Non solo crisi: viaggio nella nuova Mazda, la Casa che visse due volte

Mazda, Hiroshima, la ritrovata indipendenza e il futuro nel premium: un viaggio all'interno di una casa giapponese unica per storia e passione.

Di Claudio Nobis
Pubblicato il 7 dic 2015
Non solo crisi: viaggio nella nuova Mazda, la Casa che visse due volte

Koeru in giapponese vuol dire oltrepassare, andare oltre. E non è un caso che la Mazda abbia scelto questo nome più che simbolico per la bella concept car presentata due mesi fa al salone di Francoforte. E’ una crossover coupé 4,60 metri di lunghezza, circa mezzo metro più della CX-5, slanciata e perfetta nella proporzioni come una elegante berlina sportiva, ma anche di grande abitabilità. La versione definitiva, prevista per il 2017 non sarà molto diversa e andrà ad arricchire una gamma di modelli già oggi tutta originale, coinvolgente e in continua espansione.

Una storia, due vite

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In quel nome è racchiuso tutto lo spirito e la irrinunciabile filosofia di un’azienda nata a Hiroshima, classe 1920, dalla storia eccezionale per orgoglio, fantasia, dinamismo e personalità, quanto drammaticamente unica al mondo, che ha saputo vivere due volte: prima e dopo quel fatale 6 agosto 1945 di cui si è da poco commemorato il settantesimo anniversario.

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Nella immane tragedia e nella totale distruzione della città, tuttavia, gli impianti della Toyo Kogyo, come si chiamava all’epoca, subirono pochi danni grazie alla posizione e alla relativa distanza dalla deflagrazione. Quasi un segno del destino che trasformò, nella terribile emergenza, il costruttore di auto in una sorta di spontanea e straordinaria organizzazione per la protezione civile fino a quando fu necessario, per preparare una nuova vita in nome della prosperità e della pace cui ora è dedicato il Memoriale, l’ex Camera di Commercio, unico edificio che pur sventrato rimase in piedi.

Hiroshima Città della Pace

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Hiroshima è oggi una magnifica e accogliente città sul mare di Seto, con i suoi sette canali che l’attraversano e gli innumerevoli ponti che li collegano, totalmente nuova, in cui si respira una insospettabile qualità della vita, divenuta fatalmente simbolo e immagine della città della pace insieme a Nagasaki che subì lo stesso trattamento atomico tre giorni dopo. Ma al tempo stesso “condannata” ad esserlo malgrado i ricordi e la storia fin troppo recente che pesano con tutti i loro contraddittori significati densi di umiliazioni e orgoglio.

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I riferimenti non mancano, a volte quasi offensivi e provocatori a uso e consumo del classico turismo di massa comunque a caccia di gadget in una città che dietro i bei palazzi cela un sacrario e la coscienza che, in fondo, quell’estremo sacrificio non è neppure servito a costruire davvero la pace nel mondo. Forse anche per questo qui la storia non si racconta come altrove, si respira nell’aria e si accetta per quella che è. E che è stata.

Toyo Kogyo diventa Mazda

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Non si può andare a Hiroshima senza essere presi da tali semplici quanto istintive riflessioni che inducono ad ammirare ancor più ciò che stiamo vedendo e ascoltando dagli uomini che ora guidano la Mazda, patrimonio della città e del Paese, oggi più attivo e creativo che mai.

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Il nome attuale, il “brand” Mazda, fu coniato molto più tardi nel 1984, ultima di quattro precedenti denominazioni, in un certo modo simbolo anch’esso dell’andare oltre, ispirato in parte alla mitologia locale ma anche un omaggio al fondatore Jyujiro Matsuda che più d’ogni altro seppe diffondere con incrollabile convinzione quel carattere di “Mukainada” che per la sua gente di ieri e di oggi vuol dire non fermarsi, non arrendersi mai e per nessun motivo di fronte a qualsiasi difficoltà o ostacolo. E’ un leitmotiv che riappare sempre quando si parla con e di Mazda, ma non è un semplice slogan, tutt’altro.

In pista con la Cosmo Sport e una realtà che coinvolge

Potrebbe anche bastare, ma non è così. C’è ancora un grande sogno nel cassetto, confessato dallo stesso presidente e CEO di Mazda, Masamichi Kogai: riportare su strada dopo anni di forzata pausa quel motore rotativo che da mezzo secolo è un’esclusiva Mazda, la cui ultima espressione risale alla RX 8 prodotta dal 2008 al 2012 dopo oltre 2 milioni di auto vendute dalla Cosmo del ‘67. E un record: l’unica vittoria giapponese e di un motore rotativo alla 24 ore di Le Mans 1991 con la 787B.

Ecco allora, sfida nella sfida, la splendida RX-Vision con motore rotativo Skyactiv-R, sorpresa assoluta al salone di Tokyo, che Kogai definisce come “la visione del futuro di Mazda. Con la speranza – si affretta ad aggiungere – che un giorno possa diventare realtà”. Per ora i consumi, le emissioni e l’affidabilità richiedono ancora molto lavoro ma ci sono 50 ingegneri dedicati che hanno cinque anni di tempo per offrire alla Mazda nel 2020 il miglior regalo per il suo primo centenario. E a giudicare da quel che ho visto e sentito a Hiroshima e dintorni sarei pronto a scommettere che ci riusciranno.

Photo credit “Lantern Floating Ceremony – Freedom II Andres” – Flickr (CC BY)