un coefficente aerodinamico portato a 0,40. Non tanto per un concetto prestazionale, quanto per convogliare meglio i flussi e offrire minor rumorosità.
Prestazioni? L’ L200 è spinto da un’unità Diesel Mivec da 2,4 litri frazionato a 154 e 180 cavalli, abbinati a cambi manuale a 6 marce e automatico a 5 rapporti. Chiaro è che, a livello tecnico, ciò che più importa è il selettore della trazione, posto con una manopola inserita sul tunnel centrale che permette di variarne la trazione stessa. Un sistema chiamato “Super Select 4WD II” a marce ridotte. Sviluppato in origine per i modelli Pajero-Montero e Shogun, permette di selezionare la configurazione più adatta per la scatola del ripartitore in base alle condizioni del fondo. Si può quindi passare dalla due ruote motrici alla trazione integrale a veicolo in movimento. Chiaro però che l’asso nella manica si chiama 4H, posizione in cui il nuovo L200 riesce a muoversi con trazione integrale full time, abbinato alle marce ridotte. Un sistema caratterizzato da un differenziale triplo con Torsen centrale: una vera rarità.
In Mitsubishi non si son fermati qua perchè anche la scocca ha ricevuto aggiornamenti decisi e importanti, andando a lavorare sulla robustezza della stessa, oltre che sui punti di attacco del telaio. In cifre? Rigidità torsionale aumentata del 7%. Non poteva mancare anche l’apporto dell’elettronica con l’introduzione dei sistemi Lane Departure Warning, il Trailer Stability Assist e l’Hill start assist.
Chiaro però che se parliamo di un mezzo del genere, le cifre da tener conto sono altre: ad esempio 1,85 come i metri di lunghezza del cassone, oppure 970, come i chilogrammi di portata, arrivando anche a 3, come le tonnellate che l’L200 è in grado di trainare senza carico. L’occhio poi, anche quello vuole la sua parte. Ed in questo caso non si può fare a meno di notare il frontale, con gli inserti cromati che incorniciano la griglia, mantenendo al contempo un aspetto muscoloso ma curato. Cosi anche la vista laterale è curata, pulita ma dura, con un’ottimizzazione degli spazi e dei dettagli.
Scompare il terzo finestrino, per dare maggior spazio ai vetri posteriori. Un scelta di pulizia accolta proprio dalla j-line che contrasta e separa il cassone. Gli interni sono al contempo un punto forte. Perchè la seduta posteriore è reale, non si tratta più di una panchetta estremamente limitata per offrire spazio solo ad oggetti. Perchè l’ambiente percepito è quello di una vettura e non di un mezzo da lavoro. Basti pensare che, in allestimento Diamond Pack, si possono ottenere il navigatore, i fari allo xeno, la radio digitale Dab, o i fari allo xeno. Anche l’inclinazione dei sedili arriva in questa versione a 25°, due in più rispetto a prima. Poco? Si ma un piccolissimo elemento in più di comfort.
Mitsubishi L200: come va
Le premesse degli ingegneri di offrire un ambiente da auto, quasi da crossover si rivelano tutte. E’ bastato salire a bordo per capire di cosa stessero parlando. Già perchè la seduta è comoda grazie ai nuovi sedili, e quei due gradi in più di inclinazione si avvertono. Sarà un effetto placebo? Non lo so con certezza, però è evidente che non ci si ritrova con la schiena completamente dritta.
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Questo, sopratutto dopo una pò di ore di viaggio, risulta essere un fattore determinante. Anche la triangolazione di guida risulta ‘quasi’ automobilistica. Si avverte come le gambe siano leggermente più distese in maniera orizzontale, ma ci troviamo di fronte ad un’impostazione che non da fastidio, anzi. Da elogiare anche la visibilità, sopratutto per chi, come il sottoscritto, non svetta in altezza.
Ciò nonostante, la veduta è molto buona e questo, per un mezzo che presta il fianco – anzi, il passo – a oltre cinque metri, non è cosa da poco, sopratutto in caso di manovre o passaggi difficili. A venire incontro c’è anche il diametro di sterzata, piuttosto buono. Certo è che, una volta girata la chiave le sensazioni sono dure ma non scorbutiche, nette, chiare. Un esempio? Poche vibrazioni, isolamento acustico decisamente molto buono, e sterzo più duro, rigido tra le mani. O meglio, più rigido rispetto all’Outlander, ma non duro in assoluto da affaticare, anzi. Anche l’assorbimento ciclistico è degno del ciclo evolutivo di questo pick-up.
La comodità regna sovrana anche e sopratutto nei tratti sterrati più duri e impervi, dove solamente ad una certa andatura si possono avvertire ‘troppo’ le sconnessioni secche. Il percorso di prova è stato quantomai probante per un utilizzo medio, anche se, a detta degli stessi tecnici di Mitsubishi, l’L200 sarebbe in grado tranquillamente di spingersi oltre. Ed in effetti, quando abbiamo passato un guado ed una mulattiera, inserendo con il selettore le quattro ruote motrici con rapportatura ridotta – come segnato sul nostro road book – la prima sensazione piacevole era quella di potersi arrampicare senza il minimo sforzo, lasciando scorrere la vettura in prima o seconda marcia con una scioltezza molto buona. Anche in queste condizioni ho apprezzato la risposta dello sterzo, sincera e chiara, in grado di offrire un ottimo feedback.
Certo è che, la cartina di tornasole è quella di un mezzo che ad affrontare le curve di una strada di montagna non può offrire – per sua natura – prestazioni di un crossover. E questo potrebbe essere un momento di analisi, in quanto l’ambiente a bordo quasi te lo fa credere. Rimane comunque un mezzo pulito, piacevole con una guida rilassata su strada. Anche perchè, senza fatica, il motore tira fuori molto bene dalle curve se si tiene il 2.4 manuale da 181 cavalli in tiro. Sotto i 1.500 giri circa invece, si viaggia in estrema tranquillità.
Mitsubishi Outlander – listino prezzi e scheda tecnica
Caratteristiche tecniche Benzina e Diesel
2WD e 4WD
Cambio Manuale 5M e Automatico CVT
Dimensioni
Lunghezza mm 4.695
Larghezza mm 1.810
Altezza mm 1.680
Passo mm 2.670
Carreggiata anteriore mm 1.540
Carreggiata posteriore mm 1.540
Altezza da terra mm 190
Angolo di attacco ° 21
Angolo di uscita ° 21
Angolo di rampa ° 21
Motore
Tipo 2.0 Litri 16−valvole SOHC MIVEC – 2.2 Litri 16−valvole DOHC Intercooler Turbocompresso Iniezione diretta DI−D
Cilindrata cc 1.998 – 2.268
Sistema di iniezione ECI−MULTI – Common−rail
Livello emissioni EURO-6
Potenza massima (EEC net) kW (CV)/gm 110 (150)/6.000 – 110 (150)/3.500
Coppia massima (EEC net) Nm (kg−m)/gm 195 (19,9)/4.200 – 380 (38,7) 1.750/2500 e 360
Capacità serbatoio lit 63 60
Capacità serbatoio GPL lit 51 nominali 51 nominali
Sospensioni
Anteriori MacPherson con barra stabilizzatrice
Posteriori Multi link con barra stabilizzatrice
Freni
Anteriori Dischi ventilati
Posteriori Dischi
Sterzo
Tipo Servosterzo elettrico
Pesi
Massa a vuoto (escluso 75kg guidatore) kg 1.395 1.495
Massa complessiva kg 1.985 2.070
Capacità vano di carico (min – max) lit 550-1.754
Pneumatici e ruote
Pneumatici Standard 215/70R16 – 225/55R18 – 18″ × 7.0J lega leggera
Ruote Standard 16″ × 6.5JJ lega leggera
Ruota di scorta Standard “T155/90D16 (4.0LT – 16)
Mitsubishi L200 – listino prezzi e scheda tecnica
Modello Carrozzeria CLUB CAB – 4 porte
Trazione 4WD
Motore 2.4 DI-D ClearTec 2.4 DI-D MIVEC ClearTec
Cambio manuale 6 marce manuale 6 marce
Allestimento Inform / Invite Intense
Dimensioni e Pesi Lunghezza mm 5.195 5.275
Larghezza mm 1.785 1.815
Altezza mm 1.775 1780
Passo mm 3.000
Altezza da terra mm 200 205
Altezza piano di carico mm 845 850
Lunghezza interna cassone mm 1.850
Larghezza interna cassone mm 1.470
Altezza interna cassone mm 475
Massa a vuoto (incluso guidatore 75 kg) kg 1.820 1.840
Peso a pieno carico kg 2.850
Portata kg 955 935
Numero posti persone 4
Prestazioni Velocità massima * km / h 169 179
Capacità di traino (con freno) kg 3.000
Capacità di traino (senza freno) kg 750
Angolo di attacco ° 30
Angolo di uscita ° 25 22
Angolo di rampa ° 24
Motore “2.4 litri 16-valvole
turbodiesel intercooler DOHC ClearTec Auto Stop & Go” “2.4 litri 16-valvole
turbodiesel intercooler DOHC MIVEC High Power
ClearTec Auto Stop & Go”
Emissioni EURO-5b
Cilindrata cc 2.442
Potenza massima (EEC netto) kW / g min 113 / 3.500 133 / 3.500
Coppia massima (EEC netto) N・m / g min 380 / 1.500-2.500 430 / 2.500
Consumo Combinato ** litri / 100km 6,4
CO2 Combinato ** g/km 169
Alimentazione Sistema di iniezione Iniezione diretta common rail
Capacità serbatoio litri 75
Trazione Tipo Easy Select 4WD Super Select 4WD-II
Sterzo Tipo Servoassistito
Raggio di sterzo m 5,9
Sospensioni Anteriore Indipendenti a braccio oscillante, molle elicoidali
Posteriore Balestre ellittiche rigide
Freni Anteriore Freni a disco ventilati
Posteriore Freni a tamburo
Pneumatici e Ruote 205R16C 8PR 245/65R17
DOUBLE CAB – 4 porte
4WD
2.4 DI-D ClearTec 2.4 DI-D ClearTec 2.4 DI-D MIVEC ClearTec 2.4 DI-D MIVEC
manuale 6 marce manuale 6 marce manuale 6 marce “Automatico 5 marce
e Sports Mode”
Inform / Invite Intense Intense / Diamond Intense / Diamond
5.205 5.285
1.785 1.815
1.775 1.780
3.000
200 205
845 850
1.520
1.470
475
1.870 1.875
2.900 2.905 2.910
955 955 955 960
5
169 174 179 177
3.100
750
30
25 22
23 24
“2.4 litri 16-valvole
turbodiesel intercooler DOHC
ClearTec Auto Stop & Go” “2.4 litri 16-valvole
turbodiesel intercooler DOHC
MIVEC High Power
ClearTec Auto Stop & Go” “2.4 litri 16-valvole
turbodiesel intercooler DOHC
MIVEC High Power
”
EURO-5b
2.442
113 / 3.500 133 / 3.500
380 / 1.500-2.500 430 / 2.500
6,4 7,2
169 189
Iniezione diretta common rail
75
Easy Select 4WD Super Select 4WD-II
Servoassistito
5,9
Indipendenti a braccio oscillante, molle elicoidali
Balestre ellittiche rigide
Freni a disco ventilati
Freni a tamburo
205R16C 8PR 245/65R17