Salone di Padova 2015: la video storia della Citroën Méhari
Salone di Padova 2015: viaggio nel tempo alla scoperta in video della Citroen Mehari
Al Salone di Padova 2015, esposta allo stand Citroën anche la mitica Méhari, una vettura spartana ma ancora oggi mitica, un vero inno alla semplicità e alla gioia di vivere. Ripercorriamo insieme a Maurizio Marini responsabile Archivio Storico Citroën la storia della Mehàri.
Méhari, l’intuizione di Poype
Francia, metà anni 60, il marchese Roland Paulze d’Ivoy de la Poype, un eroe di guerra ex pilota militare di caccia nella seconda guerra mondiale è un appassionato di tecnologia e pioniere nel settore delle materie plastiche. Ma è anche un industriale e proprietario della « Société d’Exploitation et d’Application des Brevets » (S.E.A.B.).
La sua idea è quella di realizzare una carrozzeria in materiale plastico termoformato da applicare su un telaio di una vettura già esistente. In poco tempo insieme al designer Jean L. Barrult e Jean Darpin nasce la carrozzeria della Méhari. Era l’autunno del 1967, quando il primo prototipo con motore 425cc da 18CV della furgonetta 2CV (da cui deriva) viene presentato ai tecnici della Citroën nei locali della S.E.A.B., prima di essere spedito a Quai de Javel per essere presentato e poi approvato da Pierre Bercot alla Direction Générale della Citroën.
Gli elementi della carrozzeria furono realizzati in plastica ABS (Acrylonitrile Butadiène Styrène) direttamente colorata e non verniciata in seguito, e resistente ai colpi. Sul telaio venne imbullonata l’inedita carrozzeria in materiale plastico, la cui lavorazione costituì la vera specialità della S.E.A.B.; questa soluzione, permetteva di evitare la formazione di ruggine e garantiva un sensibile risparmio di peso. Inoltre, essendo la plastica utilizzata colorata in massa, non si correva neppure il rischio che si potesse scrostare la vernice.
Méhari: leggera robusta e inarrestabile
Méhari, un nome che deriva da una razza di dromedari allevato dal popolo Tuareg noto per la velocità e la resistenza. Nasce sul telaio Dyane, di cui conservò l’intero comparto meccanico, a partire dal motore bicilindrico da 602 cm3 con raffreddamento ad aria e circa 30 CV. Motore, cambio ed il resto della meccanica furono fissati su di un telaio a pianale derivato direttamente da quello della 2CV, rispetto al quale, però, venne accorciato di 22 cm per risparmiare ulteriormente peso.
Con un peso a vuoti di soli 525 kg, la Méhari riusciva a compensare almeno in parte la modesta potenza del suo propulsore. Le performance infatti, non superavano i 100 km/h. Ma la Méhari non era certo un’auto nata per le prestazioni!
La Méhari estremizzava il concetto di spartanità già molto evidente sulla 2CV. Si trattava di fatto di una delle auto dalla dotazione più elementare che siano mai esistite. Le portiere erano inizialmente in tela con finestratura in vinile trasparente. I posti posteriori potevano essere rimossi lasciando spazio per un piano di carico ampio (circa 1.2 mq di superficie) e su cui era possibile caricare fino a 400 kg di portata.
Nel 1979 Citroen introduce anche una versione 4×4. Verranno prodotti in totale 144.953 esemplari di Méhari in vent’anni, fino al 30 giugno 1987. Numeri modesti, ma significativi per un’auto anticonvenzionale che a distanza di oltre 45 anni dalla nascita rimane ancora nei cuori di molti.