La storia Seat in un click: dalla collezione al Digital Museum
La collezione è attualmente privata, ma la casa di Martorell sta lavorando per realizzare un vero e proprio museo aperto al pubblico
Oltre 60 anni di storia riuniti in una stanza. Siamo stati a Barcellona, nella zona Franca, per visitare l’esclusiva collezione di Seat: sono 284 gli esemplari presenti, circa 170 attualmente esposti, di cui l’80% funzionante. Una ricerca iniziata nel 1998, quando l’allora direttore demandò ai dipendenti pre pensionati la verifica delle auto presenti nel parco stampa, per successivamente andare a cercare i vari modelli tra i clienti ed i collezionisti. Dopo qualche anno difficile, soprattutto per motivi economici, l’idea è stata sviluppata definitivamente a partire dal 2010, con l’arrivo di Isidre Lopez, attuale responsabile di questo progetto.
La collezione è al momento privata, visto che l’esposizione non è aperta al pubblico e, dunque, abbiamo potuto vivere un’esperienza esclusiva, a contatto con i modelli del marchio spagnolo del passato e del presente, compresi i prototipi e le vetture sportive. Farlo diventare un vero è proprio museo “è il nostro sogno nel cassetto”, ha spiegato Lopez. Una delle condizioni necessarie è quella di completare la collezione, con ulteriori 50 auto, e poi ovviamente trovare la location e (soprattutto) le risorse necessarie per poter tradurre in realtà l’idea.
La storia Seat: la collezione
La collezione è aperta dalla prima storica vettura del marchio spagnolo: la Seat 1400, prodotta per la prima volta nel 1953. Si trattava di una vettura di lusso, adibita anche a taxi e trasporto per autorità, mentre è servito attendere qualche altro anno, con la Seat 600, per la prima auto della casa per il grande pubblico. La maggior parte dei modelli prodotti dalla casa di Martorell sono esposti: dalle varie versioni della 850 (che quest’anno festeggia il 50° anniversario) alla 124, passando per la 127, la Panda e la Ronda. Si passa ai modelli più conosciuti: su tutti la Ibiza, di cui è esposto il primo esemplare prodotto in assoluto, datato 1984, fino alle successive e sempre vincenti generazioni.
Poi ci sono la Toledo (prima auto realizzata con la collaborazione del gruppo Volkswagen), la Leon e tanti modelli esclusivi. Il più suggestivo è sicuramente la Papamobile: si tratta di una Seat Panda rivisitata, realizzata appositamente per l’arrivo in Spagna di Giovanni Paolo II nel 1982. Un modello con una storia decisamente curiosa: la Mercedes originale non passava per le porte del Camp Nou e del Bernabeu, dove il Pontefice doveva incontrare i fedeli, così Seat ha realizzato questo esemplare, in appena due settimane, per permettere a Giovanni Paolo II di entrare nei due stadi.
Tra gli altri modelli particolari, troviamo la vettura numero 1.000.000 prodotta dal marchio: una Seat 124 del 1969. L’auto non è stata messa in vendita, ma estratta a sorte tra i dipendenti Seat. La fortunata è stata una giovane ragazza, però sprovvista di patente, che ha così preferito lasciare la vettura all’azienda e prendere il corrispettivo economico. C’è anche la prima Seat elettrica: è una Toledo del 1992, realizzata per le Olimpiadi di Barcellona. Il CIO voleva un’auto ad emissioni zero per seguire la maratona e fu studiato questo esemplare esclusivo, con 42 chilometri di autonomia.
Non solo auto di serie, ma sono esposte anche numerose concept: dalla 600 Savio, primo modello con il tetto panoramico, passando per la Bolero, la Salsa, la Freetrack, la Tribu, fino alla più recente Ibiza Cupster. Per gli appassionati di sport, troviamo la vetture storiche sia turismo che rally. Come la prima auto guidata dal fuoriclasse Carlos Sainz (una Panda Gr.2 del 1982), oppure la vettura più potente mai realizzata dal marchio, cioè la Seat Toledo GT da 515 CV, capace di battere Porsche e Ferrari nel campionato spagnolo Gran Turismo.
La storia Seat: il Digital Museum
Come dicevamo, per il momento non è possibile visitare la collezione dal vivo, ma Seat ha realizzato il Digital Museum. Una mostra virtuale, attualmente disponibile sul sito inglese della casa e prossimamente anche sulle versioni degli altri paesi, in cui si può viaggiare nella storia del marchio spagnolo attraverso il proprio computer. I modelli sono esposti in 3D, con la possibilità di scegliere la visuale, oppure di conoscere storia, caratteristiche di ogni auto, anche dei video storici.
Anche il Digital Museum ha una sua storia particolare, visto che è stato realizzato seguendo il progetto realizzato da due studenti tedeschi ed una polacca, vincitori dell’Archithon. Si è trattato di un evento, al quale hanno partecipato 40 studenti di architettura, provenienti da università spagnole e tedesche. Seguendo le linee guida fornite dalla casa, i partecipanti sono stati divisi in squadre ed hanno lavorato per 48 ore consecutive al loro progetto, presso l’OneOcean Club di Barcellona.
Al termine dei due giorni, una giuria di cinque membri ha valutato i vari progetti ed ha decretato quello vincente, sulla base del quale, appunto, è stato realizzato il Digital Museum. Un’esperienza virtuale per scoprire i modelli della casa di Martorell, a cui è possibile accedere da ogni parte del mondo, con l’unica necessità di avere una connessione ad internet. Aspettando di poterli vedere dal vivo, con la nascita del museo vero e proprio, e poter così vivere tutti l’esperienza fatta da noi nella città catalana.