Kia Sportage 2.0 AWD GT Line: la prova su strada
La quarta generazione della Kia Sportage è davvero al livello delle migliori SUV tedesche? La nostra prova su strada della versione top di gamma GT Line AWD con il 2.0 CRDi da 184 cv
Quando alla fine del 1991 fu presentato al salone di Tokyo il prototipo che due anni dopo avrebbe dato vita alla Kia Sportage figurò a mala pena fra le novità dello show giapponese. La piccola marca coreana era conosciuta solo dai più informati e si barcamenava da anni fra una collaborazione e l’altra con diversi costruttori, dalla Fiat alla Mazda alla Peugeot e soprattutto alla Ford che nell’86 ne era diventata parziale azionista. Insomma, non se la passava bene.
Pochi, al di fuori della Corea, facevano caso ai suoi prodotti e meno che mai avrebbero scommesso gran che su quel prototipo che si inseriva nella “nuova” categoria dei SUV. Da noi arrivò solo l’anno dopo, nel 1994, con un motore 2 litri a benzina da 128 Cv. In casa Kia il futuro sembrava promettente ma dietro l’angolo incombeva una forte crisi dell’area asiatica che nel 1997 la portò alla inevitabile bancarotta malgrado la partecipazione americana. Eppure l’azienda aveva dimostrato un ottimo potenziale e i primi a saperlo erano i conterranei della Hyundai, ben più ricchi e potenti, che la rilevarono nel 1998. E, come sappiamo, non se ne pentirono mai.
Da allora il cammino della Kia non ha più smesso di crescere contribuendo ampiamente ai successi automobilistici del gruppo Hyundai, oggi cavallo fra il quarto e il quinto posto nella classifica mondiale con oltre 8 milioni di veicoli venduti nel 2015, malgrado i danni della flessione cinese che per il gruppo è il primo mercato in assoluto. E questo, grazie anche alla corretta diversificazione dei prodotti quantunque concorrenti fra loro almeno in alcuni casi. Uno di questi è proprio la Sportage, bestseller europeo e non solo, dopo 22 anni e quattro edizioni (1993, 2004, 2010, 2015) sempre in forte e rapida evoluzione anche nelle fasi intermedie fra una serie e l’altra.
C’è, dietro questo SUV della Kia, un’attenta politica di costante aggiornamento evolutivo nella continuità della sua immagine. Che cresce con un occhio al suo target di pubblico, quello delle famiglie, senza tentare di esagerare nelle prestazioni più che ottimali, ma puntando in particolare alla sicurezza, al comfort e al miglior rapporto di qualità-prezzo come sempre. Una politica che non a caso ha consentito al brand coreano di conquistare in Italia una quota del 2,4% e una costante crescita nelle vendite, del +19,2% nel 2015 e del + 16% nei primi 4 mesi di quest’anno.
La classica formula Kia dei 7 anni di garanzia “trasferibili” ai successivi clienti dell’usato accompagna il listino della Sportage che a seconda delle motorizzazioni e degli allestimenti sale molto gradualmente per le 10 versioni commercializzate, dai 21.000 euro (chiavi in mano) della 1,6 a benzina “Active” a trazione anteriore, ai 23.500 della 1.7 diesel 115 Cv “Active”, fino ai 35.250 della Top di gamma 2.0 CRDI 185 Cv “GT Line” a trazione integrale.
Ed è proprio quest’ultima che abbiamo esaminato nel corso della nostra lunga prova su strada, viaggiando fra Milano e Ginevra, nell’area milanese e in quella romana, di cui diamo conto qui di seguito. Visti i lungi e collaudati precedenti che ne hanno decretato un consolidato successo il risultato finale, come potrete leggere, non poteva essere al di sotto delle aspettative.
a cura di Claudio Nobis
Kia Sportage 2.0 CRDi AWD: com’è
[rating title=”Fuori” value=”8.0″ value_title=”Voto” layout=”left”]Non fa quasi più notizia ormai riconfermare ad ogni nuova occasione il modo in cui i prodotti del gruppo Kia/Hyundai migliorino da una generazione all’altra diventando sempre più competitivi in ogni segmento. Non fa eccezione la Sportage, già arrivata alla sua quarta generazione e pronta a dare del filo da torcere ad auto come la VW Tiguan o la Nissan Qashqai. Della vecchia versione sono rimasti il nome e la specifica personalità, arricchiti tuttavia di non poche soluzioni inedite in parte visibili in altre percepibili nell’uso, ad iniziare dal design e dalla base costruttiva. Ed è proprio lo stile uno dei punti di forza della sport-utility coreana: la vettura vanta ora una immagine ancor più definita e incisiva alla conquista di una clientela europea sempre più estesa.
Il salto di identità all’esterno, soprattutto nel frontale, è evidente in molti particolari anche nell’abitacolo dove l’impostazione del “duo” infotainment-climatizzatore è rimasta pressoché inalterata ma sono mutate le sembianze della plancia. Forme più nette e ricercate, qualità dei materiali quasi allineata a quella dei prodotti tedeschi più accreditati per piacevolezza e cura del dettaglio appaiono subito evidenti. Il che non toglie, al meglio non c’è mai fine, che la plastica dei pannelli porta potrebbe ancora migliorare, specie a livello dei tasconi, mentre alcune guarnizioni vengono via dalla loro sede con facilità. Tuttavia verniciatura ed accostamenti dei lamierati sono più che discreti.
La Kia Sportage fa dello stile uno dei suoi punti di forza
[rating title=”Dentro” value=”8.0″ value_title=”voto” layout=”left”]A proposito di infotelematica: la base di partenza è quella del touchscreen da 8” (di serie sulla GT Line) posto al vertice della plancia, “incorniciato” fra le bocchette di aerazione e comandabile anche dai pulsanti di selezione rapida presenti subito sopra la console del clima. Si tratta di un sistema abbastanza fluido e facile da usare, integrabile con lo smartphone e dotato dei servizi Tom Tom Live che consentono di avere informazioni su traffico, autovelox e meteo. Non mancano preziosismi come la radio digitale DAB e la retrocamera posteriore che indica la traiettoria che seguirà l’auto e anche la qualità del suono restituita dall’impianto audio by JBL (di serie su Gt Line) è di livello adeguato.
Tuttavia una “es-iu-vi” si compra soprattutto per la sua spaziosità e in questo senso la Sportage se la cava egregiamente: c’è spazio in abbondanza per chi siede davanti – con un posto guida ampiamente regolabile e sedili imbottiti a dovere – e soprattutto per chi siede dietro grazie al passo, più generoso che sulla vecchia versione. Solo viaggiando in 3 persone le spalle vengono a contatto ma senza che questo pregiudichi il comfort generale che si mantiene sempre a livello ottimale. Anche la capacità di carico è idonea alle esigenze di una famiglia: 465 litri dichiarati, distribuiti in un vano regolare. Abbattendo poi gli schienali dei sedili anche caricare il classico armadio dell’Ikea diventa un’impresa possibile.
a cura di Omar Abu Eideh
Kia Sportage 2.0 CRDi AWD: come va
[rating title=”Dinamica” value=”7.5″ value_title=”voto” layout=”left”]
La quarta generazione di Kia Sportage segna un bel passo avanti in termini di feeling e piacere di guida, oggi si presenta più confortevole, ma anche più precisa e comunicativa della precedente. Merito del nuovo telaio, di un inedito setup e del nuovo servosterzo.
Rispetto alla terza edizione il pianale è stato allungato nel passo di 3 cm e 4 in lunghezza, a vantaggio del comfort e della stabilità in curva, ma soprattutto rivisto e irrigidito del 33%. Invariato lo schema delle sospensioni con un McPherson all’anteriore e un multilink al posteriore, ma sono stati rivisti i punti di attacco dei bracci anteriori e la rigidità di entrambi gli assi che ora sfruttano nuovi supporti elastici.
La Sportage in prova è una GT Line AWD, equipaggiata con il 2 litri CRDi turbodiesel da 184 cv a 4.000 giri e 400 Nm di coppia disponibili dai 1.750 ai 2.750 giri. Si tratta di un motore con basamento in alluminio e turbina a geometria variabile che promette una velocità massima di 201 km/h e uno scatto da 0 a 100 km/h di 9,5 secondi. Il consumo, secondo i dati di omologazione, è di 6,3 l/100 km nel ciclo combinato, con emissioni di 166 g di CO2 al km ma come vedremo nella realtà si discostano abbastanza dalla “teoria”.
Su strada la Sportage fa apprezzare immediatamente il comfort e la capacità di assorbimento delle sospensioni, anche nei tratti più ostici come san pietrini e sconnessioni trasversali. Ottima l’insonorizzazione acustica del motore che vibra poco e si fa sentire solo al minimo. Curato anche l’isolamento in velocità, frangente in cui non si percepiscono fruscii aerodinamici, semmai un crescente rotolamento dei pneumatici che sulla nostra Sportage sono dei Pirelli Sottozero 3, invernali quindi, e nella mastodontica misura 245/45 R19.
Con la spalla “ribassata”, la Sportage mette in mostra uno sterzo consistente – ora il servocomando elettrico è posto direttamente sulla cremagliera – e comunicativo; non precisissimo ma adeguato alle caratteristiche dinamiche.
Agile e confortevole con il 2.0 CRDI è anche brillante. Il cambio è “tranquillo”, mentre i consumi della AWD non sono proprio da record
[rating title=”prestazioni” value=”7.5″ value_title=”voto” layout=”left”]
Il motore ha tanta potenza e coppia, ma non è così pieno ai bassi regimi. E’ molto lineare, ma per cercare la spinta bisogna lasciarlo salire di regime. In effetti, al di sopra dei 3.000 giri acquista grinta ed esibisce una buona dose di sportività. Il tasto Sport vicino alla leva del cambio, rende il 2 litri CRDi più reattivo e modifica la logica di funzionamento della trasmissione che però tende a far salire di giri il motore, perfino un po’ troppo.
In questa modalità poi, emerge il limite di un cambio a sei marce a convertitore di coppia fin troppo tranquillo: fluido e confortevole, ma lento in accelerazione da fermo e con un certo ritardo di risposta. La concorrenza, in questo caso, offre di meglio. Pratici, invece, i comandi al volante per la modalità manuale/sequenziale.
L’assetto è ben calibrato, un giusto compromesso tra comfort e piacere di guida con una rassicurante tendenza al sottosterzo tenuta a bada dal tempestivo sistema di controllo della stabilità. Pronta e ben modulabile la risposta dei freni, anche se la massa di 1.690 kg in ordine di marcia si fa sentire.
Ed è proprio questo il punto debole della nuova Sportage, una massa importante (fino alle 2 tonnellate) che se da una parte ha permesso di alzare la qualità della vita a bordo, dall’altra ha effetti negativi sulla dinamica. Il peso influenza non solo il comportamento in curva, ma anche accelerazioni, frenate e consumi (il dettaglio nella pagina seguente). In città è difficile andare oltre 10 km/l mentre in autostrada si viaggia intorno ai 13 km/l. Valori lontani da quelli dichiarati, anche per l’allestimento GT Line con trasmissione integrale AWD TOD Torque on demand, cerchi in lega da 19 pollici e pneumatici invernali. Questo è un po’ il prezzo da pagare per un SUV così ricco e ben realizzato.
Pregi e Difetti
Piace
– Estetica personale e sportiva
– Qualità percepita
– Motore, ma il cambio è lento
– Spazio e comfort a bordo
Non Piace
– Il peso influenza dinamica e consumi
– Consumo importante
– Cruise control adattivo non disponibile
[progressbar title=”VOTO FINALE” value=”7.7″]
KIA SPORTAGE 2016: le caratteristiche tecniche
Segue la prova consumi e il listino completo
Kia Sportage 2.0 CRDI la prova consumi
Abbiamo utilizzato la Kia Sportage per partire dalla nostra redazione a Milano alla volta del Salone di Ginevra, percorrendo diverse centinaia di chilometri in autostrada ma anche sulle salite e discese del Monte Bianco. L’esemplare che abbiamo utilizzato per questa prova consumi aveva però all’attivo solo poche centinaia di chilometri e viaggiando i consumi sono iniziati a scendere non appena il motore ha cominciato a slegarsi. Possiamo dunque ipotizzare che tra qualche migliaio di chilometri questa Kia Sportage potrebbe ridurre ulteriormente il consumo di carburante rispetto ai dati da noi rilevati.
Utilizzando una guida tranquilla e rilassata, senza eccedere nella ricerca della massima efficienza né affondare troppo sul pedale del gas, abbiamo percorso un totale di 2.214 chilometri monitorando i consumi e ottenendo una media pari a 11.9 chilometri al litro, equivalenti a 8.4 litri per 100 chilometri. Nei dati dichiarati dalla casa, la Kia Sportage 2.0 CRDi 185 cavalli con trazione integrale e cambio automatico è in grado di percorrere 100 chilometri con 6.3 litri di gasolio.
a cura di Mirco Magni